.Capitolo 12. Lotta

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"Come un animale selvatico, la verità è troppo per poterla ingabbiare."

Veronica Roth


Diamante

Per tutti gli elfi del pianeta! Incluso il famigerato ma mai esistito Legolas!

Questa caccia fatta in posti tropicali, come l'Indonesia, stava iniziando a darmi sui nervi. 

Ero completamente madida di sudore, in pratica jeans e maglietta erano appiccicati al mio corpo come fossero diventati una seconda pelle. I miei capelli color oro erano completamente in disordine ed in parte sporchi, bagnati da quella leggera pioggerellina che rendeva l'atmosfera ancora più umida e quindi intollerabile! 

" Tre a zero per me. " si vantò il mio compagno di caccia, mentre avanzava tra le viuzze ed i cunicoli della città di Makassar, con un sorrisetto odioso stampato su quella sua bella faccia angelica, per quanto detestassi ammetterlo. Sembrava ancora fresco e riposato, come una rosa, mentre io arrancavo dietro di lui come una vecchietta di ottanta anni con acciacchi molteplici e fior di parole di lamento sulle labbra. 

" Se la smetti di vantarti, forse riesco a concentrarmi. " mugugnai, afferrando saldamente l'elsa del mio stiletto. Un'arma che avevo richiamato dal mio anello dell'Ordine. Le scritte Spes e Lux rilucevano sulla lama argentea di Diargento, affilata e letale, sporca leggermente di sangue elfico. 

" Non riusciresti a concentrarti con la testa che ti ritrovi nemmeno in un convento di suore di clausura. " commentò divertito, passandosi una mano tra i corti capelli dorati. Quei ciuffetti incollati sulla sua fronte rendevano il suo aspetto ancora più interessante, intensificando la luce riposta nei suoi occhi eterocromi, quel misto di terra e prati che era in grado di farmi ghiacciare il sangue nelle vene. 

" Molto divertente, sì. Devo ammetterlo, hai una simpatia fuori dal comune. " concordai, con sarcasmo. Ruotai gli occhi verso il cielo e sbuffai nervosa. 

" Sarcasmo scaduto, principessina, pensavo sapessi fare di meglio. " punzecchiò il mio orgoglio come una spina conficcata nel fianco. 

" C'è qualcosa che apprezzi di me? " chiesi all'improvviso, fermando i miei passi. Era il crepuscolo, la traversa deserta in cui ci trovavamo era illuminata appena dalla luce morente del giorno. 

" T'interessa saperlo? " domandò lui, voltandosi completamente verso di me. 

" Dimmelo e basta. " pretesi, incrociando le braccia al petto. 

" Apprezzo molto la tua forza d'animo, sei coraggiosa e sai cosa vuoi. " rivelò, con una scrollata di spalle mentre continuava a stringere il calcio della sua pistola di Diargento, la sua arma preferita. 

" Sono quasi commossa. Sai, io di te non apprezzo proprio nulla. " commentai velenosa, passandogli di fianco per riprendere il cammino. 

" Proprio come immaginavo. " reagì lui con un sorrisetto ancora più irritante su quelle sue labbra provocanti e sicuramente morbide al tatto. 

" Ieri sera avevi detto che dovevi fare una cosa importante, invece sei andato in chiesa a pregare. " intavolai un discorso, così, tanto per parlare.

La caccia era finita, avevamo consegnato gli elfi che aveva catturato ad alcuni cacciatori locali e stavamo raggiungendo Miron nel posto stabilito.

Non vedevo l'ora di tornare al castello, farmi una bella doccia ed ingozzarmi di pizza, Cola e Nutella.  

" Pregare adesso non viene considerata come una cosa importante da fare? " ribatté lui, con un sospiro. La sua arma riprese la sua consueta forma ad anello, così come il mio stiletto. 

Fuoco Ardente - Cacciatori Di ElfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora