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Paura della verità- parte 1

Arrivati in centrale, la mora pensava ancora alla domanda di Stiles,non poteva credere che lui pensasse ciò, come potrei mai farlo? Nonostante lui mi picchiasse è pur sempre mio padre, l'unica persona che mi ricordava mia madre a parte Isaac, era l'unico genitore che mi restava, mi chiedo se io non sarei scappata.. lui non sarebbe morto, lui sarebbe ancora qui, è tutta colpa mia ,non sarebbe morto, perché devo essere sempre io la ragione di morte? forse è meglio che fossi stata io al posto di papà, sarebbero stati tutti molto più felici. Pensa la mora.
''sedetevi qui '' dice un poliziotto, entrambi lo fanno mentre la mora continuava a piangere anche se in silenzio, odiava farsi vedere debole ma non era nemmeno così tanto apatica insomma. La porta di fronte a loro si apre; erano alcuni degli amici loro. Allison e Lydia corsero verso Mia per poi abbracciarla. vorrei stare da sola o con; con persone che molto probabilmente mi crede responsabile, dice fra se e se.
  Ormai è passata un'ora sono stati interrogati tutti  tranne Stiles, Isaac e la sorella; esce lo sceriffo pronto a chiamare la prossima persona, ''Stiles!'' Dice, come se non l'avesse visto ''papà'' Mia era incerta, si chiedeva se avesse sentito bene, lo stesso valeva per Isaac.

Dopo all'incirca 35 minuti, i due sono seduti nell'ufficio dello sceriffo '' sedetevi pure '' lo fecero ''devo farvi solo qualche domanda.. dov'eravate ieri sera?'' chiede ''in una casetta nel bosco'' risponde il ragazzo con gl'occhi lucidi, ''c'è qualcuno che può confermarlo?''  chiede ancora '' eravamo solo noi due'' risponde con la voce che trema la mora. L'interrogatorio continua con le solite domande, lo sceriffo chiede inoltre se fosse vero che entrambi venivano picchiati dal padre, entrambi confermarono, in seguito chiese se fossero stati loro nonostante sapeva che fosse una domanda stupida per il semplice fatto che aveva visto le loro reazioni quando l'hanno saputo. Mia si diede la colpa dicendo che se non fosse scappata ora magari sarebbe stato ancora vivo, lo sceriffo le disse di non darsi la colpa per cose di cui non ne aveva.
  Chiese se avessero parenti con cui stare ma dato che non ne avevano si offrì di ospitarli, accettarono; uscirono dalla centrale ma prima di Farlo Mia andò in bagno a lavarsi il viso.
''Ora ci divideremo, Mia tu andrai con Stiles, e Isaac tu verrai con me'' dice lo sceriffo guardando tutti  ''perché proprio Mia? E poi perché non può venire con me e lei?'' scatta subito Isaac, la sorella butta quasi gli 'occhi al cielo '' beh, per il semplice fatto che se verreste entrambi con me uno di voi dovrebbe sedersi dove ammanetto i criminali, e poi a quant'ho saputo, tua sorella e mio figlio vanno abbastanza d'accordo..'' il ragazzo annuisce anche se ancora poco convinto.
   Passati più di 10 minuti che sono in macchina e nessuno ha detto una parola fino a quando Stiles la guarda ''scusa se ho chiesto se eravate stati voi.. mi é venuto istintivo anche se sapevo non potesse essere vero.. beh almeno ero sicuro che non eri stata tu'' dice guardando Mia e la strada alternativamente, annuisce lievemente e risponde con un ''tranquillo.. penso avrei fatto la stessa cosa '' fissava un punto non ben definito '' mi dispiace per tuo padre'' la mora non sapeva che rispondere, quindi si limita ad annuire spostando lo sguardo sulla luna, era quasi pienamente piena; lo sarebbe stato domani.
  ''Siamo arrivati'' la informa Stiles parcheggiando nel vialetto, la mora non lo ascoltava, pensava al padre. Il ragazzo scese dalla macchina e le aprì la portiera riportandola alla realtà. ''siamo arrivati?'' chiese, lui annuì ''si, l'ho detto prima'' le fece notare; '' oh, non avevo sentito..''  scesa dalla macchina Stiles l'accompagnò alla porta di casa, la macchina dello sceriffo ancora non era arrivata, Mia notandolo chiede al moro come mai non fossero ancora arrivati, lui, alle prese con le chiavi risponde dopo qualche istante con un ''sicuramente stanno ritardando perché staranno prendendo le pizze'' poi apre la porta, guardandola dice ''vieni entra o congelerai''. I due entrano in casa, il ragazzo prende per mano la mora trascinandola con se ''i ti faccio vedere la vostra stanza''  le mancava quella sensazione, quel morbido tocco che aveva Stiles. La porta in una stanza molto carina, c'era tutto ciò di cui una persona avesse bisogno con inoltre una macchina da scrivere situata sulla scrivania. Appena il ragazzo chiese se le piacesse lei annuì con un grosso sorriso in viso, ''vieni ti faccio vedere camera mia'' dice portandola dall'altro lato del corridoio, una volta dentro la stanza si scusa per il disordine, entrambi ridono.
   Hanno passato il resto del tempo a parlare sul divano in salotto, gli aveva chiesto di non dire niente su suo padre,non era pronta o forse aveva solamente paura; paura della verità.

A Sudden Love-Mia e StilesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora