Capitolo 12: Noi...

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Appoggio la testa sul suo petto e ascolto il suo battito... finalmente mi tranquillizzo ma non mi stacco da lui. Lui mi accarezza la testa e mi dice dolci parole. Il contatto tra di noi mi faceva impazzire, non ragionavo più appena il mio corpo toccava il suo.

- Shhh tranquilla... non me ne vado. Sarò sempre al tuo finaco, sempre- dice lui

- Ti amo Corbyn- gli dico

- Ti amo anch'io Addy- mi dice guardandomi negli occhi.

Eccolo di nuovo, lo sguardo che manda la mia mente in standby... lo fisso ammirando quegli occhi che mi guardano con tenerezza. Improvvisamente mi tira su da terra e mi mette sul tavolo.

- Ma che...- gli chiedo perplessa

- Ti prego, vieni a casa mia sta sera. Ho bisogno di stare con te, non voglio che tu rimanga da sola sta notte. Io voglio proteggerti- mi dice implorandomi

- Ma...- dico senza finire la frase perchè vengo interrotta da lui

- Per favore Addy...- dice Corbyn - Siamo solo noi, non c'è nessuno dei ragazzi e Maddie e Zach sono via-

- Va bene, verrò da te- gli dico

- Grazie, vai a cambiarti... io ti aspetto qui- mi dice posandomi di nuovo a terra.
Vado nella mia stanza e raccolgo il necessario per la notte, in poco tempo sono pronta e torno da lui.

- Sono pronta..- gli dico controllando le ultime cose

- Ok, andiamo- dice aprendo la porta

Saliamo in macchina e ci avviamo verso la villa in cui ero stata la sera che ci siamo incontrati. Il viaggio lo facciamo in silenzio, ma appena entriamo in casa mi prende per mano e mi porta sul terrazzo. Era enorme, con delle lucine appese a corde che lo percorrevano in lungo e uno spazio pieno di cuscini per sedersi. La serata era piacevole, perfetta per stare all'aperto: tirava una lieve brezza che mi scompiglia i capelli. In cielo si vedevano le stelle e la luna brillava come non mai. Rimango lì, in piedi ad ammirare lo spettacolo sopra di me mentre Corbyn crea un angolino di cuscini e coperte su cui sdraiarsi.

- Vieni, è più comodo quì- mi dice indicando il posticino che aveva creato

Mi siedo di fianco a lui e iniziamo ad ammirare le stelle, in sottofondo si sentono le onde del mare e una musichetta che arriva da un bar lì vicino, il resto è silenzio. Mentre siamo sdraiati lì, sento la sua mano che avvolge la mia e, girandomi, noto che mi fissa con uno sguardo intenso. La mia mente smette di funzionare una volta per tutte e l'unica cosa che vedo sono le sue labbra avvicinarsi alle mie: è successo, ci siamo baciati. Le sue labbra sulle mie, i nostri battiti sincronizzati e i nostri corpi molto ravvicinati sono il mio sogno che diventa realtà. Tutto era magnifico e non potevo desiderare di più da quella serata. Una volta finito il bacio mi guarda sorridendo

- Sei stupenda- mi dice accarezzando il viso

- Aww grazie- rispondo arrossendo

- Dai, torniamo dentro che si sta alzando un venticello freddo e non vorrei che ti venisse un'accidente- dice Corbyn alzandosi e prendendomi per mano.
Mi alzo e entro in casa, seguito da lui... inizio a scendere le scale per andare a sedermi sul divano ma Corbyn mi prende e solleva da terra portandomi nella sua stanza. È grande e spaziosa, con tutti i loro dischi appesi al muro.

-Dannazione Corbyn! Lasciami andare!- gli dico cercando di liberarmi dalla sua presa, ma non riesco dato che mi tiene molto stretto.

Mi appoggia sul suo letto e dice di sdraiarmi. Faccio ciò che mi viene detto senza troppo pensarci, lui si allontana e torna con una scatolina. Lo guardo confusa, lui prende il mio braccio e toglie le bende. Spruzza dell'acqua ossigenata sulla ferita ancora aperta. Dopo una ventina di minuti ha finito di medicare la ferita e si sdraia di fianco a me. Il suo profumo mi avvolge completamente e mi fa impazzire. Mi giro di scatto verso di lui e lo bacio nuovamente. Lui mi prende per i fianchi e mi avvicina a se e sento il suo respiro sul mio collo, facendomi perdere il controllo delle emozioni. Le sue mani fredde mi facevano salire i brividi e nulla sembrava fermarlo. Fino a che sento una fitta al braccio, allora mi contraggo staccandomi da lui.

- Tutto bene?- mi chiede vedendomi sofferente

- Il braccio... mi fa malissimo- dico sul punto di piangere

- Deve essere il farmaco che ho spalmato, ma tranquilla è normale. Ho chiesto a un medico e mi ha detto che ti devo medicare così- mi risponde

- Aspetta, tu sei stato da un medico per me?!- gli chiedo

- Sì... non volevo fare cavolate- mi dice abbracciandomi con cautela.

- Aww grazie... sei il migliore- dico

- Sei gelida...sicura di stare bene?- mi chiede

- Si si...- rispondo

- Tieni metti questa- mi dice lui porgendo la sua felpa.
La indosso, è decisamente troppo grande per me... ma non mi interessa. È la cosa che aspettavo da una vita e una volta indossata mi addormento sdraiata di fianco a lui.

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