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Mi sento una piccola mongolfiera che cammina.
Sono al quinto mese di gravidanza e lavoro ancora al club. Certo, mi stanco ancora di più rispetto a prima e sto quasi sempre in ufficio a gestire il tutto.
Durante questi mesi la situazione non è cambiata e Hector si è stabilito ancora di più a casa mia portando anche un pò di cose sue e abbiamo iniziato a sistemare la camera degli ospiti per trasformarla in cameretta.
Le donne continuano a provarci spudoratamente con il mio migliore amico cubano, ma lui non fa nulla. Rifiuta tutte con mio grande stupore e tiene duro nella sua battaglia.
Ormai si è sparsa voce che Hector Valdés è diventato serio, che ha una donna fissa e che diventerà padre. Quando i ragazzi finiscono di ballare, io e il mio amico andiamo via dal locale sempre abbracciati e le donne sanno anche chi è la donna fissa e la madre di suo figlio.
Si, figlio.
Proprio il mese scorso abbiamo scoperto di aspettare un maschio e Hector si è messo a ballare per la gioia e ha fatto ballare anche la mia ginecologa. Ormai piangiamo come scemi ad ogni ecografia che facciamo vedendo nostro figlio sullo schermo.
A giorni dovrebbero venire anche i genitori di Hector a farci visita e ovviamente dormiranno nell'appartamento di loro figlio.
Gina, la nostra vicina, passa tutti i giorni a trovarci e mi vizia con ogni prelibatezza preparata da lei.
-"Sono terrorizzata" dico al mio amico dopo la chiamata dei suoi genitori.
-"Anch'io" dice serio fissandomi mentre stiamo mangiando la colazione.
-"Strano. Non eri tu quello bello tranquillo?" lo prendo in giro.
-"Non dopo aver parlato con mio padre" dice serio.
-"Perché? Cosa ti ha detto?" chiedo seria e tesa.
-"Vuole che ti sposi. Non si arrende" dice serio. Alzo gli occhi al cielo.
-"Mi dispiace per tuo padre, ma non è un'opzione a cui acconsentirò" dico seria fissandolo. Anche lui è d'accordo con me.
-"Lo so benissimo Ana. Nemmeno io sono d'accordo con lui, non lo sono mai stato" dice serio e scocciato.
-"Tua madre?" chiedo curiosa.
-"Non parla con papà" dice sorprendendomi.
-"Eh? Perché?" chiedo sconvolta.
-"Perché mamma è d'accordo con noi e a mio padre non va giù e si è impuntato. Ha deciso di non parlargli" dice divertito.
-"Merda. Stiamo facendo litigare una coppia longeva" dico dispiaciuta.
-"Faranno pace. È papà che si sta comportando come un bambino capriccioso" dice il mio amico ridacchiando.
-"Lo spero. Non ho proprio voglia e mi dispiacerebbe un casino far saltare un matrimonio che dura da trent'anni" dico seria e preoccupata.
-"Smettila. Non salterà nulla. Al massimo potranno saltare le nostre teste" dice ridendo alla fine. Sbuffo scocciata.
-"Merda" dico sentendo per la prima volta scalciare il bambino. Rimango senza fiato portandomi la mano sul punto dove mi ha scalciato. Hector mi guarda preoccupato.
-"Che succede? Stai bene?" chiede teso. Sorrido e sento un altro calcio.
-"Sta scalciando" dico felice. Hector sorride a trentadue denti e allunga il braccio poggiando la mano sul mio ventre prominente. Gli sistemo la mano dove ho sentito i primi due colpi, ma non succede nulla.
-"Ok. Ha deciso di non farsi sentire ora" dice dispiaciuto Hector.
-"Dai piccolo, fai il timido proprio ora che papà vuole sentirti?" dico dolcemente rivolta verso la pancia. Niente. Fisso Hector negli occhi mentre siamo a pochissima distanza e rimango imbambolata a fissare i suoi occhi nocciola profondi e sento un calcetto. Sorrido e Hector sorride felicissimo con gli occhi che gli diventano lucidi.
-"Eccoti  amore papà" dice Hector dolcemente avvicinandosi alla mia pancia. Il bambino scalcia di nuovo e sorrido in automatico.
-"Sei il regalo più bello che potessi ricevere" dice vicino la mia pancia prima di baciarmela facendomi commuovere.
-"Come lo chiamiamo?" chiedo asciugandomi le lacrime. Hector alza la testa e mi fissa sorridendo per poi avvicinarsi di più a me e baciarmi le labbra con un soffice bacio.
-"Che ne dici di Juan, Manuel, Carlos, Augusto Valdés?" dice sorridendo. Lo guardo sconvolta.
-"Eh? Perché tutti questi nomi? Deve avere per forza tremila nomi?" chiedo scioccata facendolo ridere.
-"No, ma da noi si usa così" dice alzando le spalle e poi mi bacia la spalla nuda.
-"Da noi uno. Facciamo che scegliamo un nome, al massino due" dico seria.
-"Ok. Quale scegli dei quattro che ti ho detto? O se ne hai altri" dice sorridendo. Ci penso sù.
-"Juan Manuel non sarebbe male e nemmeno Juan Carlos. Però io vorrei mettergli un nome americano" dico pensierosa.
-"Del tipo?" chiede curioso.
-"Kevin, Clark, Dean, Sean, Tom, Richard, Joe. Non so...." dico seria. Hector scoppia a ridere e lo fisso male.
-"Ok. Possiamo pensarci sopra. Abbiamo ancora del tempo per scegliere" dice sorridendo e accarezzandomi la pancia.
-"Ok. Possibilmente non il giorno del parto" dico sarcastica.
-"A me comunque piacciono i nomi  Juan, Manuel, Carlos, Augusto" dice ridendo. Lo picchio sulla spalla.
-"Sei senza speranza" gli dico scocciata.
-"Amore di mamma, non ascoltare tuo padre. Vuole metterti cinquanta nomi e quando mi farai incazzare non potrò nemmeno chiamarti per intero visto che sprecherò metà giornata solo per dire tutti i tuoi nomi" dico seria facendo scoppiare a ridere il mio amico.
-"Sarà uno spasso vederti incazzata con nostro figlio e tu che lo chiamerai facendo l'appello" dice ridendo.
-"Grazie a suo padre" dico ironica. Hector mi tira a lui abbracciandomi.
-"Decideremo insieme tesoro. Io non decido nulla da solo. È nostro figlio" dice dolcemente prima di baciarmi il collo provocandomi brividi lungo la colonna.
Il sesso tra noi continua normalmente anche se con più difficoltà visto la pancia che lievita.

UN AMICO COME SPOGLIARELLISTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora