Capitolo 105

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Pov Yunho

"PORCA PUTTANA FINALMENTE" sento qualcuno urlare dietro di me perciò tutti ci giriamo e vediamo un esemplare di Seonghwa felice mentre Hongjoong lo osserva stranito.
"Finalmente vi siete messi insieme"
"Non ancora" rispondo, alla fine è vero.
"E quel succhiotto?" San indica il mio collo e io prendo subito il telefono e apro la fotocamera trovando appunto una macchia violacea sul collo.
"Mingi quando cazzo-" cerco di dire ma qualcuno mi ferma.
"E ma vaffanculo Yunho, parlami quando vi sarete fidanzati se no non osare rivolgermi la parola e stessa cosa vale per te Mingi" Wooyoung si gira dandoci le spalle come un bambino mentre parla e io sorrido lasciando da parte il bel regalino di Mingi.
"Deve fare una cosa per farsi perdonare e poi da lì Wooyoung potremo parlarti" guardo Mingi che prima con la coda dell'occhio avevo visto triste, per fortuna adesso gli è tornato il sorriso.
"Non parlate nemmeno con me finché non vi sarete messi" Seonghwa interviene e alla fine scoppiamo a ridere tutti insieme compreso Mingi.
"Ragazzi!" sentiamo la voce di Jongho chiamarci e ci giriamo verso di lui trovandolo con Yeosang intento a pensare.
"Ciao ragazzi, come state?" chiede Mingi e Jongho corre verso di noi seguito dall'altro.
"Che succede? Perché quella faccia" Hongjoong chiede al più piccolo del gruppo e lui con il fiatone cerca di rispondere. Si vede che stava correndo già da prima.
"Sapete tutti che Jongho è-" Yeo apre bocca per parlare ma Jongho lo blocca sul posto.
"Yeo non qui! Ragazzi allontaniamoci un attimo, è una cosa importante" Jongho parla a bassa voce e noi ci limitiamo ad annuire per poi seguirlo e trovarci dietro il muretto del cortile.
"Che succede Jongho?" chiede questa volta San.
"Sapete che mio fratello è uno spacciatore?" ci chiede Jongho e noi tutti annuiamo. Mingi mi aveva raccontato questa cosa tempo fa ma lui assieme agli altri preferivano dare questo nomignolo a Jongho e non a suo fratello.
"Praticamente per qualche settimana un suo amico ha iniziato a chiedere la roba a lui" dice e si gira per controllare che non ci sia nessuno.
"E fin qui va bene, poi?" chiedo io e lui poi si gira verso di me e riprende il suo discorso.
"Praticamente questo weekend, il suo amico è stato ritrovato morto da un uomo che passava in quella zona per raccogliere un fiore che...ah non lo so, gli serviva e basta" l'ansia piano piano in lui stava crescendo e si poteva perfettamente notare.
"Dove vuoi arrivare Jongho?" Mingi va verso di lui e cerca di tranquillizzarlo.
"E se ci scoprissero? Anzi, se avessero scoperto mio fratello? Se scoprono lui scoprono me" dice con la paura negli occhi mentre Mingi lo abbraccia e lo raggiunge anche San.
"È impossibile che vi scoprano Jongho. Sono state ritrovate delle tracce di Dna su di lui?" chiedo iniziando anche io ad avere un po' di paura per il mio amico.
"No o almeno per adesso niente" Yeosang risponde al posto suo e io annuisco pensieroso e in quell'esatto momento la campanella suona perciò noi entriamo nelle nostre rispettive classi.







Pov narratore

Possiamo considerarla sfortuna il fatto che quel ragazzo non fosse stato a contatto con le persone che lo hanno ucciso?

Sicuramente possiamo considerarla fortuna quella di Jongho e della sua famiglia siccome l'amico di suo fratello è quest'ultimo usavano i guanti per scambiarsi le cose perciò di tracce ematiche su quella piccola flebo appartenente a loro, non ne erano presenti.
Ma come tutti sappiamo, adesso quella flebo è nelle mani di altre persone....








Pov Yunho

Appena suona la campanella dell'ultima ora usciamo dalle classi.
"Quando cazzo mi hai fatto questo succhiotto?" chiedo al ragazzo vicino a me.
"Stamattina perché non ti svegliavi, alla fine quello a darti piacere sono io" dice sorridendo e in quel momento gli altri arrivano.
"Aiutatemi voi per favore, è stato in ansia tutto il giorno e non ascoltava nemmeno le lezioni, non so più cosa fare" Yeosang ci blocca e noi cerchiamo di fare qualcosa per aiutare il nostro amico.
"Se per adesso non è successo niente allora tranquillo e poi come hai scoperto di questa cosa?" chiedo io.
"L'amico di mio fratello non ha familiari perciò hanno chiamato noi siccome il numero di mio fratello era registrato nel suo telefono e così abbiamo scoperto della notizia" dice e io tiro un sospiro di sollievo mentre Mingi si gira verso di me.
"Jongho vedi che se troveranno una possibile traccia di voi su di lui penseranno che vi siete incontrati precedentemente" dico io e lascio Mingi continuare.
"E lì vi chiameranno per vedere se sapete qualcosa su di lui o sulla sua famiglia. Vi faranno delle domande ma voi state tranquilli e dite la verità, alla fine non siete stati voi ad ucciderlo perciò non siete in pericolo" dice e Jongho sembra si stia calmando.
"Ovviamente verità nel senso il posto in cui vi trovavate quando è accaduto l'incidente e concordo con i piccioncini, non siete nei guai" continua San e tutti si uniscono a lui mentre Jongho sembra pensarci.
"Alla fine è vero...lui non ha la famiglia perciò penseranno che-" Jongho parla ma vieni interrotto da una chiamata.
"Chi è?" chiede Yeo e lui spalanca gli occhi.
"Mia madre" dice iniziando però ad impallidire.
"Jongho ricordati quello che ti abbiamo appena detto, è un ragionamento giusto e sensato. Fidati di noi" gli dico per calmarlo mentre lui prende la mano di Yeosang.
"Tranquillo rispondi, ci siamo noi con te" Yeo cerca di rassicurarlo mettendo anche l'altra mano sopra quella di Jongho e lui finalmente decide di rispondere.
"Pronto mamma" dice e noi rimaniamo ad aspettare che finisca.
"Oh va bene arrivo" dice dopo qualche minuto e poi riattacca.
"Allora? Cosa ti ha detto?" Hongjoong gli chiede preoccupato.
"La polizia è a casa nostra..." dice ma non continua la frase.
"Cazzo Jongho cosa ti ha detto" San lo sprona e lui sospira.
"Hanno fatto delle domande per poi chiedere di me. Devo tornare a casa" dice e Yeosang lo ferma subito dall'avere un attacco di panico.
"Jongho vengo con te, ci inventeremo poi una scusa adesso andiamo" Yeo continua a tenerlo per mano mentre noi gli diamo ragione.
"Tranquillo Jongho, tu mantieni sempre la calma davanti a loro" Seonghwa lo aiuta e lui annuisce.
"Ritornate a casa il prima possibile così non iniziano a dubitare di te Jongho" Wooyoung interviene e loro annuiscono per poi salutarci e andare via.
"Speriamo bene" continua sempre lui e noi annuiamo.
"Alla fine Jongho non c'entra nulla, se lo scoprissero quello nella merda sarebbe suo fratello non lui" San mentre parla mette una mano sulla spalla di Woo.
"Adesso forse è meglio se torniamo tutti a casa" suggerisce Hongjoong e allora noi ci salutiamo e ci dividiamo ognuno per le nostre strade...a coppie ovviamente.
Io e Mingi saliamo sulla sua macchina e lui parte ma a metà strada lo fermo, se dobbiamo parlare dobbiamo essere il più lontano possibile dalla nostra casa.
"Mingi non andare a casa" dico e lui d'un tratto svolta in un angolo isolato abbastanza familiare per poi accostare e spegnere la macchina.
Mi guardo intorno e lì i ricordi mi riaffiorano la mente.
"Ma questo non è il posto in cui mi avevi portato quel giorno? Dopo la gara tra scuole?" dico e scoppio a ridere mentre lui si gratta la nuca.
"Ah...ehm non ci ho fatto tanto caso scusa, non ti farò niente questa volta lo prometto" dice e vedendo la sua faccia seria io smetto di ridere e slaccio la cintura per mettermi più comodo per guardare nella sua direzione.
