Chapter twenty-four

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Continuo a fissare la mia immagine riflessa nello specchio. Sposto i capelli su un lato e poso lo sguardo sul mio collo, soffermandomi sul livido violaceo lasciato da Travis qualche ora fa.

Non mi sono mai piaciuti i succhiotti. Non sono altro che un marchio sulla pelle, che sta ad indicare il possesso di una persona a un'altra. Nella foga del momento non sono riuscita a fermare Travis e ora mi ritrovo questo brutto segno sulla pelle.

Devo assolutamente coprilo, non voglio che qualcuno lo veda. Inizierebbero a farmi mille domande, alle quali non saprei dare una risposta, visto che le cose tra di noi non sono molto chiare. Soprattutto, mi spaventa la reazione che potrebbe avere mio fratello.

Prendo il borsello del trucco dalla scrivania e provo a coprire il succhiotto con un po' di fondotinta. Purtroppo, però, non ci riesco del tutto.

Sento il telefono vibrare. Mi avvicino al letto e lo prendo. Sullo schermo compare il nome di mia madre, mi sta facendo una videochiamata.

«Ehi mamma» la saluto, posizionandomi sul letto.

«Bambina mia, come stai?» domanda, con un sorriso dolce sulle labbra.

«Sto bene mamma. Scusami se non mi sono fatta sentire ultimamente, ma sono stata molto impegnata» le spiego, sentendomi in colpa per non averla chiamata negli ultimi giorni.

«Non ti preoccupare Becky, l'importante è che tu stia bene» mi rassicura.

«Ma certo mamma! Tu invece, come stai?» chiedo, notando la stanchezza sul suo viso.

«È tutto ok amore. A lavoro sono molto impegnata ultimamente, ma non mi lamento» scrolla le spalle «Mi mancate tantissimo».

Da quando ne ho memoria non l'ho mai sentita lamentarsi, neanche dopo dodici ore di lavoro. Ama il suo lavoro, ma soprattutto prendersi cura degli altri. È la donna più forte e generosa che io conosca e spero di essere, un giorno, una mamma brava quanto lo è lei. È il mio orgoglio e non gliel'ho mai detto.

«Anche tu mamma» ammetto «I nonni come stanno?»

«Stanno molto bene, la nonna mi chiede sempre di te. Probabilmente in questi giorni ti faremo una videochiamata insieme».

«Oh sì, mi farebbe molto piacere» annuisco.

«Per il resto come va? Ti trovi bene con gli amici di tuo fratello?»

«Sì, sono tutti molto carini con me» le confido, ed è l'assoluta verità.

Questi ragazzi mi hanno accolta dal primo istante con molta gentilezza e disponibilità. È la prima volta che ho così tanti amici. Con loro riesco ad essere davvero me stessa. Sono delle persone molto speciali e oltre a Sam, sono le prime che si sono interessate veramente a me. Per loro non sono la sorella di Jack, ma semplicemente Becky. Mi hanno da subito fatto sentire a mio agio e si sono dimostrati degli ottimi amici.

«Sono contenta, così ti sentirai meno sola quando inizierai il college» dice, cercando di rassicurare più se stessa che me.

«Sì, sicuramente. Anche se io risiederò nel dormitorio del campus, quindi staremo poco insieme» le faccio notare.

«Puoi sempre rimanere lì con Jack» propone.

«No mamma, voglio vivermi questa esperienza in piena indipendenza. Non voglio dipendere sempre da lui» le ripeto per la centesima volta «Ma comunque, stavo pensando... perché non provi a fare domanda in qualche ospedale qui a Santa Monica, così stiamo tutti insieme?» provo a cambiare discorso.

Se fosse per lei io e mio fratello dovremmo stare sempre insieme, per poterci controllare a vicenda.

«Non lo so tesoro, ci penserò» mi promette.

Take me homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora