𝐒𝐄𝐈

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Lindsey si svegliò abbracciata al cuscino, ancora assonnata.
Aveva dormito poco e male, poichè oltre ad essere andata a letto verso l'una a causa della serata al ristorante con l'Atalanta aveva passato un'ora abbondante a fissare il cuscino riflettendo su argomenti che aveva avuto modo di raccogliere durante la sera precedente.
Tra questi, Robin.
Perchè lo stava pensando, poi? Lui la odiava. Ne era piuttosto certa.

Eppure quel suo sguardo serio, quei suoi lineamenti marcati non riuscivano ad uscirle dalla testa.
Voleva non pensarci. Anche perchè non lo conosceva. E lui non aveva di certo alcuna intenzione di conoscerla.

Sbuffando, uscì dal letto e aprì la porta finestra della sua camera, spalancò le ante e andò sul balconcino, indossando solo un felpone di Sam e dei pantaloncini corti.
Osservò i tetti delle case di fronte alla sua, vedeva in lontananza una cupola, forse della Basilica che aveva visitato appena giunta a Bergamo.

Sentì il telefono squillare.
Rientrò, lo prese e scoprì essere Loes.

«Pronto?» rispose con voce impastata, uscendo nuovamente sul balcone.

«Ehi zus. Ti ho svegliata?»

«No, tranquilla. Che dici?»

«Oh, nulla di che. Volevo sentirti. Sam è lì? Com'è andata ieri?» domandò.

Lindsey rientrò in camera e richiuse la porta finestra, per poi indossare le pantofole e uscire dalla stanza.

«Ehm, Sam credo sia già uscito. Aveva allenamento presto, stamani. Io devo andare a fare colazione con una ragazza, è la sorella di un compagno di squadra di Sam. Sembra simpatica e interessata a conoscermi. Sarebbe bello avere un'amica, qui. Dopo ieri, poi.» commentò sprezzante.

«Perchè? Non è andata bene?» chiese Loes dispiaciuta.

Lindsey mise in vivavoce e andò in cucina, iniziando a farsi un caffè giusto per non addormentarsi subito.

«Diciamo che c'è un tipo a cui proprio non piaccio.»

«Capirai, ce ne sono di granelli sulla spiaggia.» fece Loes.

Lindsey riuscì a stento a trattenere una risata.
«Da dove hai preso questa metafora?»

«Dai, hai capito che intendo! Ci saranno un sacco di altre persone che avrai conosciuto a cui invece piaci. - suppose lei - Va bene, ora ti lascio andare a far colazione fuori. Mamma, papà ed Emma ti salutano.»

Lindsey annuì.
«Ci vediamo presto, ciao.»

Trangugiò il caffè quando si accorse che nel giro di venti minuti sarebbe dovuta essere davanti all'Università per trovarsi con Melanie.
Si preparò in fretta e uscì di casa, usando Google Maps per raggiungere la sede - sapeva dove si trovasse, ma era in ritardo e non era il caso di perdersi a Bergamo.

Quando raggiunse l'Università vide la ragazza vicino all'ingresso. Non c'era molto via vai, in quanto l'anno scolastico universitario non era ancora iniziato.
Sorrise e la raggiunse; ella si voltò e la riconobbe, quindi ricambiò il sorriso.

«Ciao. Perdona la franchezza, ma non hai una bella cera.» le confidò.

Lindsey fece un abbozzo di sorriso di circostanza.
«Sì, lo so, non ho dormito bene stanotte.»

«Oh, scusami! Magari ti sei sentita obbligata venire stamattina, e io...»

«Tranquilla! - la interruppe subito - Un'amica è proprio quello di cui ho bisogno in questa strana città.»

Si incamminarono verso un bar che Melanie diceva di conoscere davvero bene, presso il quale andava spesso a consumare una colazione prima di recarsi in università.

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐂𝐋𝐀𝐒𝐒𝐈𝐂𝐎 || Robin GosensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora