𝖙𝖗𝖊𝖓𝖙𝖔𝖙𝖙𝖔: 𝖒𝖚𝖙𝖔

441 20 2
                                    

muto: modificare, cambiare, trasformare.

ELARA si svegliò a mezzogiorno.

Le ci volle un momento per ricordare tutto quello che era successo la notte scorsa: era corsa nella foresta, rannicchiata a terra per ore, sentendosi come se il suo intero mondo fosse stato fratturato e poi incendiato.

E poi era apparso Draco.

Si mise a sedere sul letto, il suo cuore all'improvviso accelerò, i suoi occhi scrutarono la stanza.

Draco.

Ma lo spazio sulla poltrona era vuoto e la porta del bagno era ancora aperta, l'interno silenzioso.

Era andato via durante la notte? Aveva mai dormito? Forse se n'era andato non appena era stato sicuro che si fosse addormentata. Forse non aveva davvero voluto restare.

Elara cercò di combattere l'imbarazzo che le era cresciuto quando gli eventi della notte scorsa finalmente si erano manifestati. Merlino, era stata un disastro. Aveva singhiozzato dappertutto e gli era salita in grembo come un fottuto koala.

Inspirando profondamente, si diresse verso il bagno, cercando di pensare a qualcosa di diverso dal fatto che era praticamente stata un disastro ferroviario di fronte a lui la scorsa notte. Tra tutti, doveva essere lui? La persona più controllata e indifferente che conosceva? Probabilmente aveva riso dei suoi modi teatrali nella sua testa. Il suo viso si riscaldò e scosse la testa, cercando di concentrarsi sul lavarsi i denti. Ma la vasca da bagno nell'angolo le riportava in mente solo il modo in cui l'aveva aiutata a fare il bagno, la sorprendente dolcezza nelle sue dita mentre le aveva sciolto i grovigli dei capelli, raccolto le foglie e risciacquato lo sporco. Come aveva trascinato la spugna sulla sua pelle, così paziente e corretto, senza mai lasciare che le sue mani si allontanassero anche se lei poteva sentire come si stesse trattenendo. E anche quando lei l'aveva stuzzicato, non aveva colto l'occasione. Le aveva solo detto di pensarci, detto altre cose che le avevano fatto stringere lo stomaco e poi ritirarsi.

La sua doccia fu veloce. Non voleva restare lì più a lungo di quanto avrebbe dovuto, non quando le ricordava ogni tocco morbido, ogni parola che gli era scivolata dalla lingua. Uno sguardo allo specchio la fece fare una smorfia. Il suo viso era ancora contuso, ma ora minuscoli tagli le contaminavano la pelle degli zigomi, della gola, dei lati del collo. Tagli identici le punteggiavano le braccia e le gambe dove la sua pelle era stata esposta a spine e rami mentre correva attraverso i boschi.

Probabilmente non era il suo momento più brillante, ma era stata sopraffatta e aveva solo bisogno di uscire, andare da qualche parte lontano. Non aveva nemmeno pensato a come avrebbe ritrovato la strada del ritorno o in quali pericoli si stava mettendo a dover superare le barriere delle Apparizioni nel cuore della notte. Avvolgendosi un asciugamano intorno a sé, si toccò cautamente i lividi viola lungo il lato del viso e poi con un sospiro pesante, si voltò per uscire dal bagno.

Si fermò di colpo non appena lo fece, le sue mani istintivamente si strinsero sull'asciugamano intorno a lei.

Draco era in piedi vicino alla finestra, le dava le spalle, le mani in tasca. La sola vista di lui le face battere forte il cuore e odiava che si concedesse questo tipo di reazione.

Si voltò non appena sentì lo scricchiolio delle assi del pavimento sotto i suoi piedi. Sembrava che avesse dormito bene, ma c'era ancora quella stanchezza nei suoi occhi, quell'intensità stanca sui suoi lineamenti aristocratici. Si guardarono l'un l'altro per un lungo minuto e lei capì che si stava costringendo a non lasciare che il suo sguardo vagasse. Il suo stomaco sembrò ribaltarsi mentre guardava la sua gola muoversi quando deglutiva, la sua pelle che iniziava a riscaldarsi. Ma più di questo, c'era qualcos'altro che si estendeva tra loro - una sorta di emozione non identificabile che riscaldava il petto di Elara.

ᴛʜᴇ ɢɪʀʟ ᴡʜᴏ ʟᴏꜱᴛ ɪᴛ ᴀʟʟ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora