-"Dai Hec, non rompere. Stasera vediamo il film che ho detto io" dico severa.
Siamo a casa sua ed è pieno autunno inoltrato. Inoltre sono passate già tre settimane da quando i suoi genitori sono venuti a New York a fare il piccolo viaggio di nozze e sono ripartiti una settimana dopo. Io e il mio migliore amico ci siamo legati ancora di più con la convivenza forzata e il tanto sesso che non smettiamo mai di fare.
Hector non sta più andando con altre donne e la sera torna sempre insieme a me a casa e la notte la passiamo a casa sua o a casa mia.
Questa settimana siamo a casa per ferie. Damon ha deciso di chiudere il locale per una settimana per farci riposare tutti.
In effetti sono abbastanza stanca ultimamente e mi gira spesso la testa. Credo sia la mancanza di sonno e la stanchezza accumulata.
-"Ti giuro, che se dobbiamo passare una settimana di ferie così, me ne torno a Cuba" dice scocciato.
-"Ciao. Buon viaggio" dico ridendo. Hector mi guarda serio e non risponde.
-"Non fare l'offeso per una battuta cretina" dico spingendolo per una spalla. Il mio amico mi guarda serio e mi ribalta sul suo divano mettendosi sopra di me. Quel movimento brusco mi causa un movimento stranissimo nello stomaco tanto che lo sposto bruscamente per correre subito in bagno a vomitare.
Ma che cazzo.
-"Ehi, Ana? Stai bene?" chiede Hector preoccupato. Non rispondo nemmeno perché vomito tutta la cena che ho mangiato. In realtà sono disturbata da questa mattina.
Prima mi sono beccata l'influenza e ora ci mancava solo il virus gastrointestinale.
-"Ehi, tesoro" mi chiama preoccupato spostandomi i capelli.
Mi alzo da terra quando sono certa di aver finito e mi lavo la bocca.
-"Non lo so che succede. Forse mi è venuto il virus gastrointestinale. Tanto ho già passato l'influenza" dico affannata.
-"Dio mio, speriamo di no. Non è che ti sta facendo come l'altra volta?" chiede serio il mio amico. Alzo le spalle abbracciandolo.
-"Vuoi che ti faccia un pò di thè caldo?" domanda serio.
-"Si grazie" dico sedendomi sul divano e prendendo la coperta per coprirmi.
-"Vuoi metterti a letto? Magari stai anche più comoda" dice con tono preoccupato.
-"Sto bene Hec, tranquillo" lo rassicuro. Mi fa un cenno con la testa e va a farmi il thè caldo.
Dopo cinque minuti torna con la tazza fumante che mi porge e al solo odore faccio un salto per correre di nuovo in bagno a vomitare anche l'anima.
Ma che diavolo ho?!
Hector viene da me reggendomi i capelli mentre mi svuoto nel suo water.
-"Sei sicura che sia virus? Non lo so, può darsi anche che mi sbaglio tesoro, ma io non credo sia virus. Ti sta rifacendo come l'altra volta quando ti doveva tornare il ciclo" mi ricorda il mio amico. Sgrano gli occhi quando realizzo una cosa. Il cuore inizia a battere subito impazzito.
Quando mi doveva tornare il ciclo? Faccio due calcoli e il ciclo doveva tornarmi circa una settimana fa.
-"Merda" esclamo terrorizzata alzandomi tremante.
-"Cosa c'è?" chiede serio Hector fissandomi.
-"Cazzo che casino" dico disperata uscendo dal suo bagno e prendendo in mano il telefono con il calendario.
Una settimana di ritardo.
Una settimana non vuol dire niente, vero?
Spero proprio di sbagliarmi, anche perché quando sarebbe successo? Prendo sempre la pillola.
-"Merda" dico di nuovo realizzando un'altra cosa che mi sono appena ricordata. Hector non ci sta capendo nulla.
-"Si può sapere che diavolo ti prende? Mi stai spaventando" dice serio.
-"Fidati Hec, ti cagherai addosso dopo" dico enigmatica.
-"Mi dici che cazzo succede? Perché sei così sconvolta e piangi?" sbotta irritato. Mi tocco la faccia e in effetti c'è l'ho bagnata. Non mi sono nemmeno accorta di piangere.
-"Credo che questa volta non sia colpa del ciclo" dico con un filo di voce guardandolo. Non afferra. Mi guarda confuso.
-"Che vuoi dire?" dice serio.
-"Ho un ritardo Hec" dico abbassando lo sguardo sulle mie mani. Hector si alza di colpo iniziando a camminare avanti e indietro rimanendo zitto.
-"Ok. Non allarmiamoci. Una settimana in fondo non è tanto. Può capitare" dice autoconvincendosi.
-"Non lo so" dico disperata.
-"Non prendi la pillola?" chiede serio fissandomi. Lo guardo storto.
-"Certo che la prendo, ma non fa effetto se prendo altre medicine tipo gli antibiotici" spiego afflosciandomi.
-"Quindi di chi è?" chiede serio guardandomi con le mani sui fianchi.
-"È successo quando stavo male e non ho scopato con nessuno all'infuori di te" dico seria fissando i suoi occhi.
-"Il giorno che sono tornato da Cuba" dice con un sussurro.
-"Già..." dico sospirando.
Hector rimane in silenzio pensieroso e poi esce di casa all'improvviso senza dire nulla. Rimango immersa nel silenzio più totale senza capire la scenata che ha appena fatto.
Se ne andato lasciandomi da sola.
Merda! E se sta tornando a Cuba?
Anch'io sono spaventata a morte e di certo non voglio un figlio ora.
Inizio a piangere disperata raggomitolandomi su me stessa sotto la coperta, coprendomi anche la testa.
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UN AMICO COME SPOGLIARELLISTA
RomansaHector Valdés è uno spogliarellista cubano trapiantato a New York da dieci anni. Ha trentadue anni e lavora come spogliarellista da dieci anni. Ama il suo lavoro e ama divertirsi tutte le sere con una donna diversa dall'altra. Ana Foley è una ragazz...