Capitolo 8

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L'Enteprise dopo i cinque anni passati al comando di James Kirk, entrò nell'hangar spaziale per esser sottoposto ad una estesa rimodernizzazione; di conseguenza a tale avvenimento, ci fu un passaggio di consegne, in quanto il capitano della nave stellare non sarebbe più stato James Kirk, ma William Decker.

Quest'ultimo in quanto nuovo capitano avrebbe supervisionato i lavori condotti da Scotty, che a differenza di alcuni suoi colleghi non ricevette nessuna promozione di grado, rimanendo capo ingegnere della nave.

Parte degli ufficiali di plancia ebbero una promozione e sarebbero rimasti: Uhura e Sulu vennero promossi al grado di tenente comandante, riconfermati entrambi al loro precedenti ruoli sull'Enteprise, Pavel Chekov venne promosso a tenente e prese servizio come capo della sicurezza ed ufficiale tattico della Enterprise.

Spock come aveva anticipato agli amici di sempre Jim e a McCoy, scelse di ritirarsi dal servizio attivo della Flotta per ritornare al suo pianeta natale con T'Dal, non solo perché desiderava che la bambina frequentasse le scuole e legasse con i coetanei, ma voleva intraprendere il percorso del Kolinahr e l'unico modo per farlo era quello di tornare su Vulcano. In cuor suo Spock sapeva di essere troppo legato emotivamente a T'Dal, ma ancora di più Kirk e McCoy.

A proposito dei due amici, Kirk ebbe una promozione al grado di retroammiraglio iniziando a lavorare come Capo Operazioni della Flotta Stellare al centro di comando della Terra; mentre McCoy invece decise di ritirarsi dal servizio attivo della Flotta nel 2269 per intraprendere nuovamente la professione privata di medico.

***

Il ritorno su Vulcano aveva reso irrequieta T'Dal. La bambina era a conoscenza che quel ritorno sul pianeta natio sarebbe stato definitivo fino a che non avesse raggiunto l'età che le avrebbe permesso di scegliere cosa volesse fare della sua vita; se vivere su Vulcano frequentando l'accademia delle scienze vulcaniane o partire per l'accademia della Federazione. Spock era sempre stato molto chiaro su cosa sarebbe successo alla fine della missione della nave, ma i sentimenti che la bambina pensava di provare mettendo piede su Vulcano dopo così tanto tempo, non li provava affatto: non provava felicità o aspettativa, provava solo tristezza.

La vita su una nave stellare aveva una propria routine e anche lei in quei due anni passati tra le stelle ne aveva una tutta per sé: ogni mattina si svegliava, faceva colazione con Spock, passava del tempo con Kirk e McCoy, stava in plancia spesso e volentieri, faceva pranzo e la cena seduta in mensa con il padre o con gli zii specialmente lo zio Leonard, studiava, giocava, guardava le stelle sul ponte di osservazione.

Ora era tutto svanito. La casa che Spock avrebbe condiviso con T'Dal si trovava nello stesso quartiere dove si trovava la casa di Sarek e Amanda,  quella sistemazione era stata conveniente, in quanto Spock sarebbe stato fuori casa molto a lungo e non voleva che la figlia adottiva dovesse viaggiare troppo spesso da un punto ad un altro del pianeta.

«T'Dal. Sei pronta?» chiese Spock guardando la figlia adottiva con aria seria.

«No.» fu la risposta della bambina, la più sincera e semplice che riusciva a trovare, non aveva nessun motivo per dire una bugia.

«Lo so, nemmeno io. Jim direbbe "andrà tutto bene" e lo penso.» le disse Spock, tentando di essere incoraggiante.

«Non so, ho paura di non farcela.»

«Ce la farai» disse il vulcaniano, guardandola, dicendo quelle parole rivolto ad entrambi, ce l'avrebbero fatta a riadattarsi ad una vita "normale".

***

Nei mesi successivi T'Dal non riusciva ad integrarsi, sostenendo che i bambini fossero crudeli, cosa che a Spock dava un senso di déjà vu. Vedeva la bambina piangere, lui la ascoltava e la incoraggiava, faceva del suo meglio. Quando era giunto il momento di iniziare il percorso del Kolinahr, Spock salutò la bambina dicendo che non si sarebbero rivisti almeno per i due anni successivi a parte rara qualche concessione.

As the world falls down (Italian Version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora