.Capitolo 14. Ferita ( parte 1 )

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"Nessuno può farti più male di quello che fai tu a te stesso."

Gandhi

Diamante

La cicatrice di Dorian sull'avambraccio brillava di una tenue luce azzurrina, risvegliando dopo qualche secondo anche la mia, rimasta fino a quel momento completamente silenziosa. 

Quella parola che mi aveva marchiata a fuoco la pelle, prese a bruciare terribilmente e quasi mi vennero le lacrime agli occhi. 

Che stava succedendo? 

" E' il vostro legame. Tu sei legata ad entrambi, adesso. E non soltanto a causa della magia, Axel è tuo fratello, gli vuoi un gran bene, così come provi qualcosa nel profondo del tuo cuore per Dorian...devi curarli al più presto! " incitò mio zio, severo. 

Indietreggiai sconvolta, non sapendo cos'altro fare o dire.

" C'è qualcosa che ti lega a Dorian, non negarlo a te stessa Diamante, altrimenti questo legame sono sicura che non si sarebbe instaurato. Prova a capire ciò che ti lega a tuo fratello ed al suo gemello in armi, soltanto così sono sicura che riuscirai a richiamare e controllare il Fuoco Ardente. " incitò mia zia, infondendomi coraggio con una mano su una spalla. Stavo tremando, vacillai, schiacciata dal tremendo peso di due vite prossime alla morte che contavano solo su di me. 

" Il Fuoco Ardente è scattato nello stesso momento in cui l'ho ferito, adesso trova il modo di salvarlo...altrimenti non ci resterà altro che arrenderci all'Arcana. " aggiunse lui, non meno severo di prima. " Ti prego, non voglio essere il responsabile della loro morte, sono come dei figli per me. Ti scongiuro, Diamante, non posso essere io la causa della fine dell'umanità. "

Ti prego, ti scongiuro...non avevo mai sentito queste parole uscire dalla bocca di un mezz'elfo, mio zio sembrava davvero distrutto da questa situazione e consapevole del fatto di non potervi porre rimedio nonostante fosse stato lui a causarla, adesso era impotente!

I miei occhi s'inumidirono di lacrime, una sfuggì totalmente al mio controllo, rotolando sulla mia guancia. La mia vista si offuscò, mentre corsi ad abbracciarlo. 

" Non è colpa tua, zio. E' stata l'Arcana, è stata lei. E' solo colpa di quel mostro. So di poter fare qualcosa, lo percepisco in me, so di poterci riuscire, ma non so cosa fare, da dove iniziare...io sono così confusa e spaventata! " ammisi, sfogandomi contro il suo petto. Gli inzuppai la camicia che indossava e che lasciava trapelare l'odore di ciliegie della sua pelle ambrata.

" Se dentro di te sai che puoi farlo fidati di te stessa. Cerca di non farti annebbiare dalla paura e dall'ansia di non potercela fare. " mormorò lui con le labbra chiare intente a sfiorarmi la fronte per regalarmi un affettuoso bacio.  

" Sta soffrendo molto? " chiesi con un filo di voce tremante. 

Non poteva essere vero quel che i miei zii affermavano con tanta sicurezza. Io non provavo nulla per Dorian, non potevo provare qualcosa per lui. Non eravamo mai andati d'accordo, lui m'irritava come pochi, più volte avrei voluto ucciderlo io stessa con le mie mani! Pensavo di non provare nemmeno un briciolo di affetto per lui!

" Il veleno oltre a farlo soffrire nel fisico coinvolge anche la sua mente, lo tortura su ogni aspetto, per rendergli la morte dolorosa e lenta. " ammise Artex, crollando su una sedia. Era sfinito, da giorni stava facendo di tutto per tenere Dorian in vita, e di conseguenza per tenere in vita mio fratello.  

Dorian si agitò appena nel suo stato d'incoscienza, gli sfuggì qualche gemito di dolore dalle labbra semichiuse, ma nient'altro. Era imprigionato in una tortura continua! Il suo corpo martoriato da lividi e ferite, era scosso da qualche fremito in quel momento ed era ricoperto di sudore freddo. 

Fuoco Ardente - Cacciatori Di ElfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora