S2:C3 - Il compleanno

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Stagione 2, capitolo 3

Samantha's pov

«Che cosa facciamo adesso?» mi chiede Lonny, impanicato.

«E che diavolo ne so? Sarò anche la regina dell'universo, ma di certo non una che ha esperienza nel fuggire da una casa abbandonata!» sbotto.

«Cazzo!» dà un calcio alla porta, arrabbiato, per poi passarsi una mano tra i capelli. «Chiamiamo qualcuno col tuo cellulare.»

«E chi?»

«Non lo so, i tuoi genitori magari.»

«Non credo sia una buona idea.»

«Perché? Che problema c'è?»

«Non voglio metterli in pericolo.»

«Che cosa?! Ma stai scherzando?!»

«Sarò anche una stronza ma voglio ancora bene ai miei genitori, nonostante tutte le litigate.»

«Tu sei davvero strana.»

Lonny sospira e inizia a camminare a cerchio nel salotto, riflettendo sul da farsi. E se lo stalker ci sta aspettando proprio qua fuori, pronto a fare la sua mossa?

«Proprio non capisci, eh?» gli dico e lui si volta verso di me, fermandosi. «Tutti quelli che mi stanno vicino finiscono in pericolo: prima mia madre, poi Cole e adesso tu. Questo pazzo sta cercando di isolarmi dal resto del mondo, mi sta torturando psicologicamente!»

Tutto quello che ho detto ha senso: mia madre è svenuta - sono sicura che centra lo stalker -, il mio fidanzato è stato ferito e adesso suo cugino è rimasto intrappolato in una casa abbandonata insieme a me.

Forse aveva ragione chiunque abbia scritto quel post-it a scuola: sono come l'angelo della morte, tutti quelli che mi stanno vicino non finiscono molto bene.

«Non è colpa tua, Sam. Noi usciremo da questo posto e scopriremo chi si cela dietro tutto questo.»

«È passato un mese, Lonny. Un fottuto mese... e ancora non ho scoperto chi è. Continua a mandarmi messaggi, a intimidirmi, a fare del male a me e alle persone che amo.»

«C'è sempre una soluzione per tutto, okay? E non importa quando scopriremo chi è questo maniaco, se fra tre mesi, sei mesi o un anno. L'importante è che lo scopriamo.»

Mi asciugo una lacrima furtiva che mi attraversa rapidamente la guancia, arrivando fin sotto il mento.

Forse Lonny ha ragione. Non devo perdere la speranza, un giornò saprò finalmente l'identità del mio stalker. In fondo, meglio tardi che mai, giusto?

«Aspetta un attimo.» dice, avvicinandosi a una finestra. «Possiamo romperla e uscire da qui.»

«No! Ci riempiremmo di tagli e schegge, è l'idea più stupida che abbia mai sentito!» ribatto, forse a un tono troppo alto.

«Hai un'idea migliore?» a quella domanda, apro bocca per parlare ma non fuoriesce alcun suono, quindi la richiudo. «Lo immaginavo.»

Lonny afferra un tavolino presente a pochi centimetri di distanza da lui e lo scaraventa contro la finestra. I vetri si frantumano in migliaia di pezzi, causando un rumore assordante.

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