3.Keep The Car Running

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3.

Tired of waiting around
Now, what are we becoming
Keep the car running
(Goo Goo Dolls-Keep The Car Running)



Due fari nella notte. Un rumoroso vociare di persone. La mia testa sta per scoppiare. Tutto ruota attorno a me. I suoni sono terribilmente ovattati. Non sento nulla, solo una fastidiosa suoneria. Il telefono, mi sta squillando. Il telefono.

Il telefono! Apro gli occhi e sobbalzo. È Raven. Merda, sono in ritardo e non ho nemmeno preparato la valigia. Rimango col cellulare in mano, indecisa se rispondere o meno. Alla fine, cedo e trascino il pollice sullo schermo, per poi avvicinare il cellulare all'orecchio. Sospiro, aspettando la lavata di capo della mia amica che, puntualmente, arriva.

"Clarke, dove diavolo sei? Ti sto aspettando qui sotto!". Okay, è decisamente arrabbiata. Non posso darle torto, mi sarei dovuta svegliare almeno un'ora fa.

"Ehm... Arrivo Rae, mi sto finendo di preparare." mento spudoratamente.

"Va bene, ho capito. Salgo e ti aiuto con i bagagli.". Cerco timidamente di protestare, invano. Dopo pochi minuti la porta della mia camera si spalanca, facendomi cadere dal letto. Raven spalanca le tende e io mi copro immediatamente gli occhi e mi rotolo sul pavimento, in preda a non meglio specificati lamenti. Raven mi fissa, le mani ai fianchi e l'aria spazientita. La guardo di sottecchi e capisco che è meglio finire questa sceneggiata il prima possibile. Mi alzo e, sedutami sul letto, comincio a cambiarmi.

"Allora Griffin, dove sono le tue valige?" chiede Raven.

"Nell'armadio." rispondo. Apre le ante e getta a terra i bagagli, per poi riempirli in malo modo di vestiti.

"Ehi! Me li rovini, stai attenta!". La vedo stringere i pugni, per poi voltarsi verso di me e mettermi due mani sulle spalle con aria minacciosa. Deglutisco, spaventata.

"Sei incredibile, Griffin." dice, spingendomi leggermente all'indietro. "Senti, lo so che non ti piace l'idea di tornare a casa, ma è per il tuo bene, che tu ci creda o no. Quanto successo due giorni fa è stata la goccia, Clarke. È da un anno che hai perso il controllo, forse staccare da questa città e da questo ambiente ti farà bene.". Arriccio il naso per cercare di ricacciare indietro le lacrime. Sì, forse Raven ha ragione, andarmene potrebbe essere la cosa più sensata da fare. Nonostante i miei sforzi, non riesco più a trattenermi e scoppio a piangere. Raven sospira e mi si siede accanto. Mi stringe a sé e mi culla con dolcezza.

"Scusa." mormoro, asciugandomi il volto con il braccio. "È solo un periodo stressante, passerà."

"Lo so Clarke, lo so. Ed ecco perché è necessario che metti in pausa tutto questo. Ascolta, ti conosco da ormai sei anni, da quando eri solo una timida ragazza di campagna che si perdeva per le fermate della metropolitana. Mi raccomando Reyes, non perderla d'occhio, così mi ha detto John la prima volta che ci siamo incontrate. Ero solo una stagista, ma ho fatto la mia promessa e non ho intenzione di romperla proprio adesso. Non posso vederti in questo stato e se Lightbourne e John pensano che tornare a casa possa aiutarti, credo che valga la pena tentare.". Annuisco, mentre mi rosicchio le unghie. Scuoto il capo. È sempre così complicato per me spiegare cosa provo. Non sono mai stata un granché con le parole, ironico per una persona che ha deciso di fare la cantante come mestiere. Eppure, scrivere una canzone è così diverso. Davanti ad un foglio bianco ho tempo di riordinare i pensieri, di capire io in primis cosa sento. Davanti alle altre persone è tutto così diverso. Io sono diversa. O, forse, lo sono solo davanti a quel foglio bianco. Probabilmente è per questo che non scrivo più una canzone da oltre un anno.

A Sort Of HomecomingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora