𝐐𝐔𝐀𝐓𝐓𝐑𝐎

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«Siamo invitati alla cena di squadra, stasera.»

Dopo che Sam aveva svolto tutte le pratiche e aveva visto il centro sportivo, lui e Lindsey erano partiti per Bergamo.
Si trovavano in macchina quanto la ragazza annunciò dell'invito al fratello.

«Sì? Chi te lo ha detto?»

«Ho incontrato Luis Muriel e Alejandro Gomez. Si sono presentati mentre ti aspettavo fuori dalla hall e mi hanno chiesto il tuo numero per inserirti nel gruppo squadra. Poi Alejandro ha aggiunto che alle 19.30 passa da casa nostra per trascinarci alla cena.» spiegò.

Sam scoppiò a ridere.
«Tipico del Papu. - commentò - Un solo allenamento con lui mi è bastato per capire di che soggetto stiamo parlando. Un leader. Ma seriamente ci viene a prendere a casa?»

«Sì, mi ha detto che se avessimo accettato avremmo dovuto mandargli l'indirizzo cosicché lui possa venire a prenderci e condurci al ristorante.»

Sam fece spallucce al volante.
«Beh, almeno inizio ad entrare nel gruppo, e tu conosci qualcuno. Andiamo, per me va bene.»

Ricevendo una risposta affermativa, Lindsey prese il telefono e mandò un messaggio all'argentino che le aveva dato il numero poco tempo prima.

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Il pomeriggio Lindsey si era recata in università, e aveva avuto modo di parlare con la segreteria, che aveva acconsentito a farle fare un veloce tour illustrato dei luoghi principali che lei avrebbe frequentato quindici giorni dopo.

In quanto avrebbe iniziato il terzo anno, l'università aveva predisposto che almeno per gli studenti prossimi alla laurea i corsi venissero svolti in presenza, seppur in sicurezza e con tutte le disposizioni sanitarie necessarie, almeno all'inizio.
In caso di peggioramento, la didattica a distanza era già pronta all'utilizzo.

Era tornata a casa poco prima delle 18, aveva raccontato a Sam come era andata e poco dopo si era fatta una doccia.

«Sam? - domandò poi, scendendo le scale con il pigiama. - Come mi devo vestire per una cena di squadra?»

Il fratello, seduto sul divano intento a chattare probabilmente con qualche amico lasciato in Olanda, alzò la testa.

«Francamente, Linds? Vestiti come vuoi. - disse, alzando le sopracciglia - Ti ripeto, non è un gran galà, perciò sei libera di decidere tu... fosse per me, potresti venire pure così.» fece ridendo e osservando il pigiama.

Lindsey sorrise e inclinò il capo.
«Ti ringrazio. - commentò contratiata - Comunque, facendo un po' i seri, non è un po' come una cena di lavoro? Dico, quelli sono tuoi colleghi...»

«Linds, ascoltami: vestiti come ti pare, sei bellissima lo stesso. Mi dispiace doverlo ammettere, ma i ragazzi ti guarderanno comunque.» fece.

«Non mi interessa che i tuoi compagni di squadra mi guardino o no. - obiettò - Mi interessa essere adeguata.»

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐂𝐋𝐀𝐒𝐒𝐈𝐂𝐎 || Robin GosensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora