S3:C10 - La notizia

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Stagione 3, capitolo 10

Samantha's pov

«Sta' attenta, non sembra ma è un'ottima manipolatrice. Qualunque cosa ti dica, tu prendi le sue parole con le pinze perché tutto quello che vuole è farti crollare.» spiega l'agente e resto alquanto sorpresa dalle sue parole.

Sharon la manipolatrice, Sharon la stalker, Sharon l'assassina. L'ho sottovalutata troppo, credendola una stupida biondina dalle tette grosse come si leggono nelle storie Wattpad. Ma a quanto pare ha distrutto questo stereotipo.

«Quando ci sarà la sentenza?» domando, continuando a camminare per il lungo corridoio dalle pareti grigie.

«Tra qualche settimana, non si sa ancora quando. È un caso molto particolare e lei è attualmente tenuta d'occhio da uno psichiatra.» spiega, mantenendo la testa alta e una postura rigorosamente dritta.

Quindi c'è anche la probabilità che Sharon abbia qualche infermità mentale? Perfetto, altre pietanze da aggiungere al buffet.

Mi guardo intorno, ammirando il luogo in cui mi trovo: le finestre hanno le sbarre e il corridoio è così vuoto che si sente l'eco. Ho ufficialmente scoperto una mia nuova fobia: le prigioni.

Ci fermiamo di fronte a una porta rinforzata che l'agente apre con un mazzo di chiavi. Quando entro mi rendo conto che questa stanza è molto più fredda del resto della prigione, nonostante siamo quasi a giugno.

«Io sarò qui fuori, quando vorrai uscire ti basterà bussare alla porta e io ti aprirò subito.» detto questo, l'agente chiude a chiave la porta, lasciandomi da sola.

Quando guardo di fronte a me noto che la stanza è divisa da delle sbarre al cui interno è presente Sharon, seduta sul letto che mi fulmina con lo sguardo.

«Ciao, Sharon.» inizio, facendo qualche passo in avanti «Sono venuta qui per parlare. Solo questo, non chiedo altro. Cinque minuti.»

«Perché dovresti voler parlare con me? Ti ho rovinato la vita, scommetto che mi odi a morte.»

«Ed è così; non ti perdonerò mai per quello che hai fatto a Claire e Jeraldine, né per aver tenuto Amber lontana da me e dalla mia famiglia. Ma sono cambiata. Sono diventata una persona migliore.»

«Ma non farmi ridere; sei e resterai sempre un'acida stronza a cui non importa niente di nessuno.»

Lo sta facendo. Sta cercando di farmi sentire in colpa, ma io non glielo permetterò. Non la lascerò prendere il sopravvento su di me.

Faccio un respiro profondo, chiudendo gli occhi, successivamente li riapro e torno a guardarla con tutta la determinazione possibile.

Devo farle capire che i suoi giochetti psicologici non funzionano su di me. Deve sapere che io sono superiore a lei e lo sarò sempre.

«So come ci si sente a sentirsi un peso per tutti. Ci sono già passata.» ammetto ma lei non sembra molto convinta «È la verità. Le medie sono state un inferno per me e sono state la ragione per cui alle superiori ho deciso di crearmi una corazza per nascondere le mie fragilità. Non volevo rivivere quello che avevo vissuto in quella scuola in cui venivo trattata in modo orribile da quei... mostri!»

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