20. "-(menos)" - Aitana
Chiusi gli occhi e respirai per un momento cercando di mantenere la calma –Che cosa volete che faccia?- chiesi rassegnata, cercando una scappatoia da tutto quello che stava succedendo.
-Ti farei tante cose cara- disse Ashton porgendomi il telefono –Ma per ora ti devi mantenere buono il moretto, ci serve che lui non metta il naso nei nostri affari- concluse.
-Ashton ti devo ricordare che è il nostro stesso sangue?- rispose Luke con faccia schifata –Comunque è come dice mio fratello, tienitelo appresso, so che ti vuoi liberare di lui, ma d'altronde sei una bellissima ragazza e quindi lui non penserà di certo che gli stai mentendo- si alzò venendomi vicino –O che gli hai mentito per tutto questo tempo- indicò il mio fianco ed io sobbalzai.
–Lo sapevi?- chiesi anche se non ero incredula che potessero saperlo.
-Certo che lo sapevamo, lo abbiamo autorizzato noi il biondino- Ashton indicò la porta come ad indicare i due soggetti che erano fuori.
-Ovviamente- sussurrai scuotendo il capo –Quindi fatemi capire, dovrei utilizzare una persona come un burattino per farvi finire questo affare, e poi cosa? Lo devo uccidere come succede nei film?- chiesi alzando le braccia.
-Ma no! Pensi che siamo dei mostri sorellina?- ghignò il moro seduto ancora sulla scrivania.
-Ti ricordo che mi vuoi portare a letto- lo guardai alzando di poco il mento e lo sentii ridere gutturalmente.
-Ok, ne ho abbastanza di voi due!- tuonò il biondo in piedi alla stanza in mezzo a noi –Sapete che cosa fare, andate adesso, e vi prego, fatelo nelle vostre stanze grazie- sembrava esasperato.
-Posso andare allora?- chiesi e mi presi delle occhiatacce dai due.
-Abbiamo una camera in più, potresti divertirti qua, abbiamo questa- disse Ashton tutto eccitato tirando fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni un sacchettino contente una polvere bianca –E' questo che commerciate?- chiesi mentre il moro me la sventolava davanti.
-Forse o forse no, e tu non lo saprai mai- sghignazzò Connor che era entrato silenziosamente nella stanza.
Lo osservai, sembrava meno minaccioso di prima, quasi tranquillo, gli occhi gonfi e i capelli all'insù, sembrava sbronzo o meglio fatto, ma non riuscivo a capirlo con sicurezza, avevo fumato qualche volta ma mai da sballarmi così tanto.
-Posso chiamare Zayn?- chiesi –Per rassicurarlo e iniziare il piano- mimai le virgolette per l'ultima parola.
-Puoi fare quello che vuoi- Luke alzò la mano e ci congedò tutti e tre, affondando nella sua poltrona.
Ma perché lo volevo chiamare? Perché volevo sentire la sua voce? Mi ero ripromessa di stare alla larga da lui e adesso invece era l'unica cosa che non potevo fare.
Ero arrabbiata, ma per cosa? Perché era quello che non volevo fare o perché era l'unica cosa che volevo ma sapevo che mi sarei fatta di nuovo male?
Digitai i numeri velocemente mentre salivo le scale, quasi senza pensarci mi misi all'ascolto dei respiri bassi che Zayn emetteva dall'altro capo della cornetta –El- disse con un tono basso.
-Zayn- sospirai rumorosamente quasi disperata –Mi dispiace-
Lo dissi con un tono grave, quasi con le lacrime agli occhi, come se mi stessi scusare per qualcosa che ancora non avevo fatto, per scusarmi di essere così fragile ed avergli voltato le spalle.
-No, a me dispiace- sussurrò come se non si volesse fare sentire.
-Zayn tutto bene?- potevo percepire tensione, come se volesse nascondere qualcosa.
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"Look at me" |Zayn Malik|
Teen Fiction"-Perché respingi sempre tutti? Perché ogni volta che faccio un passo avanti per capirti tu ricostruisci il tuo muro di mattoni intorno a te?- chiesi. Lui mi guardò silenzioso e abbassò lo sguardo. -Perché? - chiesi ancora. Era così frustrante. -Gua...