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Bellamy stava ancora pensando a come l'aveva chiamato lei prima di svenire: bell. Non è che ci fosse qualcosa di particolare nel nomignolo, ma gli piaceva come veniva pronunciato da lei. "Ma che diavolo ti prende?" si chiese lui "stai qui a pensare a come una ragazza, con un pessimo carattere per giunta, ti chiama?" Scuotendo la testa cercò di scacciare quei pensieri e si guardò intorno. Era bastato un giorno per creare un accampamento funzionante, certo, mancavano ancora diverse cose, però per essere un inizio non era niente male. Per paura dei terrestri si lavorava anche più velocemente. I suoi pensieri vennero interrotti da un urlo agghiacciante, ma come tutti, non si stupì. Erano ore ormai che si sentiva gridare, era Jasper che tentava di sopravvivere. La ferita era infetta ma avevano scoperto che era pure stato curato dai terrestri, non abbastanza però. Andando avanti di questo passo sarebbero tutti impazziti e al posto di rischiare la vita per sopravvivere ad una ferita, Jasper avrebbe rischiato la vita per sopravvivere ai ragazzi del campo che lo davano per spacciato e pur di farlo stare zitto lo avrebbero ucciso.
La pantera uccisa da Wells era servita anche ad un secondo fine: oltre che per sfamare i 100 anche per togliere i bracciali. Aveva avuto lui questa idea, non voleva che quelli dell'arca scendessero sulla terra, aveva commesso un crimine imperdonabile e lo avrebbero giustiziato. Quindi pur di far credere tutti morti stava iniziando a convincere ai 100 a togliere i bracciali, anche con il cibo. Per poter avere una razione di carne dovevano togliere il pezzo di metallo. Odiava fare questo a quei ragazzi, ma in fondo loro non ci perdevano granché, e lui invece ci guadagnava perché doveva sopravvivere per sua sorella, per poterla proteggere.

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Eleanor si svegliò con un gran mal di testa. Si guardò intorno, confusa. Non sembravano le pareti della sua cella sull'arca, sembravano più quelle di una navicella. Poi tutto d'un colpo le vennero in mente tutte le cose successe nelle ultime 48h. Sembrava tutto un sogno, e per capire se fosse reale si alzò di fretta, per poi cadere giù di colpo per una fitta lancinante al fianco. Si guardò l'addome e vide che era bendata al fianco sinistro, alcune macchioline di sangue spuntavano dalla fasciatura. "Allora è reale" pensò. Incredibile, non ci poteva credere. Tutte quelle avventure le aveva vissute per davvero. Poi si ricordò di come diverse ore prima per salvare Bellamy le si erano tolti dei punti dalla ferita, e avendo perso troppo sangue non riusciva neppure a tenersi in piedi. Era svenuta, non prima di averlo chiamato "Bell". Si tirò una manata in testa. Come aveva potuto abbassarsi a quel livello? "Ora penserà che io abbia una cotta per lui, beh si sbaglia di grosso" pensò Eleanor. Con più delicatezza si alzò e riuscì a camminare, non c'era traccia di Clarke, quindi sgattaiolò fuori dalla navicella, ma venne beccata in flagrante da un Octavia in versione mamma:
"Hey hey hey, dove pensi di andare? Hai dormito per più di 12h, ma la ferita non si è ancora rimarginata del tutto. Clarke mi ha detto che dovresti restare a riposo per un bel po'" le disse.
"Dai Octavia non mi fa neppure più male, guarda!" Disse Eleanor saltellando in giro, camminando e facendo anche quasi una sfilata di moda pur di farle cambiare idea. Ma non c'era verso, era parecchio testarda Octavia e la spinse di nuovo dentro la navicella, in un angolino dove probabilmente era adibita un'infermeria momentanea. La fece sdraiare e non se ne andò finché Eleanor non dovette far finta di dormire. Per fortuna qualcuno chiamò Octavia, distraendola per un bel po' in modo che nella penombra dell'infermeria Eleanor potè creare un fagotto con le coperte in modo da sembrare lei mentre dormiva, e poi uscire sempre dal portone. Octavia stava parlando poco più in là con Wells, Eleanor gli lanciò uno sguardo di ghiaccio e gli fece segno di non dirle nulla, mentre scappava. Wells fece finta di nulla e Eleanor lo ripagò con un sorriso. Più che altro un mezzo sorriso, sembrava le si fosse paralizzata metà faccia. Ma era il massimo che potesse fare.
Finalmente arrivò nel bosco e potè respirare il profumo di humus che aleggiava nell'aria. Trovò un bel masso posto un po' in alto in modo che potesse controllare la situazione e vedere se stesse arrivando qualcuno. Controllò nelle tasche e trovò quello che cercava. Aveva fregato su un tavolino dell'accampamento un coltellino, che usò per lavorare il legno.
Dopo un bel po' di lavoro si rialzò trionfante tenendo fra le mani un arco e 15 frecce. Per l'arco era dovuta tornare indietro per un pezzo per cercare una corda, e quasi aveva rischiato di farsi vedere da Octavia. Mentre per le frecce aveva momentaneamente usato il legno, qualche foglia e per la punta alcuni sassi particolarmente aguzzi. Non era uno dei suoi lavori migliori ma poi avrebbe avuto il tempo di migliorarlo. Perlomeno aveva un arma. Iniziò quindi ad allenarsi , facendo una croce su alcuni alberi in modo da prendere bene la mira. Adorava l'arco, la faceva sentire un tutt'uno con la natura. Poteva tirare sia a breve distanza che a diversi metri di lontananza. Dopo un po' iniziò ad addestrarsi sul serio, si girava su un albero diverso velocemente e scoccava subito una freccia, senza guardare dove fosse finita si girava e ne scoccava un'altra. Così allenava anche l'orientamento, i riflessi e la reazione. Mentre si stava divertendo un mondo, sentì uno scricchiolio dietro di sé, si girò velocemente pronta a scoccare una freccia ma per fortuna si fermò vedendo che era Bellamy
"Hey hey hey hey...sono io" esclamò portando le mani come in segno di resa. Lei sbuffò esasperata e frustrata dal fatto che avesse rovinato il suo momento.
"Ma sei scemo? Rischiavo pure di ammazzarti se per caso non mi fossi accorta in tempo! Cosa vuoi?" Rispose lei.
"Nulla, solo non capivo chi fossi, poi ho visto che eri tu e non mi capacitavo di come potessi essere così brava e ad avere quella mira. Dovresti insegnare agli altri sai?" Bellamy era sempre più incuriosito.
"No, non mi ascolterbbero e prenderebbero tutto alla leggera. Poi non sono qua per fare da maestra a nessuno, se la devono cavare da soli." Disse acida lei.
"Cos'altro sai fare?"
"Mh. Nel corpo a corpo non me la cavo male. Poi oltre all'arco so anche usare il coltello, la spada, la balestra e..basta mi pare. Le mie armi preferite sono l'arco e alcuni tipi di coltelli."
"Corpo a corpo? Scommetto che non mi batti" rispose lui con fare arrogante. Eleanor di risposta mise da parte arco e frecce, e si allontanò. Bellamy già pensava che non volesse combattere, e stava per rinfacciarglielo con un sorriso beffardo sul volto, quando vide che in realtà si era spostata verso la pianura in modo da combattere meglio. Gli fece il gesto di avvicinarsi e diede a lui l'onore di iniziare il corpo a corpo. Lui colpiva bene, era preciso e forte, con gesti semplici ma efficaci riusciva a metterla in difficoltà. Ma lei era più furba, e sebbene fosse meno forte era più agile. Piano piano iniziò a notare che Bellamy aveva poca stabilità nelle gambe, decise quindi di giocare il tutto per tutto e bluffare. Fece finta di prendere male un pugno e di cadere, lui era pronto a bloccarla e nel mentre che stava per farlo lei calcolò esattamente quando avrebbe perso un po' di stabilità. Rotolò via prendendolo alla sprovvista e rendendolo più vulnerabile, fece forza sui talloni e agilmente si girò facendogli lo sgambetto. Lui cadde ma riuscì a girarsi in tempo e ad alzarsi in modo rapido. "Notevole" pensò Eleanor "ma non efficace". Infatti lei riuscì a prendergli il braccio, fargli una torsione e capovolgerlo completamente facendolo poi arrivare a terra, bloccandolo. Senza che se ne fossero resi conto si erano spostati e piano piano erano arrivati nel centro della radura dove c'era l'accampamento. Avevano attirato l'attenzione di tutti che li fissavano sbalorditi, o meglio, fissavano lei sbalorditi. Come poteva una ragazzina, apparentemente gracile e in difficoltà per via della ferita, battere un ragazzo come Bellamy, che aveva una forza e una conoscenza maggiore della materia?
Bellamy non era neppure in imbarazzo, anzi era entusiasmato dalla tecnica della ragazza.
"Devi essere più stabile nelle gambe e anticipare le mie mosse" le consigliò Eleanor, dandogli una mano per tirarlo su. Era un po' imbarazzata, voleva tutto tranne che un pubblico. Bellamy accettò la mano e si tirò in piedi.
"Cavolo ma sei bravissima. Devi assolutamente allenare gli altri. No dico davvero sapr-" inizio Bellamy ma venne interrotto da un Octavia furente
"Eleanor eccheccazzo ti ho cercata dappertutto, ti ho detto che dovevi stare nella navicella, hai una ferita che non è ancora guarita. E tu Bellamy, con te faccio i conti dopo, ti pare il momento di giocare ad azzuffarsi? Poi con Eleanor!" Disse tirando leggermente su la maglietta della ragazza, facendo vedere la ferita. Bellamy la guardò, non credeva non fosse ancora guarita, era dispiaciuto ma ancora più sorpreso del fatto che non se ne fosse lamentata. "Un altra ragazza al posto suo lo avrebbe fatto" penso lui. Intanto Octavia stava trascinando Eleanor nella navicella mentre le diceva tutti i motivi del mondo del perché non doveva uscire.
"Si 'mamma', non lo farò più!" Esclamò divertita Eleanor.
Dopo averla obbligata a sdraiarsi però Octavia si calmò un po'.
"Ma dimmi un po'...tra te e Bell?" Le chiese
"Ah no no, stai tranquilla che non c'è nulla. Lo sai benissimo che ho un cuore di ghiaccio" rispose Eleanor
"Mica tanto, ma in qualsiasi caso, Bellamy non è il tipo adatto, lui è più da...una botta e via. Non so se hai capito cosa in-"
"Sì Octavia ho capito cosa intendi. Ma davvero tranquilla, non c'è nulla tra noi. Solo mi ha visto mentre mi allenavo e mi ha chiesto alcune cose. Poi mi ha sfidato in un corpo a corpo." Disse l'altra. Octavia però si incupì ancora di più, non era da suo fratello interessarsi così a qualcuno. Sebbene sarebbero stati molto carini insieme lei non voleva che la ragazza davanti a lei, che considerava già sua amica, potesse venire delusa dal modo di fare di suo fratello. Ma Eleanor non si accorse dell'aria pensierosa di Octavia, stava gia precipitando nelle braccia accoglienti di Morfeo.

Spazio, Sangue nero ed i 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora