HELP THE SHEEP

Capitolo 9

"non si preoccupi le tornerà sicuramente la memoria, spesso capita di avere dei vuoti dopo essere sottoposti ad un grande shock" mi sorride come per tranquillizzarmi per poi allontanarsi dopo aver rivolto un live inchino nei miei confronti.

Un gran mal di testa mi ha colpita sin dal mio risveglio, vorrei immergere la testa sott'acqua così da non sentire anche il minimo rumore come se si trovasse ad un centimetro dalle mie orecchie.

Ho così tante domande che non saprei nemmeno da dove iniziare. Dove mi trovo? Come ci sono arrivata? E poi perché Luna, alcuni vuoti di memoria li ho, ma sono sicura di non chiamarmi così. E poi perché l'inchino?

"Se continui così il mal di testa te lo porti dietro per almeno una settimana"

Non faccio in tempo a domandare che mi precede

"Ho già avvertito chi di dovere, se così vogliamo dire, starai qui per una settimana, o più se necessario per riprenderti. Il resto te lo spiegherò una volta usciti di qui."

Tento nuovamente, ma vengo zittita nuovamente

"Hai ancora male?" "No" inquietante, eppure due minuti fa l'avevo.

"Riesci ad alzarti?" "Sì" "bene"

Si avvicina ancora di più al lettino dove ormai sono seduta e mi tende la mano, che prontamente afferro, per poi dirigersi con me al suo fianco verso il bagno.

"Ho fatto portare questi, possono andare bene?"

"Sì" oggi non sono di molte parole a quanto pare, ma devo ammettere che un leggings nero ed una felpa oversize non sono mai male.

"Ti aspetto di là"

"Ok" pronuncio, ma ormai ha lasciato la stanza.

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"Hai fame?"

"No grazie" rispondo alla milionesima domanda che mi pone nell'arco di dieci minuti. Eppure quello dovrebbe essere una mia prerogativa.

"Sei semplicemente curiosa, ed io preoccupato." Annuisco "hai fame?" Sbuffo e per la terza volta declino l'offerta.

Un po' di fame ne ho devo dire, ma per il momento preferisco guardarmi attorno. È tutto così bello.

"Questa è la parte vecchia della città, o meglio una delle parti vecchie della città"

Rinascimento. Sembra di essere tornata indietro nel tempo.

"Risale proprio a quell'epoca effettivamente" sorride "se vuoi un di questi giorni ti porto a visitare uno dei musei che abbiamo allestito"

"Anche tutti se fosse per me" e spero accada davvero. Amo i musei.

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"Tranquilla se succede qualcosa ti prendo" mi sta ripetendo la stessa cosa da almeno dieci minuti, ma cosa posso farci io se sono una fifona?

"Ok ho capito" finalmente, non mi andava proprio di attraversare quel "ponte", almeno così l'ha definito Alec, perché se dovessi farlo io non sarei così gentile. Un ammasso di legnetti legati insieme con delle funi, ho volontariamente deciso di omettere volgarità.

Che poi cosa vuol dire ti prendo io...? È un "ponte" che passa al di sopra di una grande cavità rocciosa, ameno che non sappia volare non peso mi sarebbe di molto aiuto.

Mi osserva ridacchiando fermando la sua camminata al mio fianco per poi afferrarmi e posizionarmi sulla sua spalla. Nulla posso di fronte al suo gesto. Ne la mia paura. Ne il mio scalciare. Nulle anche le sue parole di tranquille.

Non vano però è il suo gesto. E decisamente irripetibile e immancabile il paesaggio difronte ai miei occhi una volta riportata con i piedi per terra.

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