80. LO ZOO DI PISTOIA

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DANIEL
Mi giro e mi rigiro all'interno del sacco a pelo disturbato dai raggi del sole che penetrano all'interno della tenda. Cerco di riprendere sonno ma invano. Innervosito, apro gli occhi e vedo Marta a gambe incrociate che ascolta la musica con le cuffie nelle orecchie e una coperta di lana rosa avvolta sulle spalle come fosse uno scialle.
«Buongiorno piccola. Ma che ore sono?» chiedo ancora assonnato.
«Buongiorno - risponde arrossendo. - Sono appena le 7:15.»
«È così presto?! - chiedo scocciato. - Avrei voluto dormire ancora, ma questo sole mi infastidisce. Tu da quanto sei sveglia?» chiedo stropicciando gli occhi, mentre mi metto a sedere per darle un bacio sulla fronte.
«Ad essere sincera non ho dormito molto stanotte. Saranno state le 5:45 circa.»
«Pensi ancora a ieri sera?» mi sembra preoccupata, anche se vorrebbe nascondermelo. Ma ormai la conosco bene, e so che qualcosa la disturba.
«Si, sono sicura che ci fosse qualcuno dietro quella siepe, ma probabilmente sono io che mi faccio troppi castelli in aria! Stai tranquillo» mi dice con un sorriso finto più di mio padre. Ancora non lo ha capito che percepisco quando mente? Ad ogni modo voglio evitare di aprire il discorso, non voglio che pensi troppo a quella storia e farla allarmare inutilmente.
«Che ne dici se andassimo al bar a fare colazione? I miei genitori e mia sorella stanno sicuramente dormendo ancora, e con loro la maggior parte degli alloggiati. Quindi avremo a disposizione una vasta scelta di cornetti!» le propongo per farla distrarre, e ci riesco.
«Bella idea! E se dopo andassimo a fare una passeggiata nel bosco?» propone.
«Ci sto! Tanto non penso che partiremo per lo zoo prima delle 10:00, conoscendo i tempi di mia madre» affermo scoppiando in una risata.
Cosi ci alziamo per uscire dalla tenda, ci sgranchiamo le gambe e, prima di dirigerci al bar, decidiamo di andare in stanza per lavarci. Nel mentre che c'era Marta ha preferito togliersi il pigiama ed infilarsi una tuta rosa pastello con l'elastico alle caviglie, io invece non ne avevo intenzione e sono rimasto vestito come sono andato a dormire.
Varcata la piccola porta in legno del bar rimango ammaliato dalla sua bellezza. È piccolo, le pareti sono tutte fatte di mattoni addobbate da qualche quadro raffigurante il posto. I tavoli sono tutti a due di legno scuro, come il bancone. Ciò che rende l'atmosfera ancora più unica è il caminetto nella sala dalla parte opposta all'entrata
«Che meraviglia! È che profumo delizioso» annuncia Marta socchiudendo gli occhi.
Ci avviciniamo al bancone vuoto, attendendo che qualcuno venga a servirci.
«Tu intanto scegli il tavolo che più preferisci, io ordino da mangiare. Cosa vorresti?» le chiedo.
«Una spremuta d'arancia con un cornetto al pistacchio!» annuncia golosa.
«Ottima scelta piccola! Io prenderò un cappuccino ed un cornetto alla crema.»
«Il mio cornetto sarà più buono» annuncia vittoriosa, mentre si allontana per andare a prendere posto. Sceglie un tavolo difronte ad una finestra, poco distante dal camino, che affaccia sul lago al retro del nostro alloggio.
Un signore anziano, gobbo e zoppicante, esce dalla porta scorrevole dietro al bancone e si avvicina lentamente per farmi ordinare. È davvero tenero, il classico anziano che dovrebbe stare a casa seduto sul divano a riposare mentre è circondato dai nipoti che giocano nella medesima stanza, anziché stare qua a lavorare e a servire la gente. 
«Buongiorno ragazzo! Sei mattiniero vedo. Prima volta in tenda immagino» mi dice con un sorriso dolce e sdentato.
«Buongiorno a lei. Immagina bene! Le mie occhiaie parlano così tanto?» chiedo ironico, stropicciandomi i capelli.
«No, no - afferma dopo aver sorriso. - Ma di solito la gente arriva per le 8:30, mai prima. Si viene qua per riposare, e nessuno si alza presto per andare a lavoro. Quindi ho capito che hai avuto difficoltà a continuare a dormire a causa della luce del sole» afferma, anche se mi fa ridere la frase la gente arriva per le 8:30 perché si viene qui per riposare. Le 8:30 è tardi?!
«Ah, siamo troppo in anticipo quindi. Vuole che passiamo più tardi?» rispondo semplicemente.
«Ma no ragazzo, tu e la tua fidanzatina siete i benvenuti. Cosa volevate ordinare?» chiede sorridendo, ancora.
«Una spremuta d'arancia, un cappuccino con uno spruzzo di cacao, un cornetto alla crema ed uno al pistacchio» annuncio.
«Il pistacchio è il migliore che facciamo! Ottima scelta.»
Avendo affermato la stessa cosa che Marta mi ha detto poco fa, chiedo di farmi due cornetti al pistacchio anziché alla crema.
«Ha fatto bene a cambiare idea! Vada pure a sedersi giovanotto, vi porto tutto io non appena saranno pronti. Sono ancora in forno. Mi dia cinque minuti.»
«Non c'è fretta» gli sorrido e mi avvicino al tavolo da Marta.

GREEN EYES. A new start. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora