Sul Pianeta Terra era giugno 2269 ed erano passati otto mesi dall'arrivo di T'Dal sull'USS Enterprise. A gennaio 2270 la missione quinquennale dell'astronave si sarebbe conclusa e c'era aspettativa riguardo cosa sarebbe accaduto al loro rientro sulla Terra. L'unico certo della sua scelta era Spock, che decise di ritirarsi dal servizio attivo per tentare di costruire una vita con la figlia adottiva su Vulcano e stava valutando di sottoporsi al rituale del Kolinahr, per via delle sue occasionali dimostrazioni di emozioni durante le missioni sull'Enterprise, così da eliminare anche le ultime tracce di emozioni residue.
C'era qualcosa che lo affliggeva, che attanagliava quella parte umana ma che non ne conosceva il motivo, sebbene non intaccasse nemmeno lontanamente il suo, sin troppo preciso e dettagliato operato in plancia. Spock era diventato inseparabile dalla figlia adottiva, sebbene cercasse di rimanere freddo e distaccato, aveva un'illogica paura che qualcuno o qualcosa la potesse portare via. Sebbene la stanza di Spock avesse una temperatura gradevole dato che era stata adattata a quella che avrebbe avuto sul suo pianeta natale, si chiese se T'Dal provasse freddo; proprio come la prima volta che era salita a bordo dell'Enteprise. Su Vulcano sarebbe vissuta meglio?
T'Dal giocava davanti a lui dopo aver consumato insieme la cena in mensa ed era restia ad andare a dormire. Ogni sera gli sembrava più grande e stava cambiando, assomigliando sempre di più ad una vulcaniana della sua età, più educata e posata. Sapeva che tutto l'equipaggio guardava a quella bambina come se fosse stata la figlia o una sorella che aveva visto a casa sua anni prima e che era impaziente di incontrare nuovamente; lo stesso equipaggio in un futuro l'avrebbe ricordata come la mascotte dell'Enterprise, qualcuno come membro onorario della sua famiglia, in entrambi i casi tutti la guardavano con speranza che le nuove generazioni continuassero a vivere in un momento di pace.
«Andiamo dallo zio Leonard?» chiese T'Dal lei ad un certo punto e Spock annuì.
«Certo, cambiati e andiamo.»
Un'ora più tardi, T'Dal si era addormentata sul lettino dell'infermeria, Spock la guardò assorto.
«Vorrei sapere come riesci a convincerla ad andare a dormire sebbene tu sia evidentemente esausto.»
McCoy ridacchiò.
«Sono genitore da più tempo di te, Joanna è molto più grande di T'Dal e ho dovuto imparare quando era una neonata. Tu hai avuto la fortuna di essere genitore con una bambina più grande. Devi sapere, però, che a discapito della loro razza, i bambini sono tutti uguali, quando è ora di andare a letto fanno i capricci.» disse lasciando che fosse Spock a coprire la bambina con una coperta.
Il dottore guardava con attenzione il primo ufficiale, studiandone l'espressione e gli sembrava abbattuta, non ricordava di aver mai visto Spock in quello stato e guardandolo sedersi, McCoy non riuscì a trattenersi dal porre la domanda, che da tempo voleva porgli.
«Cosa succede Spock? Avanti, a me puoi dirlo, ammetto che mi duole vederti così e non sto scherzando» disse guardando l'amico, invitandolo a sedersi intorno ad un tavolo non troppo lontano dalla bambina addormentata.
Il vulcaniano guardava la figlia adottiva dormire scegliendo come sempre la sedia dove potesse osservarla meglio, pronto ad intervenire nel momento del bisogno. La schiena ben appoggiata sullo schienale e sospirò appena guardando l'amico. Sapeva che poteva fidarsi di McCoy e avrebbe voluto parlarne anche con Jim, ma tra i due solo Leonard era un genitore.
Le domande che assillavano la parte umana di Spock erano molte, nonostante avesse razionalizzato e dato una risposta logica ad ogni questione che gli veniva in mente, non sapeva da che parte cominciare.
Dato che il primo ufficiale non parlava, Leonard McCoy cercò di incalzare una qualunque risposta.
«Avanti Spock, T'Dal dorme e Jim non c'è, è una serata piuttosto tranquilla ed è un evento più unico che raro. Se preferisci, tutto quello che diremo sarà etichettato come segreto professionale. Nessuno saprà nulla.» disse piano.
Spock valutò quella proposta e si disse che alla fine quella proposta non gli dispiaceva.
«Credo di aver fatto un errore, quando ho portato con me su questa nave T'Dal. Questi otto mesi mi hanno aiutato ad avere una prospettiva diversa delle cose, ma sono convinto di non aver avuto alcun diritto di portala qui, sebbene fosse la cosa più logica da fare. Non ho violato la prima direttiva, ma ora è qui nello spazio freddo, dove non ha nessuno con cui giocare, sull'Enteprise siamo tutti adulti. Non ci sono vulcaniani a parte il sottoscritto a bordo, la comunità per un vulcaniano è importante.»
McCoy gli sorrise, aveva capito il punto e non era una falla nella sua logica. Era un padre che cercava di capire come fare a dare il meglio per la figlia.
«Ascoltami bene. Non ti permetto di pensare anche solo per un minuto che a Vulcana Regar sarebbe stata meglio. Come pensi che potesse esserlo con nessuno che voleva essere il suo tutore? Magari sarebbe stata allevata lontano da Vulcano e avrebbe perso la sua identità vulcaniana, mentre ora ha te, dannazione.» chiese con impeto, mantenendo però un tono gentile.
«So di non essere la persona più adatta per darti dei consigli, la mia ex moglie mi ha portato via Joanna anni fa, ci siamo riavvicinati da poco tempo e comunque riesco a vederla raramente. Le mando molte lettere e cerco di essere presente quando sono qui, ma tu stai facendo tutto il possibile per esserci e lei se lo ricorderà. T'Dal sta bene Spock, è sana ed è felice. Forse quando sarà su Vulcano avrà alcune cose da migliorare, ma impara in fretta, l'hai visto anche tu. Ha una memoria eidetica e ricorda tutto quello che ha visto, letto o sentito. È incredibile. Credimi se ti dico che farà carriera ovunque vorrà e secondo me avremo un ufficiale scientifico come il padre.»
Spock deglutì a vuoto, il dottore aveva capito il problema, ma come ammetterlo al dottore?
Non ce ne fu bisogno, McCoy comprese al volo che quell'istante di silenzio valeva come un'affermazione positiva.«Andrà tutto bene.» gli disse piano con un sorriso.
Spock annuì e notò un paio di ragazzi entrare in infermeria, non avevano una bella cera.
«Credo sia ora di portarla a letto, c'è un problema medico in corso.» disse Spock.
«Concordo.»
"Ora va tutto bene" pensò il vulcaniano, prendendo la bambina in braccio e tornare in camera, con il cuore più leggero.
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As the world falls down (Italian Version)
FanficLa missione quinquennale della nave stellare Enteprise NCC-1701, capitanata da James T. Kirk, stava giungendo al termine. Un giorno un'emergenza che coinvolge la città vulcaniana di Vulcana Regar, fa sì che un ufficiale di plancia faccia la conoscen...