S3:C3 - Il club

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Stagione 3, capitolo 3

Samantha's pov

Dopo quella discussione con Cole sono sicura che qualcosa sia cambiato in me. Non so esattamente cosa, ma lo sento. Sono diversa.

Sono giorni che ci ripenso, ho la sua immagine fissa nella mente. I miei pensieri sono sempre e costantemente occupati da quel ragazzo dai capelli corvini.

Qualche giorno fa avevamo programmato di uscire insieme io, lui e Lonny, ma il diretto interessato ha cancellato tutto all'ultimo momento senza dare spiegazioni.

Mi chiedo se il problema, qui, sia realmente io: in fondo ho creato io tutto questo casino, a partire da quando accettai di andare a casa di Lonny per guardare L'esorcista.

Se non avessi mai accettato, molto probabilmente sarebbe tutto diverso, io sarei ancora fidanzata con Cole e suo cugino ci infastidirebbe ancora. Mi mancano i vecchi tempi.

Questi pensieri mi torturano anche adesso, in piena notte, sotto le coperte e con gli occhi rivolti verso il soffitto. Amber sta dormendo nel sacco a pelo ai piedi del mio letto.

Quanto desidero avere la possibilità di abbandonarmi al mondo dei sogni con la sua medesima facilità, senza troppi problemi a cui pensare.

Per carità, sicuramente anche lei ha i suoi demoni interiori e Kimberly è uno di quelli... ma al contempo non riesco a non pensare che la sua vita sia più tranquilla e serena della mia.

In fondo lei non ha uno stalker alle calcagna né questioni amorose da risolvere. Non sono neanche la più popolare della scuola da quando ho deciso di essere una persona migliore, ma non mi interessa.

Chissà come vivono coloro senza alcun pensiero per la testa, che conducono una vita senza intoppi. Scommetto che sia come vivere in un sogno ad occhi aperti.

Per scacciare via questi pensieri mi alzo dal letto, facendo toccare ai miei piedi nudi il pavimento gelido. È una notte particolarmente fredda, nonostante l'estate si trovi dietro la porta.

Esco dalla mia camera e raggiungo la vetrata scorrevole che conduce al giardino, uscendo all'esterno. Vengo investita da un vento freddo ma al contempo piacevole che mi scompiglia leggermente i capelli.

Il piccolo e basso lampione a lanterna poco distante dalla piscina è acceso e la luce che emana è come una calamita per insetti e moscerini.

Mi siedo sull'erba pungente, immergendo i piedi nell'acqua cristallina della piscina. Si bagnano anche i bordi della camicetta da notte che indosso, ma non è importante; la cambierò non appena rientrerò in casa.

Alzo gli occhi verso il cielo, ammirando le varie stelle, l'una più luminosa dell'altra. Nonostante non sia mai stata brava in astronomia, riesco a riconoscere una costellazione di cui non ricordo il nome.

«Ti ho cercata dappertutto» sento la voce di mia madre in lontananza e mi volto, notandola davanti alla vetrata scorrevole «Che cosa ci fai qui fuori?»

«Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria» le spiego e lei mi raggiunge, sedendosi accanto a me ed immergendo anch'ella i piedi nell'acqua.

«Tuo padre mi ha chiamata stamattina, quando tu eri a scuola».

«Davvero? E che cosa ha detto?»

Mio padre non ha mai telefonato da quando lui e mamma si sono separati quindi è strano che abbia deciso di farlo proprio adesso, dopo mesi.

«Era ubriaco. Mi ha urlato contro dicendomi che sono una puttana, che non lo merito, che lui è molto migliore di me».

«Mio Dio, mamma, ma è orribile» sono sconvolta, papà non si era mai comportato in quel modo né aveva mai insultato mia madre. Non lo riconosco più, non ho la minima idea di che tipo di persona sia diventato.

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