.Capitolo 27. Fuoco d'argento

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Diamante

Non c'era stato il tempo di fare un discorso alle nostre truppe. Non c'era stato modo di preparare al meglio la nostra formazione e di avviare un dialogo con l'Arcana prima del tanto atteso scontro...

Non appena era arrivata,  lei ci aveva attaccato, senza farci alcun tipo di sconto, determinata a distruggerci una volta per tutte.

Art mi aveva raccolta fra i suoi artigli come un fiore, per strapparmi dalle grinfie di alcuni elfi assetati di sangue, che subito si erano slanciati verso la sottoscritta.

Il Diargento che avevo intorno al dito, adesso scottava a livelli preoccupanti contro la mia pelle, quasi ustionandomela.

Fui così costretta a richiamare da quel magico metallo una letale e potente arma, una katana.

Fu la prima arma potenzialmente letale che mi venne in mente, scintillava sotto i raggi del sole.

Eccitata dalla frenesia della battaglia che imperversava sempre di più, mi lasciai trasportare e guidare dal momento, invitando Art a scendere contro quel manipolo di elfi che stavano attaccando la mia gente proprio sotto di noi.

Tagliai la gola e feci saltare la testa a diversi di loro, senza fermarmi a pensare, grazie ad una rapidissima virata del mio drago.

Lor, zia Arix e zio Artex stavano dando una grossa mano alle nostre file disposte ad Est, mentre Axel in groppa a Miron spronava i migliori dei nostri Cacciatori sul lato ovest per provare ad aprirsi al più presto un varco verso quella bestia dagli occhi ametista, per nulla preoccupata d SU sorte, ma famelica della nostra morte.

Miron cercava di farsi strada, scalciando, sgroppando, nitrendo e agitando la sua coda e la sua criniera come fossero armi, il suo corno scintillante illuminava a giorno quella porzione di campo, non permettendo a nessuno di avvicinarsi a mio fratello, ma una freccia malevola scoccata da una mezz'elfa, arrivò da nulla  conficcandosi dritta nel suo collo poderoso...ed io mi sentii morire, mi mancò letteralmente il fiato, mentre Axel veniva sbalzato via dal dorso di quel meraviglioso unicorno, finendo a terra, fra la polvere.

L'Arcana sorrise trionfante a distanza, assaporando già la vittoria. Non si muoveva di molto, impartiva gli ordini ai suoi con la sola forza del pensiero e qualche rapido gesto delle mani, agiva come un direttore di orchestra!

Cinque elfi si fiondarono subito su mio fratello, come un gatto su un topo, pronti a sventrarlo.

A quel punto Axel richiamò dal suo anello di Diargento una lunga e scintillante frusta bianca, che fece schioccare subito contro tutti i suoi nemici, mulinandola come fosse un cowboy.

Riuscì a ferirne qualcuno, anche in maniera piuttosto grave, ma altri  sopraggiunsero rimpiazzando i compagni venuti a mancare, pronti per strappargli la vita.

In quel momento, Art interpretò i miei pensieri.

Spalancando le sue enormi ali per bloccare il volo, il mio drago si lanciò in picchiata, come una meteora, contro quei balordi...ed aprendo le sue grosse ed imponenti fauci una vampa di fuoco investì in pieno tutti gli elfi intorno a mio fratello nel raggio di almeno un chilometro, non lasciando intorno a lui nient'altro che cenere e terra bruciata.

Carezzai le sue squame argentate per ringraziarlo e feci un cenno con il capo a mio fratello, mentre con il cuore gonfio di dolore e angoscia osservavo la carcassa di Miron, l'unicorno ormai privo di vita, abbandonato su quel campo ostile, che aveva fatto davvero tanto per me.

Avrei voluto fare molto di più per lui, rendergli omaggio, portarlo via da quel posto e dargli una più degna sepoltura per tutto ciò che aveva fatto per noi, e per la mia famiglia, ma non era quello il momento adatto.

Fuoco Ardente - Cacciatori Di ElfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora