𝖙𝖗𝖊: 𝖈𝖔𝖓𝖌𝖗𝖊𝖉𝖎𝖔𝖗

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congredior: unire, incontrarsi, faccia a faccia.

"Sei sveglio."

Draco fu risvegliato dai suoi pensieri dalla voce dolce di Astoria e si irrigidì quando lei si girò su un lato per mettergli una mano sul suo petto nudo, la sua testa sulle sue spalle.

Non aveva mai dormito. I suoi pensieri erano afflitti dalle parole della Granger del loro incontro di due settimane prima. Trovava estremamente difficile resistere alla sua richiesta e la odiava per avergli dato l'opportunità. Era più semplice quando lui sapeva che Elara non sapeva della sua esistenza- era stata l'unica cosa che l'aveva tenuto lontano da lei per due anni.

"Draco."

Sbatté le palpebre quando Astoria parlò di nuovo e si alzò sul gomito per guardarlo e accigliare la fronte. "Stai bene?"
Draco si passò la mano sulla mascella, il calore del suo corpo nudo lo metteva a disagio. Non gli piaceva stare vicino a lei così- il sesso era l'unico momento in cui poteva sopportare di toccarla.

"Bene." Rispose, muovendosi per sedersi e alzarsi dal letto ma Astoria lo fermò, una mano sul petto lo spinse giù. Poteva facilmente sovrastarla ma si sforzò di rilassarsi un altro po' a letto, non volendola farla preoccupare di più.

"Sei sicuro di aver dormito?" chiese, gentilmente, i suoi occhi marroni erano concentrati su di lui. Lui annuì. Una bugia.

"Devo andare."

"Dove?" chiese, scivolando via da lui che era in piedi e camminava verso il bagno per farsi una doccia. "Hai detto che il Signore Oscuro non ti avrebbe chiamato—"

"Perché devi fare così tante domande, cazzo?" Draco scattò, neanche girandosi per guardarla mentre entrava nel bagno e sbatté la porta dietro di lui.

Il disgusto verso sé stesso era un posto facile in cui affondare- l'aveva sentito per così tanto tempo, che l'aveva accettato, aveva scopato Astoria e aveva sbattuto i pugni nel muro per scacciare i pensieri via.

Eppure, non provava nessun rimorso- non per aver uccido Silente, non per aver fatto entrare i Mangiamorte nella sua scuola. L'unica ragione per cui si pentiva delle cose che aveva fatto era per lei.

Perché l'aveva costretta a due anni di torture e a una sofferenza che le paralizzava la mente, aveva portato via da lei la sua famiglia e i suoi amici la notte in cui fu' catturata, l'aveva forzata ad attraversa un dolore che non si era mai meritata.

Tutto perché lui doveva salvare sua madre.

Sarebbe stato più misericordioso ucciderla- per salvarla dall'agonia che ha dovuto passare per mano dei Mangiamorte. Se fosse stato gentile, avrebbe fatto quello che lei le aveva chiesto e l'avrebbe uccisa quella notte al Malfoy Manor.

Ma Draco Malfoy non si era mai vantato di non essere egoista. Perché lo era. E il suo egoismo l'aveva portato esattamente a sussurrare quelle parole nelle prigioni quella notte.

"Obliviate"

Aveva distrutto una parte di lui per farlo e la sua vista si era appannata per un momento.

Aveva poi, sussurrato un incantesimo del sonno e la prese mentre i suoi occhi si chiudevano mentre cadeva, incosciente, tra le sue braccia.

Era egoista. Era per questo che non poteva ucciderla.

L'aveva Obliviata quella notte, l'ultima volta che l'aveva vista per i prossimi due anni. Aveva prosciugato ogni traccia della sua vita dal quinto anno- la patetica marmaglia di amici che si chiamavano Esercito di Silente, ogni cosa su Potter e gli Horcruxes, ogni cosa riguardante l'armadio svanitore. Aveva strappato la sua famiglia dai suoi ricordi, non potendo rischiare che il Signore Oscuro li trovasse, aveva rimosso ogni ricordo importante che si collegava a Hogwarts e la sua vita.

ᴛʜᴇ ɢɪʀʟ ᴡʜᴏ ʟᴏꜱᴛ ɪᴛ ᴀʟʟ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora