82. COINCIDENZE

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MARTA
Suona la sveglia. Il weekend fuori città è volato, e la settimana è ricominciata. Non ho proprio voglia di andare a scuola, piuttosto un'altra vacanza, ma più lunga.
Mi sono dilungata alquanto, quindi decido di alzarmi per evitare di fare tardi.
Dopo essermi lavata, mi dirigo in cameretta a scegliere come vestirmi. Decido di indossare dei jeans classici ed una maglia nera semplice.
Mi guardo allo specchio e cerco di sistemare i capelli, anche se oggi devo ammettere che sono più ordinati del solito. Per fortuna, non avrei avuto voglia di attaccare il ferro.
Mi dirigo in cucina dai miei genitori ancora assonnata.
«Buongiorno» dico, guardando prima mamma e poi papà.
«Buongiorno cara, come stai?» mi chiede mio padre, dandomi un bacio sulla fronte.
«Tutto bene, anche se devo ammettere di non avere molta voglia di andare a scuola oggi.»
«Niente chiacchiere! Quest'anno hai già saltato abbastanza giorni direi» mi rimprovera mia madre. Mi infastidisce, ma so che ha ragione. Così evito di sbuffare e, dopo aver bevuto il caffè, indosso il piumino ed esco di casa per dirigermi verso lo scooter.

Arrivata fuori dal cancello, vedo Daniel parlare con suo fratello Gabriel di nascosto nella via che costeggia la scuola. Hanno entrambi uno sguardo serio, troppo serio. Il cuore inizia a battermi all'impazzata. Metto velocemente il casco nel bauletto e mi corro da loro.
«Che cosa succede?» chiedo.
«Buongiorno anche a te» mi dice Daniel, facendomi notare di non aver nemmeno salutato.
«Chiedo scusa, ma vi ho visto così seri e, beh...mi sono preoccupata» ammetto.
«Stai tranquilla, non è successo nulla» risponde Daniel stringendomi in vita.
«Sei un pessimo bugiardo - rispondo. - Gabriel, dimmi la verità. Per favore» lo imploro.
Guarda per un attimo suo fratello, per poi posare lo sguardo su di me.
«Luigi sta tramando qualcosa.»
«Qualcosa cosa?» domando allarmata.
«Non lo so. Non riesco a capire perché questa volta non ha voluto comunicarmi nulla. Solitamente lo fa sempre» mi spiega perplesso.
«Pensi abbia capito qualcosa?» domando preoccupata.
«Non lo so. Io sono stato molto attento» risponde Gabriel.
«Beh, sicuro farci vedere a scuola tutti e tre insieme è un rischio, e non è la prima volta che succede» risponde Daniel. In effetti non ha torto.
«La prima volta che sono venuto Lorenzo non era presente a scuola perché aveva un lavoro da fare con Luigi. Oggi però si, hai ragione. Direi che è meglio che io vada. Posso passare a casa tua oggi pomeriggio? Se non è un disturbo e soprattutto un problema per tua madre. Non voglio crearle problemi» chiede Gabriel al fratello, scrupoloso più che mai.
«Mia madre non è arrabbiata con te, ma con quello stronzo di nostro padre. Quindi vieni pure - lo tranquillizza. Poi prosegue. - Vieni anche tu?» mi domanda.
«Non credo. Naomi e Lorenzo si sono visti il weekend passato per proseguire il progetto, ed oggi dovremmo vederci nuovamente per terminarlo assieme. Abbiamo la scadenza tra pochi giorni.»
«Ma cazzo!» impreca Daniel, con il fuoco negli occhi.
«Stai calmo, ci sarà anche Naomi con noi, non saremo da soli» tento di rassicurarlo.
«Cercate di ma terrene la calma. Ora andate in classe, parleremo oggi. Buona lezione!»
«Grazie, buona giornata!» rispondo.

Finalmente è l'una. Naomi si avvicina a me, e stranamente non in maniera arrogante come al suo solito.
«Marta, allora confermato per oggi pomeriggio?» mi domanda.
«Certo! Venite a casa mia?» non ho voglia di uscire oggi, quindi preferisco vengano loro da me.
«Va bene. Alle 16:00 saremo da te. Mandaci l'indirizzo preciso per messaggio. Ciao!» dice, e se ne va.
Mi dirigo verso lo scooter per tornare a casa. Sono davvero affamata, mi sono pentita di non aver fatto colazione stamattina.

Sono le 16:00 precise quando sento il citofono suonare. È Naomi, puntuale come un orologio.
«Ciao, benvenuta!» le dico, facendola accomodare.
Naomi varca la soglia della porta d'ingresso con aria da vip, mentre si guarda attorno osservando scupolosamente ogni dettaglio della mia casa. Che fastidio.
«Pensavo abitassi in una topaia, e invece guarda qua che eleganza! Complimenti per l'arredamento» afferma, tentando di farmi un complimento nella maniera meno maleducata che riesca.
«Grazie Naomi! - rispondo in una risata. - Vieni, andiamo nella mia camera.»
«Io odio il rosa» dice alla vista del colore delle mie pareti. Neanche il tempo di entrare nella camera che inizia a criticare ogni cosa che mi riguarda. Che vizio terribile.
«Non siamo qui a fare le critiche di design per interni Naomi - sbuffo, ma riesco a zittirla. - Piuttosto, gradiresti un caffè mentre aspettiamo che arrivi Lorenzo?» chiedo, cambiando discorso.
«Si, volentieri. Grazie» si limita a dire.
Ci dirigiamo in cucina e, dopo averlo preparato e versato in una tazzina bianca con decorazioni floreali verdi, le offro una fetta di torta alla frutta che mia madre ha preparato ieri pomeriggio.
«Questa torta è deliziosa! Di sicuro non l'hai fatta tu. Dimmi che sbaglio» mi stuzzica, ma sorridente.
«Già. In effetti l'ha fatta mia madre, ma sono molto brava anche io in cucina» ammetto.
«Non contano le parole, devi dimostrarmelo per far sì che io possa crederti.»
«Sfida accettata. Ti preparerò dei cupcake al cocco. Non oggi, è tardi e ci vuole tempo. Ma prometto che te li porterò» le faccio l'occhiolino.
«D'accordo saputella. Vediamo come te la cavi. Se riuscirai a soddisfare il mio palato, prometto che inizierò a diminuire le volte in cui ti infastidisco» dice, per poi pormi la mano.
Le sorrido e poi gliela stringo. Devo ammettere che dopotutto non sembra sempre una cattiva ragazza. Ha solo bisogno di attenzioni, molte attenzioni.

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