.Capitolo 17. Sogni o realtà?

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Se so cos'è l'amore, è grazie a te.
(Herman Hesse)

Diamante

Quel bacio...

valeva quanto intere galassie sconosciute da esplorare. Una vastità di stelle e pianeti da catalogare. 

Valeva quanto la luminosità del sole. 

Non avrei mai pensato di dirlo, ma era come se non avessi baciato nessun altro prima di lui in vita mia. Come se quello fosse stato a tutti gli effetti il mio primo vero bacio. 

Dorian era...qualcosa da non riuscire a descrivere. Quelle sue labbra mi avevano così sconvolta e travolta nel profondo, con quella loro cadenza forte, mascolina, ma dolce e passionale, tanto da farmi annegare in un oceano di emozioni inesplorate. E mi lasciai risucchiare in pieno in quel vortice di passione, sentendomi più forte e viva. Infransi quel muro tra noi in un istante, abbattendo completamente, pezzo dopo pezzo, ogni ostacolo che ci volesse impedire di donarci a quel modo, l'uno per l'altra.

Con occhi chiusi, riuscivo nonostante tutto ad intuire ogni sua intenzione, le mie mani corsero a desiderare di più, s'insinuarono fra i suoi capelli d'oro, fino a scendere lungo le sue spalle forti, percorsero il suo petto, dove si bearono di percepire il battito del suo cuore sottopelle.  

Di quel bacio ne gustai ogni movimento, ogni sfumatura, ogni piacevole sensazione, come se non ci fosse nient'altro in questo mondo, come se tutto dipendesse da quel nobile gesto, ma non appena le nostre labbra si allontanarono schioccando e la mia testa riuscì a fare un po' di chiarezza in mezzo a quella nebbia generata dal cuore e dai sentimenti il mondo mi crollò addosso. 

Dorian emise un gemito di dolore, ma i suoi occhi riagganciarono i miei all'istante, erano increduli, sbalorditi. Le sue pupille tremavano in quelle iridi sognanti. 

Lo fissai anch'io, ancora una volta rapita dal suo sguardo, con il fiato corto, allarmata, sull'orlo delle lacrime. Portandomi le dita alla bocca, scioccata, sconvolta, senza dire una parola, scappai da quella stanza e...da lui

Dorian non mi trattenne, non mi fermò, sconvolto quanto me...si lasciò ricadere sul letto, esausto, sfinito, rilasciando un profondo respiro. 

Corsi fuori a perdifiato, all'esterno della casa, verso la battigia, avevo un gran bisogno di un posto tranquillo per recuperare il fiato e le forze, ma soprattutto il controllo di me stessa. 

La salsedine nell'aria circostante avrebbe aiutato molto se soltanto i miei polmoni si fossero decisi a collaborare!

Crollai in ginocchio sulla sabbia, il volto rigato dalle lacrime, il respiro e le labbra tremanti, le mani tra i lunghi capelli biondi che volteggiavano nel vento mentre le onde dell'oceano sembravano trascinarmi e portarmi via con sé. 

Cosa avevo fatto? Perché l'avevo fatto? Perché sentivo un groviglio nello stomaco ed al tempo stesso uno stato di benessere generale? 

E James? Dio, non avevo mai provato questa passione travolgente in uno dei nostri baci! 

Che mi prendeva? 

Sollevai il mento, puntando lo sguardo all'orizzonte dove cielo ed oceano sembravano mescolarsi con i loro meravigliosi colori, fondersi come due amanti, unirsi, sfiorarsi, toccarsi come due anime ritrovate, e singhiozzai per un tempo indefinito. 

Non riuscivo nemmeno a capire il perché stessi piangendo a quel modo, sapevo soltanto che qualcosa in me era cambiato, era finalmente venuta a galla...qualcosa che avevo tentato in tutti i modi di nascondere, mal interpretare, qualcosa che mi spaventava e mi rendeva libera al tempo stesso. 

Fuoco Ardente - Cacciatori Di ElfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora