Chapter eighteen

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Becky's pov

Nel giro di dieci minuti, Travis è riuscito a rovinare questa splendida giornata. Non riesco ancora a credere che mi abbia dato della puttana. Questa volta ha davvero esagerato. Ho deciso di andar via dalla spiaggia, non voglio che qualcuno mi veda in queste condizioni. Attraverso la strada e mi dirigo verso casa, mentre le lacrime continuano a bagnare il mio viso. Entro nell'appartamento e corro sulla poltrona fuori al mio balconcino. Ho bisogno di far ordine tra i miei pensieri e quello è l'unico posto che riesce a trasmettermi una tranquillità infinita.

Mi rannicchio sulla poltrona, ammirando il panorama che ho davanti. Sposto lo sguardo sulla spiaggia e intravedo le ragazze giocare a riva con il freesbe. Solo ora mi rendo conto che sono andata via senza avvisarle. Prendo il telefono dalla tasca del mio pantaloncino e mando un messaggio a Chloe.

Sono tornata a casa, poi ti spiego.

Mi perdo nell'immensa bellezza del mare poco distante da me, mentre ripenso a tutto ciò che è accaduto poco fa. Sono rimasta davvero delusa dal comportamento di Travis. Pensa davvero che io sia una puttana? D'altronde come potrebbe non pensarlo, se non ho fatto altro che cedere ogni volta che le sue mani sfioravano il mio corpo? La colpa è mia, lui è semplicemente stato se stesso. Mi avevano avvisato tutti sul suo conto, ma come una stupida, ho deciso di non basarmi sull'opinione altrui, bensì su quello che vedevano i miei occhi. E per un momento ci avevo creduto davvero di aver visto qualcosa di diverso in lui, ma sono stata così ingenua. È sempre stato attratto dal fatto che non avrebbe potuto avermi a causa di Jack, non sono stata altro che una stupida sfida per lui. Prima di venire a Santa Monica, mi ero ripromessa di non cacciarmi in queste situazioni e ora eccomi qui, a piangere per le conseguenze delle mie azioni. Questa volta, il te lo avevo detto, me lo dico da sola. Ora dovrò cercare di far finta che non sia mai accaduto niente tra di noi, dovrò controllare le mie emozioni ogni volta che poserà il suo sguardo su di me.

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore della porta che si apre. Mi sporgo verso l'interno per vedere chi sia appena entrato. Rabbrividisco, non appena vedo Travis. Mi alzo di scatto e vado verso di lui.

«Esci subito fuori dalla mia camera!» ringhio a denti stretti.

«Becks... possiamo parlare?»

«Mi sembra che tu sia stato fin troppo chiaro con me, poco fa, sulla spiaggia» affermo, incrociando le braccia al petto.

«Mi dispiace» sussurra, guardandomi negli occhi.

«Per cosa Travis?» chiedo «Per cosa ti dispiace? Per avermi usata per un tuo tornaconto? Per avermi dato della puttana? Per aver preso a pugni Louis? Per esserti comportato da stronzo per l'ennesima volta? Sono davvero curiosa di sapere, tra le tante cose che hai fatto, per cosa tu sia dispiaciuto!»

Lo guardo dritto negli occhi mentre pronuncio queste parole, ma questa volta il mio sguardo è gelido. Non riuscirà più a farmi del male.

«Io non ti ho usata Becks» ribatte, avvicinandosi a me.

«Finiscila di chiamarmi con quello stupido soprannome!» urlo spazientita «Io e te non siamo niente Travis. Non siamo amici, non siamo conoscenti, non siamo un cazzo di niente!» continuo con disprezzo «Per quanto mi riguarda, tra di noi c'è stata solo qualche scopata e niente di più. Non sei il tipo di persona che voglio nella mia vita!»

«Ah no? E che tipo di persona vorresti nella tua vita?» domanda, avvicinandosi nuovamente a me «Quel coglione di Louis? È lui che vuoi?» mi blocca con le spalle contro la finestra, riesco a sentire il suo respiro sul mio viso «E dimmi, lui sarebbe in grado di farti godere come faccio io? Lui sa che hai un punto debole proprio qui, dietro l'orecchio?» sussurra, baciandomi delicatamente proprio in quel punto.

I suoi occhi sono fissi nei miei. Mi vuole, ma questa volta non faremo sesso. Poso le mani sul suo petto, allontanandolo da me.

«Per te gira tutto attorno al sesso Travis» sputo, continuando a sostenere il suo sguardo «Louis sa molto più di questo, perché a lui interesso veramente. Tu mi vuoi solo portare a letto, io per te, sono solo una stupida distrazione».

«Lui vuole la stessa cosa che voglio io, ti sbagli se pensi di conoscerlo» replica freddo.

"Lui vuole la stessa cosa che voglio io" ripeto questa frase nella mia mente, mentre sento formarsi un nodo alla gola.

«Di sicuro non conosco te Travis» mormoro, con un filo di voce «Ho sbagliato a vedere in te qualcosa che non c'è».

Accorcia nuovamente la distanza tra di noi, prendendo il mio viso tra le mani. I miei muscoli si immobilizzano.

«Non è così Becks» sussurra sulle mie labbra «Non so perché ho preso a pugni Louis o meglio lo so, ma non riesco a capirne il motivo» si indica la testa con un dito «Tu mi sei entrata qui e non mi era mai successo prima».

Il mio cuore salta di un battito non appena sento pronunciare queste parole.

«Cosa vuoi da me Travis?» mi decido a chiedere.

«Non lo so» confessa «Tutto ciò che so è che quando sei con me fa tutto meno male».

Con me fa tutto meno male? A cosa si riferisce?

«Non posso darti quello che vuoi Travis» scrollo le spalle.

Le lacrime che stavo cercando di trattenere, scorrono senza sosta sul mio viso.

«Sii mia amica, lasciami dimostrare che sono in grado di far funzionare questa cosa» sfiora il mio naso con il suo «Solo amici Becks, nulla di più».

Rifletto su ciò che mi ha appena detto. Mi sembra davvero sincero, ma questa volta non voglio cedere. Ogni volta che siamo vicini, mi lascio influenzare dalle sensazioni che provo e non riesco a pensare lucidamente. Ed è proprio per questo motivo che siamo arrivati a questo punto. Non potrà mai funzionare tra me e Travis, devo cercare di andare avanti e non pensare più a ciò che è accaduto tra di noi.

«Mi dispiace Travis, ma questa volta voglio ascoltare la mia testa. Ti ho già dato una seconda possibilità quella sera sul terrazzo. Io ho bisogno di tranquillità e tu non puoi darmela. Vogliamo cose diverse. Non voglio costringerti ad essere quello che non sei. Quindi, per una volta, devo fare ciò che è giusto per me stessa... non voglio più soffrire!»

Mi fa male pronunciare queste parole, ma a volte certe situazioni è meglio bloccarle subito, prima che sia troppo tardi.

Nella stanza cala il silenzio per qualche secondo. Poso una mano sul suo petto e lo allontano, mentre lui continua a guardarmi. È combattuto, lo vedo. Apre la bocca per pronunciare qualcosa, ma la richiude subito dopo. Riesco a percepire la delusione dal suo sguardo.

«Se è questo quello che vuoi...» esclama infine.

Lo guardo allontanarsi. La porta della mia camera si chiude e io scivolo sul pavimento con la testa tra le mani, mentre altre lacrime continuando a scendere sul mio viso.

Ho imparato a mie spese che a volte è meglio non forzare nulla. Le cose forzate non valgono la pena e ciò che viene forzato, prima o poi fallisce e ti lascia dentro solo tanto dolore. E io sono stanca di sentire sempre tutto questo dolore dentro di me.

#Spazio autrice 🌹🖤
Vi chiedo scusa per non aver pubblicato prima questo capitolo, ma in questi giorni sono stata molto impegnata con lo studio. So che il capitolo è un po' corto, ma non potevo andare avanti. Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate se vi va! :)

-Juls.

Profilo Instagram della storia: juls.stories

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