.Capitolo 16. Risveglio

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La tenebra non può scacciare la tenebra: solo la luce può farlo. 

L'odio non può scacciare l'odio: solo l'amore può farlo.

(Martin Luther King Jr.)


Diamante

" Chiedermi perdono? " ripeté lentamente con voce impastata dal sonno, batteva le palpebre confuso.

Un lieve sorriso increspò le mie labbra mentre mi torturavo le dita in grembo, non riuscivo nemmeno io a capire cosa stessi provando. Ero così contenta di sapere che stava meglio, il vederlo sveglio, il parlargli...mi riempiva di una profonda gratitudine. Ringraziai Dio per quel dono speciale, il Fuoco Ardente, perché se non l'avessi avuto...Dorian ed Axel sarebbero morti!

" Perché? " insistette. 

" Beh, so quanto possa sembrarti strano il fatto che io ti chieda perdono, ma tanto per cominciare non avresti rischiato di morire, e adesso non saresti disteso su questo letto, se avessi varcato quel benedetto portale e non mi fossi comportata come una bambina! "

Lui rimase a fissarmi in silenzio per qualche secondo, come se non riuscisse a credere alle mie parole, poi disse con voce più nitida ma profonda, meno roca: " E' colpa mia, non avrei dovuto dirti a quel modo del tradimento del tuo ragazzo. E' una tua faccenda privata, che non mi riguarda, sono stato uno sciocco insensibile." aggiustò lui, facendo leva su un gomito per cambiare un po' posizione.

Era tremendamente pallido. Chiuse gli occhi per un attimo, come se dovesse recuperare qualche altra briciola di forza per riprovare a tenere sollevate le palpebre. 

" Ti stai definendo uno sciocco insensibile davanti a me? Sul serio? Allora hai davvero rischiato di morire! " lo stuzzicai, come sempre, ma...lui scosse la testa, deglutendo a fatica. Il braccio libero dalla flebo scivolò sul suo addome.

" Senti molto dolore alla ferita? " mi preoccupai all'istante, tornado subito seria e afferrandogli la mano d'istinto. 

Qualcosa tra noi accadde a quel tocco leggero e delicato, una lieve scossa elettrica ci pervase e ci spiazzò facendoci vittime dell'imbarazzo.

Lui ritrasse subito la mano ed io rimasi come imbambolata. Mi schiarii la gola con qualche colpo di tosse, cercando di tornare in me, ma la mia voce uscì comunque velata da una intensa emozione, che non sapevo nemmeno quale fosse: " Ho fatto del mio meglio per guarirti, ma non avevo abbastanza forze per farlo completamente. Mi dispiace molto. "  

Dorian finalmente riprese parola: " Non preoccuparti, fa male, ma passerà. Artex mi ha raccontato tutto. Sei stata...brava. Grazie, ti devo la vita. Pensavo che non ti sarebbe interessato se fossi morto, sapevo quanto mi odiassi... "

" Smettila, sai che non è vero. Non ti odio e non voglio vederti morto. Sei il gemello in armi di mio fratello e adesso parte fondamentale per evocare il mio Fuoco Ardente. Inoltre, sei della famiglia...ne hai sempre fatto parte. Certo, che tengo anche a te! A prescindere dal legame che hai con Axel. Non fare sempre caso a ciò che ti dico, spesso parlo senza cognizione di causa. " ammisi sincera, con il cuore gonfio di profonda angoscia e rimorso.

" No. " mormorò lui in tono cupo, distogliendo gli occhi da me per puntarli al soffitto bianco striato dai raggi del sole di primo mattino. Aveva un'ottima vista oceano da quell'unica ma grande finestra della camera. 

" Sì, invece. Lascia perdere quello che ho detto! Sparo cavolate quando sono nervosa, ormai dovresti conoscermi! " ribattei convinta, cercando nuovamente il suo sguardo...ma lui sembrava sfuggente.

Fuoco Ardente - Cacciatori Di ElfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora