𝖚𝖓𝖉𝖎𝖈𝖎: 𝖈𝖆𝖕𝖆𝖝

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capax: capace, in grado.

Draco desiderava non averla mai toccata.

Concesso, che stava cercando di congelarsi fino alla morte, ed era stato fottutamente irritante, ma toccarla in quel modo, la sua mano stretta in un pugno nei suoi capelli mentre la sbatteva all'albero aveva portato a galla tanti ricordi che lui non voleva per niente pensare.

Che lui non poteva pensare. Per il suo bene.

Ma, c'era qualcosa in più. Lo sguardo nei suoi occhi quando finalmente lui aveva sputato quelle parole dure fuori e l'aveva maltrattata—come se fosse esattamente quello che lei voleva.

Voleva che lui la trattasse male. Probabilmente lei pensava di meritarselo—forse aveva portato via un po' del suo dolore.

Lei era arrabbiata. Lei meritava di essere felice. Lei meritava tutto il buono del mondo e anche di più.

E per quanto voleva risentirsi per lui per il modo in cui lo faceva agire, lui la capiva. Soprattutto, lui la capiva. Perché era anche il suo meccanismo di difesa—graffiare e scavare nel tatuaggio sul suo braccio per sentire qualcosa oltre alla Magia nera nelle sue vene, sbattere il suo pugno nel muro, ancora e ancora, solo per vedere le sue nocche sanguinare. Scopare Astoria per spingere via il sentimento di odio e senso di colpa—almeno qualcuno lo voleva—e alcuni giorni, bere il Firewhiskey fino a sentire il suo intero corpo intorpidito. Proprio come lei stava cercando di intorpidire il suo dolore con il freddo.

Forse avevano molto più in comune di quanto lui pensasse.

"... perso da qualche parte nella sua testa."

Draco si sentì tirare dai suoi pensieri e sbatté le palpebre, il salone si schiarì avanti a lui. "Cosa?"

Theo alzò gli occhi al cielo, bevendo un sorso dal suo bicchiere. "Visto? Te l'ho detto."
Celeste sbuffò da dov'era distesa sul divano di pelle, i suoi ricci stretti scendevano dal bracciolo del divano. "Sei sorpreso? Fa questa merda così spesso che sono sorpresa ricordi ancora i nostri nomi."

Draco si sistemò sul divano dov'era seduto, mettendo il braccio dietro di esso. "Fidati, vorrei non ricordarli."

Celeste lo guardò male mentre Pansy tornava dalla cucina con un vassoio di pasticcini. "Di cosa stiamo parlando?"

"L'abitudine discutibile di Draco di dissociarsi per dieci minuti alla volta. Tu?" Celeste suonava seccata.

Draco guardò, divertito, mentre Pansy poggiava il vassoio sul tavolino di fronte a loro e Theo immediatamente allungò la mano per un pasticcino. Lei gli schiaffeggiò la mano e lui fece un suono torturato. "Non finché gli elfi non portano il the."

"Perché cazzo dovrei volere il the?" brontolò Theo in risposta, fissandole il fondoschiena mentre lei tornava a sedersi vicino a Celeste. "Sto bevendo il fottuto Firewhiskey e tu vuoi che mangi i pasticcini con il the?"

"Si" disse Pansy, duramente, mettendosi comoda sul divano. "Voi due, in ogni caso, bevete fin troppo alchool"

"Hey" disse Draco, accigliato, nello stesso momento in cui Theo protestò. "Non è vero!"
"Tu definitivamente, senza dubbio, lo fai." Urlò Celeste, appoggiando i piedi in grembo a Pansy. "Dico, non vi biasimo. Draco ha tutta la faccenda del 'Sono il braccio destro del Signore Oscuro' e Theo 'Sono innamorato della ragazza del mio migliore amico-"

Theo tirò fuori la sua bacchetta e lanciò un incantesimo verso di lei che Draco, pigramente, intercettò con un Protego, non volendo una replica della settimana prima dove Celeste e Theo avevano fatto a pezzi il suo salotto per una stupida discussione.

ᴛʜᴇ ɢɪʀʟ ᴡʜᴏ ʟᴏꜱᴛ ɪᴛ ᴀʟʟ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora