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T/n's pov

«Ehi, piccola. Perché mi guardi così?»
«Hawks non avrebbe mai detto una cosa simile.» affermo senza curarmi del contesto, avvertendo le lacrime agli occhi e ferita dal suo vocabolo orrendo.

Rimanendo in silenzio, stabilisco il mio sguardo deluso nei suoi occhi illuminati dal chiarore serale, e, non appena il suo sorriso scompare, mi rendo conscia dell'assurdità prodotta dalla mia bocca.

Deglutisco quando Touya smette di ridere, annientando lo sfavillio nei suoi lumi per dar spazio a un'aria più cupa e contorta. Solamente adesso mi pento di quello che ho detto. Anche se le sue parole schiette mi hanno forato nel profondo, non capisco il motivo di confermare una cosa simile su Takami.

Come se non avessi detto nulla, faccio la finta ingenua, non riuscendo più a reggere l'impeto del suo sguardo amaro e quando decido di riportare l'interesse sul mio drink, Touya si decide a parlare.

«Che cosa hai detto?»
«Niente.» smentisco.
«(t/n), che cazzo hai detto?» ripete lui.
«Nulla.» riposo il drink. «Non ho detto nulla.»
«Parli ancora di quel rapace?»
Distolgo lo sguardo in silenzio.
«(t/n), rispondi quando ti parlo!» inizia ad alzare la voce. «Parli ancora di quel fottuto bastardo?!»
«E te, invece?! Hai sentito che cosa hai detto, Touya?! Se fossi stata realmente incinta, sarebbe stata questa la tua reazione, eh?!» tento di sostenere le sue grida, ma la salda miscela di impotenza e tristezza ha la meglio, trasformando la mia voce in un pianto.
«Non ci posso credere...» si strofina la faccia. «Ora ti metti a fare la vittima?»

Faccio un lungo respiro, tirando su con il naso senza donargli un mio responso. Io non sto facendo affatto la vittima, sto dicendo le cose come stanno, però lui, a quanto pare, sembra non comprendere.

«(t/n), rispondi quando ti parlo, porca puttana!» attiva involontariamente la fiamma blu nelle sue mani.
«Touya, smettila di urlare!» lo guardo con disappunto, tappando le orecchie.

Tremo. Detesto l'aurea prepotente che spande e questo linguaggio aggressivo riporta a galla i ricordi più brutti della mia infanzia, quando papà urlava minacce contro Rui, scaricando i nervi accumulati in giornata a tavola mentre la mamma cercava di calmare le acque.

Ho sempre odiato questo modo violento di mio padre e rivederlo in Touya mi dà sui nervi oltre a infliggermi un enorme malore psicologico, ma non so che dire.

E persa tra i miei pensieri, la vicinanza di chi ho davanti mi obbliga a voltarmi.

Dabi si posiziona di fronte a me e, con un atto privo di delicatezza, mi solleva la mascella. Le sue labbra toccano le mie, così come la punta dei nostri nasi, e mentre i suoi occhi sono impegnati a catturare la mia anima, il mio corpo si tende come la corda fine di un violino.

«Ti è andata bene perché oggi sono di buon umore.» respira senza controllo nel mio volto inquieto, osservandomi con aria ripiena di collera.
«Altrimenti? Cosa sarebbe successo?» chiedo, mantenendo il contato visivo.
Mi fissa per qualche secondo con la mascella contratta. È dura non distogliere la vista, il suo sguardo è così tagliente da farmi mancare il fiato. Non mi piace per niente il tono con cui si sta rivolgendo a me, tuttavia, gli ho detto la verità: Hawks non si sarebbe azzardato di dire le stesse cose che ha detto Touya.

Con fare grossolano, mi priva di una risposta con ghigno diabolico, quasi sarcastico, cominciando a cercare il suo pacchetto di sigarette senza smettere di guardarmi. Vuole che ceda a ogni costo questa gara di sguardi, ma stavolta non ho intenzione di farmi calpestare da lui.

Touya si accende con disinvoltura la sua dose di nicotina incastrata fra le labbra, volgendo la testa per gettare il fumo lontano da me, ma la sua vicinanza è così ristretta da causare l'effetto opposto, infastidendo le mie narici infuocando la mia povera gola.

SICK LOVE // (Dabi x Hawks x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora