𝚖𝚊𝚔𝚎 𝚜𝚞𝚛𝚎 𝚒'𝚖 𝚙𝚞𝚛𝚎

2.8K 155 289
                                    

─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚.───

La colazione procede, in realtà, in modo abbastanza tranquillo.

Non che mi fossi aspettato chissà che, siamo due persone civili.

Ma evito quella patina di colpi di scena inaspettati che sembra seguirmi. Niente dichiarazioni di fronte al caffè bollente, niente ginocchio e proposta di punto in bianco, niente crisi di panico o gelosia.

Solo... io e Tsukki, credo.

In quel modo pacato e ordinato che ci contraddistingue, come se fosse uno di quegli appuntamenti che ci scambiavamo prima che le cose cambiassero in questo modo.

Lui sorseggia il suo caffè, io raccolgo la panna del mio cappuccino con la cannuccia, in un silenzio pacato.

Alza appena le sopracciglia, prima di parlare.

− Mi fa male la testa. - borbotta.

Ridacchio leggermente.

− Certo che ti fa male. Ti sei ubriacato, ieri. -

− Non ricordarmelo. Vorrei spararmi, ti assicuro. -

Aggrotta la fronte, preme il dito sul centro della montatura degli occhiali e sospira.

− Non so che cazzo mi sia passato per la mente. So solo che il secondo prima ero sobrio a ordinare un drink qualsiasi e quello dopo steso come un cadavere sul marciapiede a scriverti quelle puttanate. -

L'immagine è... buffa.

Mi ha offeso, ieri, quello che mi ha detto.

Ma l'immagine è comunque buffa.

− Steso sul marciapiede? - gli faccio eco.

Annuisce.

− Ah-ah, come un coglione. Mi hanno detto che mi hanno riportato a casa in due, che ero troppo pesante da trascinare. -

Rido.

Le mie guance che si alzano e il naso che arrossisce.

− Sul serio? Non sembri neppure tu, Tsukki! -

− Lo so, miseria. Ricordo solo che mi sono messo lì a pensarci, mentre mi portavano via. Sono davvero diventato questo? Un ubriacone che dorme per strada? -

Anche lui ride, mentre lo dice. Ride in modo elegante, Tsukki, niente di esplosivo o catalizzante come la risata di Hinata, che ti fa tremare il petto, ma piano, educatamente.

− Con chi sei uscito? - chiedo, poi.

Scuote la testa.

− Amici del corso. Sono simpatici, non me l'aspettavo. -

− Non te l'aspettavi? -

Sbuffa.

− Sai che non sono proprio un granché, quando si parla di fare amicizia. -

Oh, vero, vero.

Ma l'alcol crea legami inaspettati, alle volte, e io lo so meglio persino di lui, in questa situazione.

Finisce il suo caffè con un lungo sorso, lo vedo impastare la lingua vicino al palato in un gesto che gli ho visto fare molte volte.

Dice che sente quell'aroma amaro che adora, che lo gusta proprio sulla lingua.

− Usciamo. - dice poi, senza preavviso.

− Dove? -

− A cena. Se devo conquistarti devi darmene l'opportunità, Tadashi. Vieni a cena con me. - ripete.

strawberry shortcake || yamaguchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora