Rapita

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Sentivo rumori di ruote che giravano sul terreno. Non vedevo niente. Sentivo solo dei forti e possenti corpi che mi stringevano forte. Avevo gli occhi bendati. Nessuno parlava.

Non mi venivano ipotesi in mente. Ero solo molto agitata, anzi, terrorizzata.

Cosa stava succedendo?

Ad un tratto si fermarono. Quattro forti mani mi sollevarono dalle braccia e mi fecero scendere da quella che presumevo fosse un carro.

Camminammo per un po'. Dal terreno dedussi che fossimo in un bosco. Anche dal suono del vento e dal calore scomparso a causa dell'ombra che gli alberi facevano.

Ad un tratto ci fermammo e i miei occhi riebbero la possibilità di vedere di nuovo. Li aprii lentamente. La luce del sole mi accecò un po'.

Una piccola figura stava un po' più distante da me e lo riconobbi.

<< Papà? >>

Mi si avvicinò e mi guardò dritto negli occhi.

<< Forse. >> disse per poi fare un lieve sorriso.

Mi tolse la corda che mi teneva legate le mani e la buttò via, poi mi abbracciò.

Subito mi aggrappai al suo corpo e scoppiai a piangere. Cosa stava succedendo? Ma in quel momento non mi interessava. Sentire quel corpo che mi proteggeva e non mi picchiava mi faceva stare bene e sarei voluta rimanere così tutto il tempo.

<< Papà. >>

<< Scusami. >> disse solo per poi inginocchiarsi per terra portandomi giù con lui tenendomi sempre stretta al suo corpo.

Ero felice, dannatamente felice.

Mio Padre Si Chiama Levi Ackerman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora