𝐐𝐔𝐀𝐓𝐓𝐎𝐑𝐃𝐈𝐂𝐈

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La sconfitta contro il Napoli era stava spazzata via dalla super vittoria contro il Midtjylland nella prima giornata di Champions.
Il giorno dopo, tuttavia, non era libero, ma prevedeva una sessione di allenamento al pomeriggio, dopo il ritorno a Bergamo durante la notte, in vista del match contro la Samp del sabato seguente.

Quel pomeriggio Lindsey si era recata a Zingonia insieme a Melanie e Bauti Gomez, il figlio del Papu, che aveva insistito per andare con la propria babysitter a vedere il padre allenarsi mentre la madre era rimasta a casa con il fratellino più piccolo e la sorella.

«Guarda Mel, mio papà è molto più bravo di tuo fratello.» stava dicendo il bambino seduto sulla gradinata di cemento con addosso la maglia dell'Atalanta sopra il giubbino.

«Beh, su questo non ci piove.» rispose la mora sorridendo.
Anche Lindsey accennò un sorriso, guardando invece suo fratello continuare a protestare contro Hans, che a sua volta lo rimbeccava ridendo sguaiatamente.

«E tu Lindsey? - le stava chiedendo Bauti - Qual è il tuo giocatore preferito tra di loro?»

Lindsey fece finta di pensarci su.
«È difficile, sai? Sono tutti molto bravi. Dire che preferisco mio fratello sarebbe troppo scontato, perciò devo dire... o Alejandro - Bauti tuo papà fa davvero delle giocate pazzesche! - oppure Luis, è sempre decisivo e fa tantissimi gol.»

«Hai ragione. Anche io da grande voglio fare tantissimi gol.» sostenne Bauti.

«E li farai, - gli assicurò ancora la bionda - guarda da quanti maestri sei circondato!» fece alludendo a tutti i giocatori dell'Atalanta che si divertivano a volte giocando con lui.

Il bambino si voltò verso Melanie.
«Visto? Sei solo tu l'antipatica che dice che sono scarso. - osservò, guardandola quasi fiero di essersi guadagnato un altro sostenitore. Scese dal gradino e si mise in piedi - Hanno finito, vado dal papà.» sentenziò, correndo verso il campo, laddove Alejandro, uscendo, lo prese in braccio, prima di parlargli e poi rientrare nel campetto, passando un pallone al figlio.

Lindsey sorrise: legata com'era alla famiglia, aveva sempre creduto che essere genitore fosse come un dono del cielo, e infatti le sarebbe tanto piaciuto poter avere una famiglia e dei figli.

«Pensavo fosse Robin il tuo giocatore preferito.» esordì Melanie sorridendo sorniona, ma Lindsey alzò gli occhi al cielo.

«Basta, per l'amor del cielo.»
Stava cercando in tutti i modi di dimenticarlo, di lasciarlo perdere, di tirarselo fuori dalla testa visto che non meritava nemmeno, visti i suoi comportamenti, di essere oggetto di pensiero di Lindsey; ogni volta, però, arrivava Melanie ad infierire e ricordarle che il pensiero di lui era costante nella sua testa, quiesciente e scaturito solo se stuzzicato: invece, lei voleva proprio fare tabula rasa. Facile a dirsi.

«Andiamo, visto che c'è il Papu con Bauti direi che sono libera. Ti va di venire a far merenda con me e Remo?» domandò la mora.

L'olandese fece spallucce.
«Sì. Chiedo anche a Sam se gli va.» fece lei.

Si allontanarono dalle gradinate per avviarsi all'uscita del centro. Lindsey si sedette ad una panchina in attesa di suo fratello che uscisse dagli spogliatoi, continuando ad osservare in lontananza nel campetto Alejandro Gomez incitare il figlio a restituirgli palla.

Il primo ad uscire dallo spogliatoio fu Remo, che sbadigliando sorrise alla sorella e poi alla bionda, sedendosi dall'altro lato della panchina.

«Ci vieni a far merenda con me e Linds?» chiese Melanie al fratello.

