S2:C6 - Il centro commerciale

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Stagione 2, capitolo 6

Samantha's pov

Vuota. Ecco come mi sento adesso. Sono passati due giorni dall'accaduto, e sono piena di sensi di colpa. Una persona è morta a causa mia, uccisa dal mio stalker.

Odiavo Claire, con tutto il cuore. Nonostante fosse mia cognata, non abbiamo mai avuto un buon rapporto, sin dal giorno in cui ci siamo conosciute.

Quando la vidi per la prima volta accanto a Cole, pensai subito delle cose orribili sul suo conto. Non me ne sono mai pentita... finché non è morta.

Non ci sono conferme che sia stato lo stalker ad ucciderla, ma io sono più che convinta che sia così. Chi altro sarebbe potuto essere, altrimenti?

Resto sdraiata sul mio letto, con le mani sullo stomaco e gli occhi fissi sul soffitto spoglio, riflettendo. Sono un pericolo per tutti. Sharon e Blacky hanno preso la decisione migliore, standomi alla larga.

«Samantha, sbrigati, dobbiamo andare!» urla mia madre dal piano di sotto.

Non si rende conto della cazzo di situazione in cui mi trovo? Perché non le importa mai niente di come mi sento io? Desidererei avere un'altra madre.

Mi decido ad alzarmi dal letto su cui sono stata a poltrire per tutto il giorno. È sicuramente il sabato più brutto della mia vita: l'ho passato interamente sul letto, a scrollare il cellulare e a fissare il soffitto. Ho anche saltato la colazione e il pranzo, mi sono alzata soltanto per vestirmi.

Esco dalla stanza e raggiungo i miei genitori al piano di sotto, i quali mi stanno aspettando con degli stupidi sorrisetti stampati sul volto. Ma perché devono essere sempre di buon umore quando io mi sento una schifezza?

«Mio Dio, sei pallida come un cadavere.» ammette mia madre, fingendo di essere disgustata da me.

Madre dell'anno.

Non dico una parola e, senza espressione, esco di casa, raggiungendo l'auto di mio padre e sedendomi nei sedili posteriori, aspettando il loro arrivo.

Ho i capelli elettrizzati e delle occhiaie più profonde degli scavi di Pompei, quindi forse mia madre ha ragione: sembro un cadavere.

Arrivano e mio padre si siede sul sedile del guidatore mentre lei su quello del passeggero. Odio la loro felicità, mi dà sui nervi.

Per tutto il tragitto resto con la bocca cucita, anche quando mi fanno alcune domande o delle battute che, secondo loro, dovrebbero farmi ridere.

Penso a Cole: è distrutto da quando sua sorella è stata uccisa. Non risponde alle mie chiamate né ai miei messaggi. Domani ci sarà il funerale, e non oso immaginare come reagirà.

Vorrei davvero tanto essergli utile in questo momento, ma non so come. L'unica cosa che posso fare è inviargli messaggi di conforto e video divertenti di TikTok per cercare di distrarlo e tirargli su il morale, anche solo un po'. Ma lui, puntualmente, non visualizza nemmeno.

Immagino che ci scambieremo due parole domani al funerale, sempre che mia madre non faccia un'altra delle sue solite scenate. Non in una situazione come quella.

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