Capitolo 115

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*/solo qualche altro capitolo e la smetterò di stressarvi con gli aggiornamenti continui, voglio solo finire sta parte irritante della storia../*






Pov Narratore

"Su ragazzi non accetto un no come risposta" disse il più grande di loro e Jongho andò vicino a Yeosang per poi tirargli leggermente il bordo della manica della maglia, al che il ragazzo lo guardò confuso ma l'espressione di Jongho gli fece capire quanta paura avesse in quell'esatto momento e che forse era meglio rifiutare l'invito.
Il biondo non penso minimamente alla loro relazione mezza scombinata e fece per aprire bocca siccome nemmeno lui voleva accettare ma qualcuno lo superò.
"Va bene signor Jeong, gliene siamo grati" era stato San a parlare in quel momento. Il suo ragazzo lo guardò storto senza farsi vedere dall'uomo ma gli bastò uno sguardo per capire cosa avesse in testa perciò girò subito lo sguardo verso il più anziano e sorrise mentre gli altri due erano confusi dalle loro reazioni.
"Perfetto allora, salite su" disse Chul e in quel momento la paura salì a tutti e quattro.
Yeosang fece avvicinare l'orecchio di Jongho alla sua bocca per poi sussurrargli un "Torna a casa" flebile ed udibile solo al più piccolo.
Jongho non avrebbe mai lasciato andare i ragazzi da soli con un omicida mentre lui ritornava tranquillamente a casa perciò ignorò il suo migliore amico e si incamminò con essi.

Alcuni di loro, quando l'uomo si girò dando loro le spalle, si erano accorti di alcune piccole macchie rosso scuro secche e affusolate sui capelli castani dell'uomo perciò il pensiero che qualcuno fosse morto o che avesse subito varie torture passò nella mente dei due che avevano notato il colore diverso nei capelli del più grande come una freccia senza una meta precisa. Quando uscirono dal parchetto il telefono del più piccolo squillò : non era altro che Wooyoung che anche se non aveva udito la frase di Yeosang, aveva letto il suo labiale. Al rumore del telefono ognuno si girò verso il più piccolo che si sentì abbastanza nervoso e a disagio sentendo lo sguardo persistente dell'uomo.
Jongho alzò gli occhi verso il ragazzo che lo stava chiamando subito dopo aver letto il nome della persona sullo schermo.
L'altro lo fulminò con gli occhi e Jongho sotto effetto del suo sguardo decise di accettare e basta.
"Scusatemi ragazzi ma mi stanno chiamando i miei genitori, facciamo un'altra volta va bene? La ringrazio signore per la sua offerta ma sono obbligato a rifiutare" Jongho non lo dava a vedere ma dentro di sé, mentre formulava la frase balbettava. Si meravigliò anch'esso di come era riuscito a dirla tutta senza cedere allo sguardo incessante e persistente dell'uomo.
"Se vuoi ti riporto io a casa figliolo, non è un problema per me e magari posso anche aiutarti" l'uomo non mandava giù l'idea che non avrebbe avuto tutti e gli otto ragazzi sotto il suo comando e avrebbe fatto di tutto pur di non farlo scappare.
"No no si figuri, anzi" Jongho si fermò per qualche attimo di secondo per respirare siccome, anche se faceva freddo si sentiva andare fuoco come se stesse soffocando. Fece un profondo inchino e si girò correndo via senza manco aspettare una risposta dai ragazzi. Appena sentì di essere abbastanza lontano si fermò per qualche minuto : il suo cuore batteva forte ma non per la corsa ma perché sentiva un grandissimo peso addosso.
Il suo telefono smise di suonare e lui lo accese e guardò la schermata di blocco continuando a leggere il nome di Wooyoung con sotto la scritta "chiamata persa".

Avete presente quando sapete che sta per accadere qualcosa di tanto grave ma allo stesso tempo non riuscite a fare niente e ogni vostro pensiero o movimento è bloccato da un'emozione molto forte che combatte e vince sulle altre ogni volta che ci pensate? Jongho in quel momento era in quella situazione : non riusciva a muoversi e il solo pensiero che potesse accadere qualcosa ai suoi amici lo stava uccidendo lentamente ma in un modo ardente.
Voleva chiamare la polizia ma non riusciva a digitare il numero sui tasti del telefono.
Guardò sotto alla fine della schermata e lesse il nome di Hongjoong. Si fece coraggio e decise di chiamarlo, se non avesse risposto allora avrebbe fatto quello che andava fatto già tempo fa.
Ovviamente il ragazzo non rispose per motivi a noi tristi e Jongho, dopo aver sentito la segreteria riattaccò e riprovò a richiamare. Non perdeva le speranze ma dopo tre volte con la risposta sempre della segreteria telefonica, il suo telefono squillò per un secondo : era un messaggio da Hongjoong. I suoi occhi si illuminarono per un po' di tempo soprattutto quando lesse il contenuto.

✔ 𝐂𝐎𝐍𝐎𝐒𝐂𝐈𝐌𝐈 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 | 𝐘𝐮𝐧𝐠𝐢 𝐀𝐭𝐞𝐞𝐳 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora