Capitolo 4

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Mi stacco dal l'abbraccio e mi rivolgo a lei.
"Te lo prometto, verrò a vivere con te".
"Lo so amore lo so, adesso vai...teniamoci sempre in contatto".
"Ovvio mamma" le dico asciugandomi le ultime lacrime che continuavano a scendere.
L'abbraccio un'ultima volta stringendola molto forte e lei ricambia.

Da una parte sono felice perché ora lei non dovrà più soffrire e potrà sorridere, ma dall'altra mi mancherà più di tutto.
"Ciao mamma" dico.
"Ciao amore" dice lei e chiudo la porta per scendere e andare verso quello schifo.

"Eccomi" dico senza nemmeno aver voglia di fare un passo in più.
"Bene andiamo" dice lui. Usciamo dall'ospedale e saliamo in macchina.

Mi porta a casa e mi ordina di preparare velocemente la valigia e io con il cuore in mano faccio quello che mi dice e usciamo da quella casa.
Non mi mancherà per niente...ho solo brutti ricordi lì dentro e solo al pensiero sento gli occhi lucidi. Ci dirigiamo di nuovo alla macchina e io mi metto dietro col telefono e le cuffie e partiamo. Cerco di dormire un po' ma è impossibile.

L'unica cosa che vorrei fare in questo momento è mandare in prigione l'uomo che ha tradito mia madre e che l'ha maltrattata, non oso immaginare come si sia trovato un'altra donna.
Mi dispiace per lei e per suo figlio. Ad un tratto sento gli occhi pesanti e finisco per addormentarmi.

...

Mi sveglio sentendo qualcuno muovermi e vedo che è sto stronzo.
"Siamo arrivati, benvenuto nella tua nuova casa" dice fiero.
"Che schifo" sputo acidamente.
Non mi riferisco alla casa ma al fatto che lui ha preso un villa per questa donna e a noi faceva vivere in un piccolo appartamento di merda con pochissimo denaro.
Ovviamente lui mi guarda e la sua espressione cambia velocemente.
"Sta zitto, cerca di comportarti bene davanti alla tua nuova famiglia" dice in vena alla rabbia
"QUESTA NON È LA MIA FAMIGLIA" gli urlo contro.

Mi molla uno schiaffo in faccia ma ormai sono abituato al dolore
Mi tocco la guancia ormai rossa e sento gli occhi pizzicarmi come la notte scorsa.
L'uomo vicino a me si dirige verso l'entrata e bussa e dopo qualche minuto gli apre una signora sulla cinquantina sorridente. Mi avvicino anche io, ha i capelli neri a caschetto ed è abbastanza alta, mi guarda e mi dice porgendo la sua mano.
"Salve tu devi essere Yunho, piacere sono la signora Song" mi dice continuando a tenere un sorriso.

Decido di stringerle la mano e le sorrido falsamente siccome mio padre mi stava tenendo d'occhio.
"Piacere, mi scusi posso sapere dove si trova la mia stanza?" le dico. Sembra una persona a posto, non sono sicura che sappia della malvagità di mio padre
"Certamente. Sali le scale poi vai a destra, penultima porta".

✔ 𝐂𝐎𝐍𝐎𝐒𝐂𝐈𝐌𝐈 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 | 𝐘𝐮𝐧𝐠𝐢 𝐀𝐭𝐞𝐞𝐳 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora