In Preda Al Nemico

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Raggiunsi Eren il più in fretta possibile, seguita dal mio gruppo. In testa a tutti c'era mio papà.

<< Ci divideremo in due gruppi! Mikasa e Livia verrete con me, mentre Gabi e gli altri andrete a destra verso il gruppo di Armin. Cercate di posizionarvi in un unico punto per attirare l'attenzione dei marleyani! >> spiegò mio padre.

<< Signorsì! >> gridammo tutti in coro.

<< Andate! >> ordinò e Gabi, seguita dagli altri, si staccarono da noi.

Mio padre, Mikasa ed io raggiungemmo il Gigante Femmina, Il Gigante Corazzato, il Gigante Bestia e il Gigante di Attacco, che erano presi a lottare contro l'esercito di Giganti e i marleyani.

Mikasa, mio padre ed io ci imbattemmo in tutti i Giganti nemici, cercando di ucciderne il più possibile.

Mi sentivo una forte e leggera acquila, che dall'alto era in grado di controllare l'universo, in grado di decidere della vita degli altri. Vedere mio padre combattere così valorosamente e con coraggio mi donava una sicurezza inarrestabile.

Girare con la manovra tridimensionale ti faceva sentire potente, coraggioso e imbattibile. Sguainare le nostre spade per garantire la salvezza del mondo, anzi, del nostro mondo, mi faceva continuare ad andare avanti.

Eravamo tutti lì per un giusto e valido motivo, sopravvivere.

I marleyani volevano distruggerci perché più di cento anni fa noi eldiani li abbiamo sterminati come formiche e ora noi stavamo facendo lo stesso. Sarebbe un'ottima idea mettere da parte l'orgoglio e la vendetta e comprendere che quella è vita passata. Se non fossimo accecati dal potere e dalla ricchezza, forse potremmo davvero cambiare qualcosa in questa società, ma come ho già detto è un grande  utopico sogno.

Cinque Giganti uccisi. Davanti a me se ne posizionano altri tre, bene, paura al massimo e ora facciamogli vedere chi comanda qui.

Sono delusa da questa vita per il semplice fatto che sto uccidendo questi esseri viventi perché loro hanno deciso di farci la guerra. Che razza di vita è?

Altri tre fatti fuori. Mi volto a guardare mio padre preso nel compiere atti eroici. È davvero formidabile. Lui sa cosa vuole dalla vita e si comporta nel modo migliore per realizzarlo. Vorrei essere come lui.

Chissà cosa pensa davvero di me? Certe volte vorrei entrare nella sua testa. Chissà se ama ancora la mamma?

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Levi guardava la sua bambina maneggiare davvero bene la spada. Era fiero di lei e forse, qualche volta, avrebbe dovuto dirglielo. Tantissime volte si era complimentato con la sua squadra, come è giusto che faccia un buon Capitano quando vede che si sono mossi bene, ma a sua figlia non l'aveva mai detto, come non l'aveva mai abbracciata.

Sarò un cattivo padre?

La prima volta che era andato a trovare la mamma di Livia, perché aveva saputo che era rimasta incinta, provò un senso di abbandono, come quando sua madre morì, solo che lei non l'aveva fatto di sua spontanea volontà.

Vedere, invece, che la donna che aveva concepito sua figlia se n'era andata consapevolmente, lo fece dubitare della sua bontà. Aveva avuto una storia con una donna crudele, quindi anche lui era tale, se no non sarebbe rimasto invaghito di lei.

Erwin però lo tranquillizzò, dicendo che al contrario di lei, avrebbe potuto fare grandi cose con quella dolce bambina, rendendola una forte donna e molto audace.

Mio Padre Si Chiama Levi Ackerman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora