Clay mi guardava dispiaciuto. Mi irritava. Non ho bisogno della compassione di nessuno. Pensai.
<< Vorrei così tanto lasciarti il mio posto. >>
<< Non devi sacrificarti per nessuno. Ti meriti di far parte della squadra. >> lo rassicurai.
Ero davvero sicura che lui si meritasse quel posto, ma allo stesso tempo ero preoccupata per lui. Clay non sarebbe sopravvissuto tanto a lungo e poi io volevo proteggerlo. Se mi affeziono a qualcuno gli donerei la mia intera esistenza.
<< Sicura? >>
<< Si, Clay. Se hanno deciso di non mandarmi ci dev'essere sicuramente una ragione e lo accetto. >>
<< Non lotterai? >>
<<No. Mio padre mi ha sempre detto che bisogna accettare le decisioni del proprio Capitano e così farò. >>
<< Vorrei essere come te. >>
<< Sei migliore di me, Clay. Non te ne sei manco accorto, ma io sto cercando di diventare come te. Saggio. >>
<< I saggi non piacciono a nessuno, Livia. >>
<< A me si. >> gli sorrisi.
Era vero. Ammiravo tantissimo quel ragazzo. Era in gamba e sapeva perfettamente ciò che voleva dalla vita. Io, invece, non sapevo nemmeno come poter rivedere mio padre.
Perché non mi hanno scelta? Sono così presuntuosa che non mi rendo nemmeno conto dei miei limiti. Che odiosa. Ora capisco perché non ho amici.
<< Livia Ackerman. >> mi chiamò un soldato per poi accompagnarmi fuori dalla mensa, fino all'ufficio del Capitano.
Entrata dentro mi sedetti davanti alla scrivania e guardai dritto negli occhi del Capitano.
<< Mi rendo conto che il tuo obiettivo era quello di andare fuori dalle mura, Ackerman, ed è per questo che non ti abbiamo scelto. >>
Non dissi nulla. Ero rimasta sorpresa.
<< Il fatto è che è stato proprio tuo padre a chiederci di non mandarti a cercarli prima di partire per la spedizione. >>
Dopo non sentii più quello che mi diceva. Ero come rimasta in trans. Mio padre non voleva che andassi a cercarlo. Perché? Perché deve proteggermi ogni volta? Se lui muore voglio morire anche io.
Uscii dalla stanza senza il permesso del Capitano, ma non mi fermò.
Non era una brutta cosa che mio padre volesse proteggermi, ma mi sembrava allo stesso tempo da egoisti. Avrebbe preferito lasciarmi da sola in questo mondo senza la sua guida?
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<< Livia! Non ciucciare la tovaglia! Livia non gattonare ovunque! Liviahhhh! Dove hai messo la scopa?! Dannata di una mocciosa! >> gridava Levi cercando di afferrare sua figlia, che anche se aveva solo dodici mesi era in grado di far saltare in aria un muro di Giganti intero.
<< Dove ti nascondi serpe? >> disse tra i denti mentre cercava Livia nella camera. Come era riuscita ad arrivare lì a quattro zampe minuscola com'era?
Alzò la coperta del letto e da sotto di esso si vide saltare addosso un mostriciattolo dagli occhioni verde scuro starnazzante.
Perlomeno dorme di notte. Pensò tra sé.
<< Dove hai nascosto la scopa e i miei stivali? >>
La bimba non rispose e poi come poteva, aveva solo dodici mesi. Lo guardava con quei due occhioni ridenti e quel faccino con le guanciotte morbide e rosse. Non poteva odiarla, era così tenera.
<< Mostriciattolo. Dove è la scopa e i miei stivali? >> ma la bimba faceva scena muta : << Non credere che facendomi quegli occhioni smetterò di essere infuriato con te. Hai il dovere di rispondermi, come fanno i miei compagni di squadra essendo il loro Capitano. Perché da degli sconosciuti riesco a farmi rispettare, mentre da questo mostriciattolo di dodici mesi no?>> si chiedeva, mentre gironzolava per la casa alla ricerca degli stivali e della scopa: << Questa è la terza volta che faccio ritardo per una creaturina mocciosa e sporca e pasticciona. >>
Livia intanto rideva tra le braccia del suo papà e giocava con la sua faccia. Cercava in continuazione di far tenere in su le labbra di Levi per farlo sorridere, ma lui continuava a togliere quelle minuscole manine dal suo viso.
<< Resta un po' ferma, mocciosa. >> ma un piccolo sorrisino si stampò sul suo volto e Livia rise tutta contenta.
Levi aprì la porta di casa per uscire e tutte le persone si trovarono davanti uno spettacolo unico e inaspettato. Davanti a loro, l'eroe dell'isola di Paradis, stava sorridendo. Sembrava una vera e propria scenetta di famiglia.
Levi alzò il capo rendendosi conto di quello che stava facendo, si ricompose, chiuse la porta di casa e, con la sua bimba, andò al lavoro.
Vi sembra una bella famiglia quella di Livia e Levi?
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Mio Padre Si Chiama Levi Ackerman
FanfictionLivia Ackerman è una ragazza particolare. Ribelle, aggressiva, vivace, molto brava ad utilizzare le armi e bassa. Deve tutto questo al suo caro papà, Levi Ackerman, uomo serio, forte, basso e scontroso. Solo su una cosa si differenziano. Livia è una...