"Sono tutto orecchie" dico e lui sospira.
"Prima prometti di perdonarmi" mi porge il mignolo e io sorrido.
"Ma mi avevi detto che le promesse si facevano in un altro modo" questa volta scoppiamo entrambi a ridere.
"Promesso" intreccio il mio mignolo con il suo e poi lui sospira di nuovo.
"Te la farò semplice ok?" mi chiede e io annuisco, l'importante è che me lo dica.
"Da dove inizio...quando ero piccolo mio padre era l'unico che mi trattava bene e mi voleva veramente bene tant'è che odiavo quando gli chiedevo un favore perché mi faceva sorridere sempre mentre io gli portavo solo dei buoni voti presi a scuola. Lui era tutto per me e io ero tutto per lui, era il mio sorriso e io ero il suo sorriso" si ferma per riprendere fiato e poi continua mentre io rimango ad ascoltarlo attento.
"Un giorno mia madre e mio padre avevano litigato per qualcosa inerente a lei, qualcosa di tanto brutto penso siccome ad ogni sbaglio di mia madre lui faceva finta di niente e ci passava sopra. Quel giorno entrambi si erano messi ad urlare e mio padre per zittirla le ha tirato uno schiaffo a parer mio leggero alla quale lei però reagì pesantemente chiudendosi in camera loro e mio padre quindi quella notte era rimasto a dormire sul divano. Io volevo rimanere con lui ma mi aveva obbligato a rimanere in camera mia, diceva che stare fuori le coperte la notte faceva venire i mostri sotto al letto e nell'armadio" si fermò di nuovo e fece un piccolo sorriso.
"Ero piccolo, non sapevo come sarebbe andata finire ma siccome mio padre per me era una figura forte e potente, qualcuno che ci protegge o meglio, che mi protegge, pensavo sarebbe andato tutto bene ma purtroppo quella notte...forse erano le tre del mattino quando avevo sentito quel rumore, il rumore di una pala e qualcuno che scavava e quando ero sceso per vedere che cos'era avevo visto mia madre e il corpo di mio padre privo di sensi trascinato in un buco nella terra. Lì ero scoppiato a piangere come un poppante ma infondo quello ero. Mi ero nascosto per poi scappare velocemente in camera mia e chiudere la mia porta a chiave con la paura che lei potesse farmi qualcosa e mi ero messo in testa di non dormire ma ovviamente ero troppo stanco ed ero crollato" una piccola lacrima gli riga il viso e io mi sporgo verso di lui e gliela asciugo subito.
"La mattina quando mi ero svegliato per fortuna ero ancora vivo ma la porta di camera mia era aperta e c'era un odore molto forte di cibo perciò mettendo da parte la paura e seguendo quel profumo scesi sotto per trovare poi mia madre che preparava la colazione e appena mi aveva visto aveva sorriso, un sorriso molto grande ed io ne ero schifato e a mala pena mi reggevo in piedi, volevo mio padre. Da lì per la durata di un mese preciso, in cui non facevo altro che piangere, aveva iniziato a trattarmi bene ma poi dopo quel lasso di tempo aveva cominciato a bere come se non ci fosse un domani e mi meraviglio che sia ancora viva. Come tuo padre tratta te, lei ora da quel periodo fino ad oggi tratta me e io purtroppo non riesco mai a fermarla" finisce di parlare e tira un sospiro.
"Mingi.." metto una mano sulla sua spalla e lui mi guarda felice.
"Adesso che te l'ho detto mi sono finalmente liberato un peso di dosso" mi dice poggiando la testa sul sedile.
"Ecco perché San mi aveva detto di non tirare mai fuori il nome di tuo padre...io veramente mi scuso tantissimo, non sapevo di questa cosa, perdonami Mingi" dico sentendo le lacrime agli occhi. Mi manca mia madre.
"Non ero io quello che si doveva far perdonare?" mi chiede sorridendo.
"Ma smettila sei già più che perdonato, piuttosto perdona tu me" dico sentendo una gran mancanza di affetto.
"Ti ho perdonato già tempo fa, alla fine non era colpa tua" mi dice e io annuisco.
"Dai adesso ritorniamo a casa che sto morendo di fame" mi dice e riaccende la macchina per poi ripartire.

"Mingi so che non dovrei parlarne più però se tua madre litigava con tuo padre quando eri piccolo e stessa cosa facevano i miei magari c'è un possibile collegamento tra i due" dico ripensando a quello che mi aveva raccontato finché non mi spunta in mente una scena di mia madre piena di sangue in faccia e nelle mani.
"Molto probabilmente hai ragione se no non saremmo qui adesso" dice e io mando subito via le lacrime che si stavano formando sulla mia faccia.
"Che schifo di vita che abbiamo" dico a bassa voce guardando dal finestrino.
"Adesso per me non lo è più o almeno in parte" mi dice mentre parcheggia e io mi giro verso di lui e gli sorrido.
Usciamo dall'auto ma la sua voce mi blocca.
"Yunho vieni qui" mi chiama e io vado da lui e lì mi abbraccia.
"A cosa lo devo questo abbraccio?" chiedo sorridendo, mi fa sentire bene.
"Adesso stiamo insieme vero? Lo avevi detto prima a Wooyoung" si stacca dall'abbraccio e mi guarda preoccupato.
"Adesso si" penso sia il minimo dargli questa certezza ormai chiara. Lui sorride e mi appoggia alla macchina per poi baciarmi, un bacio che io ovviamente ricambio.
"Finalmente" dice sempre col sorriso appena si stacca.
"Il tuo sorriso è bellissimo" dico incantato nelle sue labbra e accarezzando la sua guancia destra.
"Mai quanto il tuo" mi risponde e si riappiccica di nuovo alle mie labbra finché il telefono di Mingi non suona e lui si stacca.
"Perché anche quando nessuno ci vede ci devono rompere il cazzo- oh guarda è proprio quella puttana" dice e io rido scherzosamente.
"Dai su entriamo" dico e lui annuisce arreso.
Entriamo in casa e Soyun ci accoglie "felicemente".
"Dove eravate finiti ragazzi? Mi stavo preoccupando" ci dice e io prima che Mingi la insulti intervengo.
"Eravamo a scuola scusaci tanto. C'è qualcosa di pronto?" chiedo sentendo fame.
"Si venite è tutto pronto" ci dice e noi la seguiamo per poi metterci a mangiare.

Arriva la sera e io appena esco dal bagno cerco Mingi e lo trovo prontamente seduto sul divano mentre guarda la televisione.
"Che guardi?" chiedo e lui distoglie lo sguardo dallo schermo per guardarmi e poi lo riposiziona sulla tv.
"Stanno parlando della morte dell'amico del fratello di Jongho" dice attento ad ogni movimento.

"Yunho...guarda il posto" mi dice e io eseguo il suo ordine.
"Non ti sembra familiare?" mi chiede e io guardo attentamente lo sfondo della scena.
"Quegli alberi...non ti sembrano familiari?" mi chiede e io mi concentro di più finché qualcosa scatta in me.
"Non erano quelli del campeggio?" spalanco gli occhi e Mingi annuisce.
"Cazzo" dice e io lì collego tutto.....





***

Adesso sappiamo anche il passato di Mingi..come state?

✔ 𝐂𝐎𝐍𝐎𝐒𝐂𝐈𝐌𝐈 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 | 𝐘𝐮𝐧𝐠𝐢 𝐀𝐭𝐞𝐞𝐳 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora