-"No Hector. Tua mamma è ottusa come te, anzi come voi. È diventata una donna moderna da strapazzo e non sente ragioni sulle nostre usanze" dice il padre seduto sul divano di casa mia. Sono arrivati a New York da due giorni e non si fa altro che battibeccare sul matrimonio che non vogliamo e la tensione cresce anche tra i suoi genitori.
-"Sei tu che sei ottuso e antiquato" dice la moglie irritata a braccia conserte e poi sbuffa. Hector mi guarda negli occhi come un condannato.
-"Papà, ne abbiamo parlato tremila volte. Ti stiamo per dare un nipote. Non sei contento così? Perché ci devi forzare a fare un passo che non vogliamo fare?" dice esasperato il mio migliore amico al padre.
-"Perché un bambino non può nascere al di fuori del matrimonio Hector" tuona il padre facendo sussultare tutti.
-"Chi l'ha detto? Mica siamo nel medioevo?" risponde la moglie acida.
-"Papà, lascia stare per favore. Fai agitare Ana con questi discorsi e di conseguenza anche nostro figlio" dice serio Hector.
Più che agitata sono scoglionata.
-"Vado a distendermi" dico a tutti alzandomi dal divano. Oggi abbiamo la giornata di riposo, menomale.
Hector mi accompagna in camera e chiude la porta dietro di lui.
-"Scusami per mio padre. È così ostinato" dice dispiaciuto accarezzandomi il viso.
-"Tranquillo Hec. Più che comprensibile se è cresciuto con tali usanze e la pensa così" dico sorridendo.
-"Stai dicendo che vuoi sposarti?" chiede serio.
-"Eh? Ma che sei scemo?" dico seria. Hector scoppia a ridere.
-"Credevo fossi impazzita di colpo" dice ridendo.
-"Non sono rincoglionita fino a questo punto amico mio" dico scostandomi e allungandomi sul letto e poggiare le mani sul ventre.
-"Dio mio, mi sembra di impazzire" dice Hector sospirando frustrato passandosi le mani sulla testa rasata.
-"E voi fate impazzire me. Io che devo stare tranquilla" dico sospirando.
-"Scusaci. Riposati tu. Io porto i miei di sotto e vado a fare la spesa. D'accordo?" dice serio accarezzandomi i capelli.
-"D'accordo" dico sbadigliando.
-"Ottimo. A dopo piccola" dice dolcemente baciandomi la fronte. Sorrido e chiudo gli occhi stanca morta di tutto e tutti.********
-"Tuo padre lo adoro ma è sfiancante" dico al mio amico quando si siede sul divano accanto a me e avvolge un braccio intorno alle mie spalle. Abbiamo cenato insieme e poi sono andati via mentre Hector sistemava la cucina e io mi sono messa sul divano bella comoda.
-"Lo so tesoro. Sono prosciugato anch'io. Mi sento un relitto" dice stanco.
-"Certo, nemmeno tu ti riposi. Corri avanti e indietro per me, esci a fare la spesa, cucini, sistemi la cucina e litighi con tuo padre" dico dispiaciuta.
-"È lui che mi stanca. Sai che farei di tutto per te tesoro, non ne dubitare mai. Siete la mia famiglia ora e me ne devo prendere cura" dice dolcemente stampandomi poi un soffice bacio sulle labbra.
-"Mi fai perdere la testa se parli così" lo prendo in giro.
-"È quello il mio scopo" risponde prendendomi in giro anche lui facendomi ridacchiare.
-"Sei uno scemo Hec" dico sorridendo.
-"E tu sei tutto per me" risponde serio e baciandomi poi con passione.
-"Anche tu per me" sussurro sulle sue labbra fissandolo. Hector mi bacia con foga stringendomi al suo corpo.
-"Succhiami il cazzo piccola" dice poi rude facendomi ridere.
-"Sei un cretino" dico ridendo.
-"Un cretino con il cazzo duro e le palle doloranti. Forza, succhiamelo. Voglio venirti in bocca" dice serio abbassandosi la tuta liberando il suo enorme uccello. Mi lecco vogliosa le labbra e poi mi abbasso sopra il suo cazzo prendendolo in mano e lecco la sua cappella grossa. È durissimo come l'acciaio, forse di più e le vene sono in rilievo. Hector ansima e poggia la mano sulla mia testa accarezzandola mentre passo la mia lingua in senso rotatorio sulla sua cappella e poi apro la bocca accogliendolo per un quarto dentro e inizio a muovermi sù e giù mentre con la mano massaggio la sua asta con difficoltà. Hector strattona i miei capelli spingendomi ancora di più, fino a sentirlo in gola. Inizio a muovermi con la testa sopra e sotto continuando a massaggiarlo e poi lo tiro fuori dalla bocca leccando la sua enorme asta dura e massaggio le grandi palle gonfie. Lecco la sua corona che circonda la cappella con lenti movimenti e poi con la lingua do piccole stoccate al frenulo facendolo sussultare e stringere forte la mano tra i miei capelli mentre ansima forte. Apro la bocca accogliendo solo la grossa cappella che inizio a succhiare forte fino a farlo esplodere nella mia bocca con lunghi ed abbondanti fiotti di seme caldo e un pò salato mentre mi spinge la testa accogliendolo fino alla gola e grida come un posseduto, tremando.
-"Cristo santo, Ana" dice sconvolto lasciandomi andare la testa e lo tiro fuori dalla mia bocca mentre inizia a rilassarsi. Mi accarezza il viso con i pollici e poi mi spinge verso di lui per baciarmi con un bacio possessivo e profondo.
-"Sono tutto tuo Ana. Sento di non poter appartenere a nessun altro oltre te dopo questo pompino favoloso. Sei il mio tutto" dice roco e affannato. Sorrido e scuoto la testa.
-"Sei romantico anche dopo un pompino. Strano" dico divertita. Hector sorride stanco e mi bacia con irruenza.
-"Io sono romantico con te, sempre. Anche quando ti chiedo di succhiarmelo" dice serio facendomi scoppiare a ridere.
-"Ecco, per l'appunto" dico sarcastica.
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UN AMICO COME SPOGLIARELLISTA
عاطفيةHector Valdés è uno spogliarellista cubano trapiantato a New York da dieci anni. Ha trentadue anni e lavora come spogliarellista da dieci anni. Ama il suo lavoro e ama divertirsi tutte le sere con una donna diversa dall'altra. Ana Foley è una ragazz...