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T/n's Pov

«Per quanto hai intenzione di non parlarmi?» domanda seccato l'antipatico al volante.
Non ribatto, limitandomi a fare una smorfia, posando la fronte contro il finestrino per godere della bellezza del paesaggio notturno.
«Va bene, ho capito.» accosta bruscamente la macchina vicino alla mia residenza. «Buonanotte.»
«Notte.» replico insipida, aprendo la portiera del veicolo per mettere un piede, e a seguire l'altro, al di fuori della jeep.
«Allora quell'uccellaccio aveva proprio ragione...»
«In cosa?»
«Sei veramente in quel periodo del mese.»
«Vaffanculo.» sbatto la portiera dirigendomi verso il mio palazzo.
«Vedi di svegliarti meglio domani mattina, che ti faccio uno squillo.» mi dice abbassando il finestrino della macchina.
«E tu di riguardare quel tuo carattere di merda!» ribatto.
«Fanculo.» accende il motore della macchina, sparendo per la strada.

- Meglio così. -

Il rumore dei miei tacchi risuona battendo sull'asfalto mentre mi dirigo verso il mio palazzo, tirando fuori il cellulare per controllare l'orario.

«23 e 52... Ancora otto minuti e potrò porre fine a questa giornataccia.»

- Tanto auguri a me, (t/n). -

Mi addentro sbuffando nel mio caseggiato e a causa delle gambe ancora indolenzite, faccio l'utilizzo dell'ascensore. Pigio sfinita con il dito di una delle mie braccia aggiuntive il numero del piano in cui risiedo, restando con la schiena incollata al muro per via della stanchezza.

«Cazzo, per oggi basta sorprese. Birra, doccia e a letto.»

- Chissà se Rui è a casa... Mah, sicuramente si sarà divertita più di me stasera. -

Sbuffo dalla stanchezza che risiede il mio corpo, stropicciandomi la faccia stressata a causa delle mie continue liti con Touya.

«Magari i racconti di Rui riusciranno a distrarmi un po'.» borbotto varcando le porte dell'ascensore. «Sicuramente avrà passato una giornata più entusiasmante della mia.»

- Sempre ci sia... -

Apro a fatica la porta del mio appartamento in stile loft, con le pareti fatte da mattoni e un atmosfera tipica di Brooklyn. Dal momento che siamo in due a vivere qui dentro, la grandezza supera di poco l'alloggio di Touya, ospitando delle dimensioni piuttosto modeste.

«Sono a casa!» urlo lanciando le chiavi e la borsa sul divano, togliendomi la sciarpa con l'odore di quel dannato.

- Silenzio, eh? - penso sciogliendo la coda spettinata che regge i miei capelli lunghi e voluminosi. «Bene, vorrà dire che festeggerò gli ultimi minuti del mio compleanno insieme alla mia birretta fredda.»

Tolgo le scarpe all'entrata e dopo aver sorpassato il soggiorno, cammino per la cucina collegata alla sala da pranzo, grattando la testa dolorante.

«Finiamo questa giornata di merda in bellezza...» mi lagno lavandomi le mani. «Beh, per lo meno non ricorderò il mio ventiduesimo compleanno come un giorno qualsiasi.»
«E così fai ventidue anni?» mi domanda una voce tremendamente familiare provenire dalla finestra.
«Ma cosa...» mi avvicino. «Hawks?»
«Ehilà.» mi saluta seduto come se nulla fosse l'uomo rapace.

SICK LOVE // (Dabi x Hawks x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora