S1:C8 - Il museo

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Stagione 1, capitolo 8

Samantha's pov

Finalmente ho avuto la conferma che Cole è innocente e che non c'è nessun modo che lui sia lo stalker, dato che ieri quando mi sono arrivati i messaggi lui era accanto a me e non aveva il cellulare. Mi sono tolta un peso di dosso, almeno per una volta.

Mentre esco dalla vasca perdo un anno di vita poiché scivolo sulla spugna e cado, ritrovandomi inginocchiata sul pavimento bagnato. Cristo Santo, non me ne va buona mai una! Che cazzo.

Mi rialzo e continuo a imprecare mentalmente. Mi dirigo allo specchio e resto a contemplare il mio corpo nudo per un bel po'. Sono uno schianto.

È passata una settimana dalla partita di football e da quel giorno lo stalker non si è più fatto vivo, né tramite messaggio né di persona. Possibile che abbia deciso di lasciarmi in pace? Ma chi voglio prendere in giro, questa storia non finirà mai.

"Sam, c'è una persona che vuole vederti!" dice ad alta voce mio padre dal salotto.

Chi diavolo è adesso? Non posso uscire in questo modo!

"Non posso!" rispondo allo stesso tono di voce per farmi sentire.
"Dice che è estremamente importante." ribatte lui e io sbuffo, scocciata. Perché nessuno capisce mai quando no significa categoricamente no?
"Okay, arrivo."

Indosso l'accappatoio, apro la porta ed esco, camminando a piedi nudi verso le scale e lasciando delle impronte bagnate sul pavimento.

Arrivo in salotto dove trovo, sul portico, una persona che non vedevo da un bel po' di tempo e vorrei soltanto sparire adesso: Lonny Sprouse.

"Che cosa ci fai qui, schifosa blatta?" gli chiedo, avvicinandomi pericolosamente a lui. Devo prendere il controllo della situazione altrimenti finisce male.
"Samantha, ciao. Come stai? Bell'accappatoio." dice, come se non fosse accaduto nulla l'ultima volta che ci siamo visti.
"Che sei venuto a fare? Non ti ho mandato nessuno invito."
"A far la pace."
"Non voglio fare un bel niente con te e come pugile fai vomitare."

Sto per chiudergli la porta in faccia ma lui la blocca con il piede, incrementando la mia rabbia. Come osa mettersi contro di me, Samantha Brooks, regina dell'intero spazio intergalattico?

"Togli quel piede schifoso." gli intimoro ma lui non mi prende sul serio, scuotendo la testa in senso di diniego. "Sto per chiamare mio padre." vediamo se adesso mi prende sul serio.

A quanto pare, mio padre gli fa non poca paura dato che se la svigna a gambe levate. Meglio così, un altro problema risolto.

Chiudo la porta e appoggio la schiena su di essa, riflettendo. Che diavolo è venuto a fare qui? A far la pace, a detta sua? Ridicolo. Io sono a un livello fin troppo alto per persone come Lonny Sprouse e non mi interessa minimanente che sia il cugino del mio futuro sposo, tanto lo odia anche lui.

Ritorno in bagno dato che camminare per la casa in accappatoio davanti a mio padre non mi sembra la migliore delle idee.

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"Come ti senti?" chiedo a mia madre non appena mi siedo accanto a lei sul divano.
"Molto meglio." risponde e io sorrido.

È appena tornata a casa ed è l'ora di cena, papà per festeggiare il suo ritorno ha ben pensato di cucinare lui e farle trovare una bella cenetta a lume di candela. È troppo sdolcinato, mi fa vomitare, ma farò finta che mi piaccia e cercherò di non rovinare tutto, promesso. Da oggi voglio essere per lei una figlia migliore che non la tormenti sempre e costantemente... o almeno ci proverò.

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