89. "SONO FIERA DEL RAGAZZO CHE SEI DIVENTATO"

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DANIEL
In attesa che Mirco esca di casa, aumento la temperatura dell'auto dato che lui è molto freddoloso. In meno di cinque minuti lo vedo arrivare, apre lo sportello e sale.
«Buongiorno, come stai?» mi chiede senza essere invadente. Apprezzo molto questo lato del suo carattere, perché sa rispettare i confini senza però fregarsene.
«In realtà non lo so - ammetto. - Da un lato sono preoccupato per il futuro: ora come ora non ho niente da offrire a Marta e al nostro bambino e la cosa mi spaventa. Però, al contempo, sono emozionato. Quella ragazza mi ha completamente sconvolto la vita, in tutti i sensi. Non mi sentivo così vivo da anni...»
«Questo lo so. Anche quando stavi ancora con Lavinia vedevo che non eri felice come avrei voluto che fossi. Le ho sempre voluto bene a quella ragazza e sempre gliene vorrò, ma non mi è mai piaciuta come tua fidanzata. Ti spegneva, e l'amore non deve spegnere, ma piuttosto accendere una persona e cercare di far uscire il meglio.»
Ha ragione ... Lavinia l'ho sempre amata e in fondo non smetterò mai di amarla. Dopotutto è stata da sempre il mio punto fermo. Ma l'amore che provo per Marta è completamente diverso. È un amore puro e sincero. Non potrei vivere senza di lei.

Entrati in classe ad attenderci c'è il preside assieme al professor Iroma. Una volta suonata la campanella il preside ci espone l'itinerario della gita a Londra che verrà tra due settimane. Noi della 5ªB andremo assieme alla 5ªA e alla 5ªC, e la cosa mi rende alquanto nervoso dato che ci saranno quelle due ragazze che Marta definisce "oche". Non voglio che si stressi mentre sono lontano, specialmente adesso che è incinta. In quei cinque giorni dovrò farla stare più che tranquilla. Spero, tuttavia, di riuscire a staccare un po' la spina anche io. Ho bisogno di rilassarmi e di stare tranquillo considerando tutto lo stress che ho subito dall'inizio dell'anno fino ad ora. Adoro Londra, ho sempre desiderato andarci e adesso, finalmente, ci andrò.

Suonata la campanella della ricreazione scendo in terrazza con Mirco per prendere un po' d'aria. Ad attenderci ci sono Luca e Laura.
«Ehi Daniel, come sta Marta? Sono giorni che è schiva nei miei confronti. È successo qualcosa?» mi chiede. Onestamente non me la sento di raccontarle la verità già ora. È ancora troppo presto, e comunque non spetta a me parlargliene.
«È stata male dal giorno della pizzata a casa mia e ora sta solo cercando di riposare. Tranquilla non è schiva solo con te» le mento per tranquillizzarla.
«C'è qualcosa che non mi quadra però. Non si è mai comportata così con nessuno. E comunque, se fosse schiva anche con te, come dici, conoscendoti non saresti così tranquillo. Mi sbaglio?» chiede con aria di sfida. Questa ragazza mi sta proprio sul cazzo. Ha un modo troppo arrogante di parlare alle persone, e mi sta infastidendo. Mirco percepisce questi miei pensieri dallo sguardo e dai pugni stretti e prende la palla in mano lui.
«Quando starà meglio e avrà voglia di parlare si farà sentire lei. Adesso dobbiamo andare. Ci sentiamo» dice, tirandomi via.
«Grazie» gli dico.
«Figurati. So che non hai pazienza con lei, ma oggettivamente è troppo invadente quella ragazza. Non mi piace per niente.»
«Cosa sentono le mie orecchie! Il mio Mirco, ragazzo che trova sempre il buono in tutte le persone, ammette per la primissima volta che una ragazza non gli piace!» inizio a battere le mani per sfotterlo, e lui scoppia in una risata.
«Mirco, posso chiederti un favore? - dico e lui annuisce. - Ti chiedo in ginocchio di starmi vicino in questi nove mesi, e anche dopo. Sai che sono orgoglioso come ragazzo, ma in questo momento ho davvero bisogno di qualcuno che mi vuole bene veramente. E ti chiedo anche di stare vicino a Marta più di quanto già non hai fatto fino ad ora. Sei l'unica persona di cui mi fido. Te ne prego, aiutaci, ok?» ho le lacrime agli occhi dalla paura del futuro che ci spetta.
«Sei figo pure quando piangi - mi dice per smorzare la situazione, ed io scoppio a ridere. So di essergli sempre piaciuto come ragazzo, e sentirglielo ammettere così mi ha fatto sorridere. - Comunque, a parte gli scherzi, non c'è neanche bisogno che tu me lo chieda. Lo avrei fatto a prescindere. Vieni qua» dice, per poi abbracciarmi.
«Su, adesso torniamo in classe» dico. Troppi momenti dolci non fanno per me.

***

Sento mia madre urlare di venire a tavola. Così spengo la PlayStation e faccio un respiro profondo. Oggi devo per forza parlare a lei e a Rob di cosa sta succedendo, anche se non ho il coraggio. Non voglio renderli tristi, sopratutto a mia madre, proprio ora che ha ritrovato la felicità grazie a quell'uomo. Sono veramente agitato.
Mi dirigo in cucina e vedo la tavola accuratamente apparecchiata.
«Nuova stoviglie?» chiedo, ammirando l'eleganza dei piatti e dei bicchieri nuovi.
«Ti piace? L'ha comprata oggi Rob» dice, mentre lo guarda con gli occhi a cuoricino. Roberto ha il poter di far tornare mia madre adolescente, e di questo gliene sarò per sempre grato.
Per tutta la cena ho provato a tirare fuori l'argomento, ma non ce l'ho proprio fatta, non ho avuto il coraggio. Ho paura di rovinare l'atmosfera che finalmente si è creata, dopo anni.
«Tutto okay?» mi chiede Rob, mentre mia madre è in cucina a preparare il caffè. Pone una mano sulla mia e mi guarda negli occhi. È incredibile come riesca a capirmi da un semplice sguardo, pur non conoscendomi ancora benissimo.
«In realtà no. Avrei bisogno di parlarvi» dico, mentre gioco con il fazzoletto per scaricare l'agitazione.
Mamma torna al tavolo con la moca e le nuove tazzine di vetro tutte colorate.
«Nora, perché non inizi ad andare in bagno a lavarti? Così poi, appena avrai finito, verrò su da te e ti finirò di leggere la storia che abbiamo iniziato ieri» dice Rob, percependo il mio disagio.
Mia madre, non capendo, scruta le sopracciglia con aria interrogativa ma non domanda, fino a quando Nora sparisce su per le scale. Rob volge lo sguardo verso di me. Leggo preoccupazione negli occhi di mia madre, e i miei occhi iniziano a bagnarsi.
«Ehi Daniel, mi sto iniziando ad agitare. Ti prego dicci che succede» mi implora ansiosa mia madre.
«Daniel, sai che qualunque cosa sia successa io e tua madre ti aiuteremo e staremo sempre dalla tua parte, vero?» mi dice, mentre afferra la mano della sua futura sposa, per farla sedere e tranquillizzare. 
Dopo aver annuito decido di andare dritto al sodo.
«Marta è incinta.»
Ho gli occhi fissi sul piatto mentre dico queste parole, quindi non ho idea di che espressione abbiano fatto dopo aver udito la notizia. Nessuno dei due risponde così alzo lo sguardo e vedo mia madre con le lacrime agli occhi.
«È bastata una volta, una sola volta senza precauzioni ed eccoci qua. Non abbiamo scusanti, eravamo in preda alle emozioni e non ci abbiamo pensato. Io, io non so cosa dire...scusate» scoppio a piangere, e mi giro per dar loro le spalle.
«Tesoro - dice mia madre venendo verso di me per poi abbracciarmi da dietro alla schiena - un figlio è la cosa più bella che possa mai accadere nella vita. Certo, l'età non è delle migliori, sopratutto considerando che lei è ancora minorenne, e sopratutto considerando anche il fatto che nessuno dei due lavora - dice, mettendomi ancora più ansia addosso. - Ma so anche che tu le starai accanto, e noi genitori staremo accanto a voi figli. Questo è poco ma sicuro» dice. Mi giro di scatto per abbracciarla, mentre mi abbandono ad un pianto disperato. Le gambe mi cedono e mi metto in ginocchio, e lei con me, ponendo la sua testa sulla mia.
Nora sbuca dalle scale e chiede con occhi grandi e spaventati cosa stesse succedendo. Rob prende nuovamente la situazione in mano e, dopo aver trovato la prima scusa da inventarle, sale di sopra con lei per farla addormentare, lasciandomi così del tempo in privato con mia mamma.
«Non sei arrabbiata con me?» chiedo come un bambino, mentre ci sediamo sul divano.
«Certo che sono arrabbiata con te, sono furiosa. Avreste dovuto fare più attenzione e lo sai. Ma allo stesso tempo sono anche felice. I suoi genitori lo sanno?» mi domanda.
«Si. Sua madre non l'ha presa molto bene, ma sono contrari all'aborto. Avendo perso un figlio non vogliono far passare la stessa sofferenza anche a Marta. Ma allo stesso tempo è furiosa della poca attenzione che ci abbiamo messo, è furiosa perché Marta deve ancora finire le superiori ed è furiosa perché non abbiamo un lavoro. Filippo è stato chiaro su questo: ci darà volentieri una mano ma non ha alcuna intenzione di crescere il nipote come fosse un figlio. Devo ammettere che non mi aspettavo questo suo comportamento.»
«In che senso?» mi chiede.
«Nel senso che non è da tutti i padri accettare la situazione e accettare il ragazzo che ha messo in pericolo di vita la figlia e che ora l'ha pure messa incinta. Generalmente si sarebbero create delle dispute tra fidanzato e "suocero" - dico disegnando le virgolette con le dita - invece lui no. È stato onesto con me, consapevole del fatto che Marta era consenziente durante il rapporto e che la responsabilità è di entrambi e non solo mia.»
«Non è solo questo. Sta reagendo così perché sa che tu la ami veramente e che moriresti letteralmente per lei - dice con un sorriso bagnato dalle lacrime. - Sono fiera del ragazzo che sei diventato, e sopratutto sono fiera di me che sono riuscita a crescerti così bene nonostante la vita che ti ho fatto fare.»
La abbraccio forte a me e le sussurro grazie all'orecchio.

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