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Non so dire con precisione se tra me e Tsukki sia finita quel giorno.
Non saprei davvero mettere in linea tutti gli avvenimenti di quel pomeriggio, onestamente.
So che sono passate due settimane.
So che non l'ho più visto, da allora.
E so che sono al settimo giorno di corsi, a veterinaria, a Tokyo.
Il mondo continua a cadermi addosso ogni istante. Fa male, guardarmi attorno. Rendermi conto dopo aver cementato nella mia mente che saremmo rimasti per sempre insieme che alla fine, forse, non sarebbe stato così, è doloroso.
Andare avanti, è doloroso.
Ogni notte, ci penso.
Ogni notte prima di chiudere gli occhi in questo dormitorio di sconosciuti, prima di lasciarmi andare al sonno che penso sia l'unica cosa che mi distrae, mi tornano in mente il suo viso e le sue parole.
E la cosa che mi insegue è solo una.
La sensazione che ho provato quando mi ha detto che dipendevo da lui.
La sensazione di non essere nulla.
Di non avere nulla.
Di essere sconosciuto persino a me stesso.
Alzo gli occhi al cielo uscendo dalla doccia.
Le temperature sono scese, da quelle settimane bollenti di agosto, ma niente di drastico.
Fa un caldo moderato, ancora ammissibile, e sento persino un brivido corrermi sulla spina dorsale, lungo la pelle fresca ancora fradicia d'acqua.
Raggiungo il mio asciugamano sul bordo del lavabo.
Parlo con Tsukki, la sera.
Non con lui, non con quello vero.
Con quello che esiste dentro di me.
Ho sempre pensato che fosse la mia forza. Che fosse l'unica cosa davvero meritevole di essere amata, tra tutte quelle che conoscevo.
La sera chiudo gli occhi nel mio letto, litigo con le lenzuola alla ricerca di un punto comodo, che non sia troppo freddo, o troppo caldo, e mi accoccolo su me stesso.
Gli racconto le mie giornate.
Mento a me stesso e fingo che sia tutto come prima.
Parlo con la mia testa.
Immagino le sue ciglia bionde che sbattono di fronte al mio viso, i riccioli morbidi, il viso elegante e l'espressione interessata.
Mi sento come una di quelle ragazzine nei romanzi rosa.
Quando dicono che la loro vita sembra solo sofferenza quando il personaggio maschile, bello, strafottente e cattivo, le lascia.
Ma sotto sotto, so che c'è una differenza abissale.
Nei romanzi le protagoniste vengono lasciate sempre per un motivo. Che nasca da loro, o dall'altro, il motivo c'è sempre.
E io, invece, sono solo per nulla.
Per una decisione che spettava a me prendere.
Per aver fallito qualcosa di così semplice.
Sono arrabbiato, non lo nego. Con Tsukki e con me stesso, per quello che mi sono permesso di farci.
Non riesco a dargli la colpa.
So solo annegare nella mia autocommiserazione e mettere in linea perfettamente le mie responsabilità.
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strawberry shortcake || yamaguchi
Fanfiction➭ 𝗮 𝗬𝗮𝗺𝗮𝗴𝘂𝗰𝗵𝗶 𝘀𝘁𝗼𝗿𝘆 ➭ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮 ➭ 𝗧𝘀𝘂𝗸𝗸𝗶𝗬𝗮𝗺𝗮 - 𝗧𝗲𝗿𝘂𝗬𝗮𝗺𝗮 ➭ 𝗹𝗼𝘃𝗲 𝘁𝗿𝗶𝗮𝗻𝗴𝗹𝗲 ➭ Yamaguchi è una creatura semplice. Sempre stato solo e soltanto il piccolo e gracile ragazzino lentigginoso che si nasconde...