Capitolo 6

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Descrivere il mio stato d'animo non è semplice, a maggior ragione di prima mattina con solo un'ora di sonno al massimo. Ma sono certa di poter dire di non essere tranquilla. Non penso si trattasse di un sogno quel che è successo ieri notte, o forse sì? Dopotutto Marie non ricorda niente. Alla fine lo sanno tutti che l'alcol gioca brutti scherzi giusto?

"Io vado ci vediamo direttamente in classe" urla la mia amica dalla cucina distraendomi dai miei pensieri contorti.

Come se non bastasse dopo scuola dovrò tornare a casa dei miei -una gioia proprio-, per preparare le ultime cose, e poi, fortunatamente, finire con il trasferimento nei prossimi giorni.

Dopo essermi lavata i denti mi dirigo in macchina, diretta verso la mia amatissima scuola più preoccupata che mai.


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"Cioè ti rendi conto che se continui così mi rovinerai la vista, per non parlare degli incubi che rischi di farmi fare"

"Ciao anche a te Matilde"

Una volta superata la "polizia della moda" entro in classe, e poi lo vedo. Se ne sta in piedi dietro al suo banco, conversando amichevolmente con i suoi cugini e la mia migliore amica. Le sta sorridendo.

Stronzo.

Come tirato in causa alza lo sguardo verso di me, accennando un saluto che puntualmente ignoro sedendomi al mio banco.

Chi si crede di essere? Che poi nemmeno la conosce. Stronzo.

Nel mentre Marie continua indisturbata la sua conversazione con i nostri nuovi compagni di classe. Poteva almeno salutare. Stronza pure lei.

"Fiammetta calmati" queste sono le esatte parole che mi rimbombano in testa.

Nuovamente la consapevolezza che gli avvenimenti della foresta siano realmente successi mi colpisce, e come se non bastasse lo stronzo sta facendo lo stronzo, continua pure, ma tranquillo proprio.

"Smettila" questa volta però sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio, sporgendosi e piegandosi verso di me, e come una molla scatto, voltandomi come una furia e allontanando il bel faccino di Alec Kirk con un rumoroso ringhio, o almeno qualcosa che gli somiglia. Per poi scappare velocemente come una codarda confusa rifugiandomi in corridoio, senza un posto preciso dove andare, e senza una chiara chiave di lettura sul perché del mio comportamento.

Ma a quanto pare gli unici confusi dalle mia azioni siamo io, Marie ed il resto della classe, perché i suoi cugini sembrano essere divertiti da ciò, ridendo rumorosamente, e lasciandosi sfuggire qualche battuta.


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Stronzo. Non sono gelosa. Però lui è stronzo.

"Dunque Io inizierei con il chiedermi scusa, poi passerei alla parte in cui finalmente ammetti di esserlo"

Un urlo abbandona la mia bocca e la merendina che stavo cercando di scartare da una mezz'ora buona mi scivola dalla mie mani. Tutto ciò al cospetto del grande signor stronzo che si trova a pochi passi da me e che non avevo notato ne percepito fino a quel momento. Me lo sono trovata davanti solo qualche secondo dopo il suono della prima campanella.

Come se non bastasse mi ha anche fatto perdere un'ora.

"Se ti consola io sarei venuto volentieri a cercarti, ma quegli imbecilli dei miei beta non me l'hanno permesso"

Ignorandolo lo sorpasso, raccogliendo la merenda comprata poco prima dal distributore e facendo per tornare in classe. Che poi sarebbe potuto venire uguale, non che mi importi. Ma comunque stava parlando con Marie, non che mi importi nemmeno questo.

"Loro sono più esperti sotto quel punto di vista, dopotutto Cole è perfino sposato, mi sono fidato. Un errorino ingenuo insomma, dai perdonami. Guarda quanto sono triste"

Blah blah blah stronzo. Sono decisamente troppo arrabbiata per, non so bene quale motivo, per ascoltare anche solo una parole di quello che dice.

"Non dirmi che sei veramente arrabbiata perché ho parlato con la tua amica" bastano le sue parole per bloccarmi in mezzo al corridoio. Ed ecco che in un attimo mi sorpassa e me lo ritrovo proprio difronte. Non fa in tempo ad aprire bocca però per giustificare le sue azioni che un forte dolore mi colpisce la spalla.

Una freccia.

Non so che succede poi, so solo che il forte male viene immediatamente sostituito da una bellissima sensazione confortevole che mi avvolge, come quella che provi quando ritorni a casa dopo una stressante giornata.

HELP THE SHEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora