𝚝𝚎𝚕𝚕 𝚑𝚒𝚖 𝚝𝚘 𝚜𝚝𝚘𝚙

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Ci svegliamo all'ora di pranzo.

Non so a che ora siamo effettivamente andati a dormire ieri sera, ricordo che il sonno che ho preso s'è presto spezzato e mescolato con tanti altri dettagli che vagano fra le parole sussurrate a notte fonda e le mani che si cercano.

Ci svegliamo all'ora di pranzo, questo è tutto quello che posso dire con certezza.

Apro gli occhi sbattendoli più di una volta che la luce fuori dalla finestra è calda e piena, Yūji si sta stiracchiando dall'altro lato e mi sento tremendamente appiccicoso.

− 'Giorno, principessa. – mi sento dire da una voce bassa e appena un po' assonata.

Sorrido come posso, non rispondo.

− Come stai? –

Arriccio la fronte, cerco di fare mente locale.

Come sto?

− Mi fa male tutto. –

− Quanto male? –

Il tono di Yūji, quando mi risponde, è apprensivo, dolce, preoccupato. Si sporge verso di me come se non si fosse anche lui appena alzato, cercando sul mio corpo segni tangibili del dolore che gli ho detto di provare.

− Male in senso buono. Come se avessi fatto una maratona. –

Sospira, poi alza un sopracciglio.

− È un complimento? –

Ridacchio.

− Prendilo come ti pare. –

− Allora lo prendo come un complimento. Yūji Terushima, la maratona. Suona bene. –

Rido di più, lo colpisco appena sulla spalla mentre sorridendo anche lui, si gira e si avvicina. Sistema i miei capelli arruffati, mi studia il volto.

Si sporge e preme una sola volta le labbra contro le mie.

− Posso portarti a fare la doccia? Credo che tu ne abbia bisogno, ma se ti mette a disagio me ne vado. –

− Yūji, mi hai letteralmente fatto avere un orgasmo parlando ieri. Hai messo la tua lingua in un posto in cui ecco... diciamo che non dovrebbe entrarci, poi mi hai quasi aperto in due. Di cosa dovrei essere a disagio? – rispondo, cercando di trascinare via la raucedine dalla voce.

Yūji si blocca, poi lo vedo sorridere.

− Chi l'ha detto che non dovrebbe entrarci la lingua? C'entra. Ci è entrata. –

Arrossisco, so che lo faccio, distolgo lo sguardo. Forse di tutte le persone lui è la meno indicata, per fare a gara su chi sia più sfacciato.

− Non c'è bisogno di... −

− Ah, e mi pareva anche che ti piacesse. Vuoi riprovare? Stai dicendo questo? –

Mi copro il viso con una mano.

− Non è quello che stavo dicendo. –

Abbassa platealmente gli angoli della bocca all'ingiù.

− E io che ci speravo. –

Sbuffo, riprendo fiato e cerco di tornare in me.

− Volevo dire che possiamo andare a fare la doccia, Yūji. Ma uno per volta, non credo che riuscirei a correre un'altra maratona. –

Fa "no" con la testa.

− E se invece della maratona mettessimo... − inizia.

La voce gli muore in gola.

strawberry shortcake || yamaguchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora