Eren

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Me ne stavo seduta fuori in giardino a guardare come il cielo oggi fosse così tetro e mi chiedevo quale forte potenza ci fosse nascosta sopra le nostre teste. Strano. Sappiamo quello che c'è fuori dalle mura e non quello che c'è sopra di noi.

Presi la mia Manovra  tridimensionale e mi posizionai per fare un bel salto sulle mura.

Proprio mentre mi stavo per sollevare in aria qualcosa mi afferrò il piedie. Ma come era possibile?

Abbassai lo sguardo e seguii tutto il percorso del braccio fino a giungere sul volto. Quei due occhi verdi e seri li avrei riconosciuti subito.

<< Eren? >> dissi con un filo di voce.

<< Cosa pensi di fare? >>

<< Niente. >>

<< So cosa volevi fare. >>

<< E allora perché chiedi? >> risposi con aria di sfida.

<< Perché ero certo che mi avresti mentito. >>

Mi rimise a terra e mi guardò con dolcezza. Eren era dall'ultima guerra con Zeke che non  guardava nessuno con amore. Ero l'unica persona con cui parlasse senza picchiarsi. Ma eravamo così simili. Entrambi cercavamo un modo per andarcene ed essere liberi.

<< Vieni. Facciamo una passeggiata. >>

<< Ti trasformi in gigante e mi porti sulle spalle? >> le chiesi saltellando.

<< No. >>

<< Ormai sei in grado di controllarti, dai. >>

<< Non posso, se no chi lo sente il Capitano Levi. >>

<< Io me ne frego e anche tu devi farlo, Eren. >>

<< Io non sono suo figlio. >>

<< Se per questo neppure io sono sua figlia, quindi siamo d'accordo. >>

<< Non mi trasformerò in gigante, Livia. >>

<< Hai una ragazza? >>

<< E questo cosa c'entra? >>

<< Hai una ragazza?! >> dissi sconcertata, mentre tutte le persone mi guardavano spaventate da quell'urlo che rompeva i timpani : << E da quando?! Come?? Perché?! Non dirmi che è Mikasa perché non lo posso accettare! >>

<< Calma, calma. >> mi disse prendendomi la mano.

La sua mano. Magari fosse una richiesta di matrimonio.

<< Non ho nessuna ragazza. >>

<< Oh, meno male. >> feci un sospiro di sollievo.

<< Non mi interessa nessuna ragazza, per ora. Sono preso da molte cose che non ho il tempo. >>

<< E queste cose non puoi dirmele. Giusto? >>

<< No, ma quando potrò sarò il primo ad avvisarti. >> mi sorrise.

Gli saltai addosso e lo abbracciai forte. Che bello poter stare un po' attaccata a lui. Era da un po' che sognavo di saltargli addosso. Non fatevi strane idee, chiaro? A me bastava abbracciarlo.

<< Sicuro che non ti piace Mikasa? >> gli chiesi nascondendo il mio volto sul suo collo.

<< Sei proprio arrabbiata con lei. >> sorrise.

<< Purtroppo è un mio parente lontano. >>

<< Ci conosciamo da troppo. Ci rispettiamo e ci vogliamo bene, ma nulla di più. >>

<< Credo che lei non la pensi allo stesso modo. >>

Eren mi mise a terra e mi diede un bacio sulla fronte.

<< Ci vediamo. >> se ne andò.

Eren. Da quando ho raggiunto l'età dell'adolescenza continuo a girargli intorno. Mi piace davvero tanto e anche se ho solo quattordici anni credo che mi piacerà sempre. Potrebbe essere il mio fratello maggiore, ma non provo solo quell'affetto, non so se posso chiamarlo amore però è una sensazione, un sentimento, davvero forte.

Mi avvio per la lunga strada e guardo le case con più attenzione, notando particolari a cui non avevo mai fatto caso prima.

Chissà cosa ne sarà del mio futuro?


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Mio Padre Si Chiama Levi Ackerman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora