92. A CASA DI LUCA

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MARTA
Finalmente siamo arrivati a casa di Luca. Non abita in centro Milano ma in periferia, in una piccola cittadina poco lontano dalla metropolitana.
Una volta accomodata dentro, mi fa fare il tour della sua piccola ma accogliente casa: una volta varcata la soglia d'ingresso ci si ritrova nel salotto modernamente arredato, con il divano ad isola di stoffa bianco panna e dei cuscini marroni ed oro ben disposti. Il tavolino è decorato con una miriade di piante, probabilmente sua madre sarà fissata con il verde.
«La tua casa è deliziosa!» ammetto.
«Ti ringrazio. È piccola, ma a me piace molto sono sempre vissuto qui. Comunque vieni, accomodati. Vuoi un caffè?»
«Si grazie. Anzi - dico ripensandoci - che ne diresti di un the caldo?»
Così, dopo aver annuito, si dirige in cucina a prepararmelo. Intanto io mi siedo sul divano, e devo ammettere che è davvero comodo.
Nel mentre che aspetto ripenso a Laura e alle sue parole. Sono davvero triste. Il periodo per me non è dei migliori, e avrei voluto un'amica che mi stesse accanto in questo percorso. Invece mi sono ritrovata ad avere a che fare con una stronza egoista che pensa solo a se stessa.
«A cosa stai pensando?» mi chiede Luca, sbucando con la testa dalla cucina, vedendomi silenziosa.
Non rispondo perché tanto so che conosce già la risposta. Infatti poi riprende a parlare.
«Ascoltami, ormai avrai capito com'è Laura. So che a volte può sembrare testarda, ma non ha avuto un passato facile e quindi spesso tende ad andare in difensiva. Non mi riferisco solo a come Daniel la trattava, ma in generale» dice, senza andare nel dettaglio.
«Si questo lo so, motivo per cui spesso ripetevo a Daniel di lasciarla stare e di provare ad esserci amico. In realtà pensavo che ci fossero riusciti, ma mi sono solo illusa. Cioè il suo odio per il mio ragazzo è talmente forte da trattare male anche me, la sua amica, anziché starmi accanto proprio in uno dei momenti più difficili e delicati della mia vita.»
«Vedrai che riuscirete a risolvere» dice, pur sapendo dentro di sé che non andrà a finire così.
«Non ne sono così convinta - ammetto - ma vedremo.»

Il pomeriggio prosegue tranquillo. Luca, per cercare di tirarmi su di morale, ha messo un film comico e stupido al contempo. Non è il genere di film che prediligo, ma oggi ne avevo proprio bisogno. I protagonisti sono degli amici che frequentano lo stesso liceo, proprio come noi, e ogni weekend ne combinano sempre una più del diavolo. Sto ridendo talmente tanto da avere le lacrime agli occhi.
Ad un tratto mi squilla il cellulare: è Daniel. Così dico a Luca di scusarmi un momento e mi dirigo sul balcone della cucina per parlare un po' con lui. Mi racconta ogni dettaglio della sua giornata, compresa la parte delle due oche al pub. Devo ammettere, però, che il tono con cui mi ha spiegato il tutto era talmente sereno da non mettermi addosso alcun tipo di ansia. Certo, non nego di avere un po' di timore a causa della gelosia che, purtroppo, mi perseguita. Però voglio stare serena, per me stessa, per Daniel e per il bambino che porto in grembo.
Dopo averlo salutato attacco il telefono e prego che questa settimana passi in fretta. Mi manca già moltissimo. Torno nel salotto e vedo Laura alla soglia della porta che litiga con Luca.
«Tu che ci fai qua?!» mi chiede con il fumo che le esce dalle orecchie.
La fisso senza risponderle. Sono a disagio, ma incazzata al contempo. Così lascio parlare Luca.
«L'ho invitata io» le risponde.
«Senza dirmi niente?» controbatte a braccia conserte.
«Da quando in qua hai il potere di scegliere chi può e chi non può entrare in casa mia?» domanda sarcastico, irritandola sempre più.
«Pensavo fosti a casa da solo dato che abbiamo discusso. Non credevo ci fosse lei» è scocciata. Glielo leggo negli occhi.
«Pensavi male. Ora per favore vattene. Quando ti sarai calmata ne riparleremo.»
«Mi stai cacciando?!»
«Si. Sai che queste sceneggiate non mi sono mai piaciute. Ora ti prego, vattene. Quando sarai più calma scrivimi e parleremo.»
Laura lo guarda con occhi tristi per poi fissare me.
«Sarai contenta adesso» dice, e se ne va, senza neanche salutare.
Luca chiude la porta per poi voltarsi verso di me.
«Ti chiedo scusa, forse è meglio che io vada adesso. Ho fatto troppi danni oggi» gli dico.
«Non incolparti, è sempre stata così lei. È una testa calda» dice, mentre si siede sul divano massaggiandosi con la mano destra il braccio sinistro.
«Si ma è colpa mia se avete discusso. Non faccio altro che disastri ultimamente...ti prego di perdonarmi» sono amareggiata dalla situazione. Non so proprio come comportarmi con lei, e di conseguenza con lui.
«Non incolparti. Adesso però finiamo di vedere il film» mi dice con un sorriso, seppur finto per nascondere la tristezza. È un ragazzo d'oro, non si merita tutto questo.

DANIEL
Finalmente siamo arrivati in hotel. nella mia stanza ci sono Mirco, Federico e Daniele. Ovviamente occupo immediatamente il letto all'angolo sotto alla finestra e chiedo a Mirco di mettersi in quello accanto a me. Per quanto sia amico di Fede e Dani non me la sento di dormire vicino a loro.
L'armadio è piccolissimo, mi chiedo come faremo a sistemarci i vestiti in quattro.

Dopo circa un'ora le professoresse di italiano e di storia, rispettivamente la Sig.ra Moggi e la Sig.ra Sarti, bussano alla porta per avvisarci di prepararci che a breve avremmo iniziato il primo tour della giornata. Sono eccitato all'idea di vedere Londra, è una vita che sognavo di venirci e finalmente eccomi qua. Per rendere il tutto ancora più perfetto mi servirebbe Marta qui con me. Mi manca. So di averla vista ieri sera, ma con la situazione che stiamo attraversando devo ammettere che faccio fatica a distaccarmi da lei. L'idea che porti in grembo mio figlio mi rende contento ma nervoso allo stesso tempo. È un'emozione strana che onestamente neanche io riesco a decifrare. E pensare che l'anno scorso, in questo periodo, ero completamente un'altra persona. È assurdo come la vita possa cambiare così, improvvisamente, da un momento all'altro. Marta è arrivata come un uragano, e ha stravolto tutto, rendendo me e la mia vita migliore. Voglio essere un buon padre per quel piccoletto. Non gli farò mai attraversare l'inferno che ho dovuto attraversare io. Questo poco ma sicuro.

Finalmente ci fermiamo per mangiare qualcosa. Sono quasi le 15:00 ed io sto morendo di fame. Il pub in cui siamo entrati è un locale studentesco, e lo percepisco non solo dai titoli del menù ma anche stile del mobilio.
Io e Mirco ci sediamo in un piccolo tavolo vicino alla finestra insieme a Lara e Simona.
«Vi state divertendo?» ci chiede Lara, mentre posa il vassoio al tavolo.
«Molto, erano anni che volevo venire qui» le confesso.
«Io ci ero già stata con i miei genitori tempo fa, ma ero piccola non ricordo molto, se non la ruota panoramica» dice con occhi pieni di gioia al ricordo della vacanza con i suoi genitori.
«Io avrei voglia di una birra. Qualcuno mi fa compagnia?» ci interrompe Simona.
Io accetto e Mirco anche che, come spesso fa, si alza per andare ad ordinare. Sa benissimo che detesto fare le file.
«Vado un attimo in bagno, torno subito. Posso lasciarti la mia borsa così evito di portarmela dietro?» mi chiede Lara, ed io annuisco.
Rimango solo per qualche minuto, fino a quando ad un certo punto si avvicina Martina, una delle due oche, citando Marta. È bassa e un po' in carne, e ha un modo molto cordiale di porsi.
«Ehi Daniele, ciao. Molto piacere, io sono Martina - mi dice ponendomi la mano, ma io non ricambio, la fisso e basta. Così, imbarazzata, si siede al tavolo con me e prosegue. - Scusami tanto per il disturbo ma avrei bisogno di parlarti.»
«Dimmi» rispondo freddamente mentre la osservo. Indossa dei semplici jeans a vita alta con un maglione di lana nera ed un piumino bianco, e i lunghi capelli lisci e castani sono raccolti in una coda di cavallo.
«La mia amica Francesca non fa altro che parlarmi di te. So che il venirti a parlare io è una cosa che oramai è passata di moda - scherza - ma lei è davvero a disagio. Non riesce proprio a sbloccarsi ed io non so come aiutarla.»
«Ascoltami - la interrompo - a me fa piacere di piacere alla tua amica, davvero. Ma sono fidanzato.»
«Immaginavo. Avevo il dubbio infatti, per questo sono venuta a parlarti.»
Capisco chiaramente che è in imbarazzo. Così cerco di aiutarla.
«Vabbè, questo non significa che io non possa avere delle amiche. Se vi va unitevi pure a noi a bere qualcosa» non voglio che Marta si preoccupi, ma non voglio nemmeno trattarla male. Dopotutto non ha fatto nulla per ora (a parte confessarmi i sentimenti dell'amica).
Martina fa cenno alla sua amica di avvicinarsi e si accomodano entrambe al tavolo.
Francesca è l'opposto di Martina: è una ragazza con delle gambe molto lunghe, magra e con i capelli riccioli e biondi.
Qualche istante dopo arriva Mirco con le birre in mano. Mi guarda storto e al contempo dubbioso, ed io gli faccio cenno con gli occhi di sedersi senza fare domande. Gli spiegherò tutto dopo.
«Ciao, tanto piacere. Io sono Mirco» si presenta, e loro ricambiano.
Iniziamo a parlare del più e del meno per conoscerci e devo ammettere che non sono poi così antipatiche. Martina mi sembra una ragazza molto semplice e simpatica. Così a primo impatto mi sembra anche un'ottima amica, con dei canoni che anche Marta dovrebbe ricercare in Laura.

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