Il ragazzo chiuse gli occhi, sbuffando leggermente.
«Vorrei solo sdraiarmi e dormire. - borbottò. Era comprensibile, erano tornati tardi dalla Danimarca e tutti avevano sicuramente dormito poco - Però un krapfen alla marmellata lo mangerei volentieri.»

La sorella sorrise, voltandosi verso lo spogliatoio, laddove uscì un ragazzo che, a giudicare dal modo in cui restituì il sorriso a Melanie, Lindsey capì essere Matteo Pessina, il famoso ragazzo di cui si era innamorata.

Egli si avvicinò alla svizzera incurante di Remo e sorrise ai presenti. La bionda si chiese cosa si fosse persa.
Lanciò un'occhiata di sottecchi a Melanie, che rispose con un alzatina di spalle.
Okay, aveva fatto qualcosa di cui Lindsey non era chiaramente a conoscenza.

«Buon pomeriggio.» esordì il nuovo arrivato, sorridendo a Lindsey e a Melanie, per poi avvicinarsi a quest'ultima e lasciarle un veloce bacio sulle labbra.

«Dio mio, abbiate almeno la decenza di non farlo davanti a me.» si lamentò Remo alzando gli occhi al cielo.

La bionda si voltò scioccata verso Melanie.
«Remo lo sa? Ingrata! Perchè non me lo hai detto?» la rimproverò risentita. Insomma, Melanie sapeva tutto di Lindsey e lei nulla di Melanie?

«Gliel'ho detto stamattina, mi sono dimenticata di fartelo sapere.» rispose pacata la svizzera.

Sentitosi preso in causa, Remo si voltò verso l'olandese.
«Cosa? Tu lo sapevi? - intervenne - Tutti lo sapevano eccetto me? Sì Mel, sei davvero un'ingrata.»

In tutto quel trambusto, Matteo guardò sorridente Lindsey.
«È possibile che sia passato tutto questo tempo e non ci siamo ancora presentati? Io sono Matteo, il ragazzo di Mel.» disse porgendole la mano, che la bionda strinse ricambiando il sorriso.

«Guarda, che ne dici di ripeterlo? Non sono sicuro di aver sentito bene.» lo rimbeccò Remo, geloso e protettivo al massimo nei confronti della sorella.

«Avanti Rem, sei insopportabile!» esclamò Melanie allargando le braccia.

«Che c'è qui da protestare così tanto?» si intromise un'altra voce.
Era quella di Sam, che uscito dallo spogliatoio si era aggregato al quartetto.

«Sul fatto che Remo sia insopportabile.» gli rispose Matteo.

Remo gli puntò il dito.
«Tu tieni a freno la lingua, e possibilmente anche le mani perchè il tuo fidanzamento con mia sorella, sappi, è appeso ad un filo.»

«Come sei minaccioso bro. - commentò Sam - Ma come mai tutti qui riuniti? Non è che si va a mangiare qualcosa, magari?»

«Questa era l'idea. - replicò Malenie, lanciando uno sguardo a Matteo e Remo - Voi due riuscite a non scannarvi, per favore? Non vorrei che ci buttino fuori dalla pasticceria.»

«Bene, allora ci troviamo lì. - concluse Lindsey, prendendo le chiavi della macchina dalla mano del fratello - Guido io.» annunciò poi, iniziando ad incamminarsi con lui verso il parcheggio.

«Mh, sicuri di arrivare, allora?» la stuzzicò Melanie.

Lindsey si voltò e le mostrò affettuosamente il dito medio, per poi tornare sui suoi passi.
«Hai fatto bene oggi. Bravo.»

«Grazie. Vorrei poterti dire anche io 'brava', ma non hai ancora dato manco un esame.» la canzonò Sam.

Lindsey scoppiò a ridere.
«Uffa, basta. - fece annoiata - La sessione inizia a dicembre e prometto che me la caverò!»

Salirono in macchina e misero in moto.
Uscirono dal centro alla volta di Bergamo città, per gustarsi una merenda in compagnia.

***

Ecco un capitolo puramente di passaggio. Presto arriveranno quelli intensi...😍
Buona Pasqua a tutti voi, a domenica prossima!

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐂𝐋𝐀𝐒𝐒𝐈𝐂𝐎 || Robin GosensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora