21.

121 8 0
                                    

"Come sarebbe a dire "non andiamo a cercarli"?" chiese Eleanor incrociando le braccia e guardando con astio il ragazzo davanti a sé. Per tutta risposta Bellamy sospirò dicendo che sapeva già che avrebbe reagito così.

"È ovvio che io reagisca così! Stai abbandonando Clarke. Finn. E Monty!" gli urlò contro lei. Poi con finta calma aggiunse nuovamente "Posso almeno sapere perché il nostro fantastico capo non vorrebbe andare a cercarli? Troppa fatica? Oppure...Ohhhh ho capito! Finalmente ti sei liberato di Clarke, che non faceva che pestarti i piedi giusto? Ma perché condannare Monty?!" concluse urlando.
"Ell non esistono solo i tuoi amici mettitelo in testa!" gli gridò di rimando Bellamy prendendola per le spalle
"Non capisci che mandando altre persone a cercarli rischiamo di perdere altre persone?"
"Bellamy..." prese un respiro la mora "...non possiamo perderli! Mettitelo tu in testa! Pensi che, se fossi nella loro stessa situazione, Clarke, Finn e Monty ti abbandonerebbero così?" poi capendo che il ragazzo non avrebbe cambiato idea se ne andò infuriata "Ok, non ho bisogno del suo aiuto, andrò a cercarli io stessa, da sola." Pensò marciando dritta fino all'uscita. Ma una ragazza di vedetta la bloccò:
"Non puoi uscire, mi spiace..."
"Come scusa?!"
"Ordini di Bellamy, chiedi a lui" fece spallucce la ragazza continuando a tenere chiuso il cancello.
"Incredibile: mi ha chiuso qui dentro perché sapeva che sarai andata da sola a cercarli..." pensò la mora guardando con astio Bellamy in lontananza, che per tutta risposta le lanciò uno sguardo divertito.

Le ore passavano e lei continuava a rimanere chiusa lì dentro, aggirandosi in giro, controllando lo stato di Myles e provando ad aiutare in qualche compito. Ogni tanto si ricordava di lanciare occhiate di odio a Bellamy, oppure tentava di uscire ma ovviamente veniva sempre bloccata. Per l'intero giorno continuò a pensare a Clarke, Finn e Monty là fuori, ma soprattutto al suo sfogo di ieri, sia con JJ che con Octavia. Non vedeva la ragazza da la sera precedente, mentre con Jasper aveva ancora scambiato alcune parole, discorsi vuoti, solo per riempire il tempo, ma perlomeno aveva parlato con qualcuno.
Si stava per addormentare di fianco ad albero quando alcuni rumori la risvegliarono: qualcuno stava gridando. Presa dalla confusione prese l'arco e le frecce che aveva di fianco a sé, pensando fosse un attacco dei terrestri. Ma poi capì: si stava chiudendo il portellone della navicella, senza alcune ragione. Era sera, tutti erano fuori, attorno al fuoco, quindi chi stava chiudendo il portellone voleva tenere qualcosa nascosto al suo interno. Essendo vicina alla navicella Eleanor scattò verso la porta ma l'entrata era fin troppo stretta quindi tirò qualche pugno di frustrazione urlando di aprire, chiunque avesse chiuso. Il quadro si fece più chiaro quando Bellamy dopo aver corso urlando qualcosa iniziò a parlare alla radio con Murphy, sicuramente all'interno. Eleanor iniziò a guardarsi in giro cercando Jasper, aveva un brutto presentimento. Ma nonostante lo avesse anche chiamato non lo vide da nessuna parte, quindi con sguardo disperato chiese a Bellamy:
"Bell, chi c'è dentro con Murphy?"
Il moro si girò a guardarla. Nel suo sguardo ardeva la rabbia, la frustrazione di essere stato fregato, ma appena i suoi occhi incontrarono quelli di Eleanor si addolcì e riversò solamente compassione
"C'è dentro Jasper..." sussurrò "Ha visto Murphy uccidere Myles". Eleanor strabuzzò gli occhi guardando un punto nel terreno. Si stava trattenendo dal cadere a pezzi e Bellamy lo sapeva bene, ma inaspettatamente al posto di dolore nel suo sguardo prese corpo la rabbia, la voglia di vendicarsi. Il ragazzo davanti a lei vide la processione di questo suo cambiamento e si prese un appunto di parlarle dopo, quando tutto sarà finito. "Ma finirà? Tutta questa sofferenza, queste perdite, queste continue sfide?" pensò per un attimo ma scacciò tutti questi pensieri subito: doveva concentrarsi della questione Murphy. Bellamy ritornò a parlare con Murphy, che continuava a rifiutarsi di aprire il portellone.
Eleanor indietreggiò guardando un punto davanti a sé: nella sua mente stava prendendo forma un piano. Senza dire niente a nessuno si voltò e cercò Raven, solo lei poteva aiutarla. Dopo qualche minuto trovò la ragazza che lavorava nella tenda con qualche aggeggio.
"Raven. Ho bisogno di te" disse la mora, attirando l'attenzione della ragazza che le dava le spalle.

○●○●○●

"Quindi tu vorresti che mi infiltrassi dentro la navicella per sbloccare il portellone?" chiese ancora una volta Raven.
"Sì. È collegato meccanicamente alla navicella quindi sicuramente c'è un modo, solo tu sai qual è." Eleanor aveva uno sguardo risoluto, sicura di quello che diceva. Raven era la ragazza più in gamba che conosceva, era un genio della meccanica, sapeva che avrebbe trovato un modo.
"Certo che esiste un meccanismo. So anche come arrivarci, ma non prometto niente, quella navicella è mezza distrutta" accennò un sorriso la meccanica. Eleanor di tutta risposta si limito a raddrizzare la schiena e a guardarla, pronta per potersi vendicare con Murphy.

○●○●○●

"Quanto ci vuole ancora?" sussurrò Eleanor di fianco a Raven con impazienza.
"Eleanor. È la quarta volta che me lo chiedi: non è facile come sembra. Abbi pazienza" sospirò la ragazza maneggiando con i fili. Eleanor iniziò a pensare a qualche ora fa, quando era andata da Bellamy, riferendogli il suo piano, e lui aveva annuito, dicendo che avrebbe cercato di far perdere più tempo possibile a Murphy. Ormai le ore erano passate, sperava ancora di guadagnare qualche attimo di tempo prima che quel pazzo si decidesse ad ammazzare il suo migliore amico.
La voce di Bellamy proveniente dalla radio le arrivava soffusa e questo le fece ricordare che si trovava esattamente sotto i piedi di Murphy, il quale stava parlando con Bellamy. Ad un certo punto però l'argomento della loro conversazione catturò la sua attenzione. Ascoltò trepidante, sperando in una rassegnazione da parte di Murphy, ma non era niente di tutto questo.
"Andiamo Murphy sappiamo entrambi chi vuoi davvero: me." Diceva la voce di Bellamy attraverso la radio "Facciamo uno scambio equo, me per Jasper."
"Non può averlo davvero proposto" pensò Eleanor iniziando già ad andare nel panico. Si coprì la bocca per fare meno rumore e si impose di calmarsi per poter continuare ad ascoltare. Ora Murphy si stava accordando con Bellamy per il rilascio di Jasper, era d'accordo. "Nononono per favore no" continuò a pensare Eleanor. Poi sentì il portone aprirsi, dei passi ed infine la voce di Bellamy vera e propria sopra la sua testa.
"Raven ti prego devi sbrigarti o lo ucciderà, ti prego!" sussurrò la mora all'amica, prendendola per le spalle. Raven di tutta riposta la guardo in modo strano, non aspettandosi quella reazione, e le disse che c'era quasi. Eleanor riprese ad ascoltare la conversazione, con il fucile in mano, pronta a scattare, anche se non poteva fare nulla dato che avrebbe solo peggiorato le cose. In silenzio iniziò a spostarsi in un luogo dalla visuale migliore. Per fortuna il pavimento era leggermente forato in alcuni punti e poteva vederci attraverso, senza essere notata. Ma quello che vide non le fece piacere. Bellamy teneva in mano qualcosa di rosso, una specie di laccio. "Le cinture di sicurezza della navicella" di colpo ad Eleanor le fu tutto chiaro: Murphy voleva che Bellamy si impiccasse, che soffrisse allo stesso modo in cui lui aveva sofferto. I due ragazzi parlavano ma le orecchie di Eleanor fischiavano, non sentiva nulla, vedeva solo quelle mani che stringevano le cinture muoversi, lanciare la corda verso un punto in alto per appenderla, infilare il cappio al collo. Ci volle ancora un attimo prima che Murphy diede un calcio a qualcosa che sosteneva il moro. Ci volle ancora un attimo prima che la corda si stringesse al suo collo. E ci volle ancora un attimo prima che Eleanor vide il portellone aprirsi. Ci volle ancora un attimo prima che capisse, che reagisse. E così, in un attimo, Eleanor aveva aperto lo sportello sopra di lei ed era uscita allo scoperto, ignorando Murphy e correndo a salvare Bellamy. In un attimo aveva lanciato il fucile, aveva preso le gambe del moro e le aveva tirate verso l'alto per farlo respirare, per non farlo soffocare. In un attimo Octavia e altri ragazzi erano corsi dentro. E in un attimo Bellamy era salvo. Era vivo. Respirava. Tossiva ma respirava. Vomitava saliva ma respirava. Il ragazzo si girò a guardarla e di nuovo Eleanor capì tutto: Murphy. Lo sguardo della ragazza si rivolse verso l'unica via possibile cioè il secondo piano della navicella. Salì le scale a pioli di fretta, arrivò allo sportellone e ovviamente lo trovò chiuso. Ma stavolta riuscì ad aprirlo. Non appena si affacciò fuori dallo sportellone sentì l'aria spostarsi, l'odore di polvere da sparo la circondò e arrivò il boato di una detonazione. Aprì gli occhi ma vide solamente polvere bianca nell'aria. Poi lo vide: uno squarcio enorme nella parete della navicella.
Murphy era scappato. John Murphy era di nuovo libero.

Un urlo di frustrazione vibrò in tutto il corpo di Eleanor che gridò contro di lui, verso i boschi.

La sua sete di vendetta doveva aspettare.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 29, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Spazio, Sangue nero ed i 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora