18.

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Per colpa di Jasper avevamo rischiato che il ponte non saltasse, eppure Raven avendo capito tutto e nonostante stesse male è riuscita a centrare la bomba, mettendo a rischio la sua stessa vita. "Quella ragazza continua a sorprendermi, è di una testardaggine incredibile e ci salva continuamente il culo" pensò Eleanor.
Nel frattempo lei e Finn stavano arrivando al campo con in braccio Raven che doveva venire medicata subito o rischiava di morire.
Appena entrarono al campo Eleanor disse al moro di portare la ragazza dentro la navicella, che poi l'avrebbe medicata.
Prima di andare da Raven doveva riferire a Bellamy o a Clarke che la bomba era saltata, anche se credeva che lo avessero capito. Entrando nella tenda non trovò Bellamy ma in compenso vide Clarke e gli spiegò tutta la situazione in fretta, del fatto che Jasper aveva rischiato di mandare tutto all'aria credendo di gestire la pressione della missione, e che non sapeva dove fosse finito. Inoltre raccontò anche di Raven e che doveva visitarla.
"Vengo con te" proclamò la bionda iniziando già a prendere i medicinali ma Eleanor la fermò subito
"No. Ce la faccio da sola, tu devi controllare qui la situazione, abbiamo guadagnato tempo ma dobbiamo calcolare che ci sarà un assedio, verremo attaccati e non avremo sicuramente abbastanza alimenti per sopravvivere. Crea battute di caccia, dobbiamo continuare a costruire anche la barriera e magari anche un campo minato. Chiedi comunque a Bellamy se lo trovi e organizzate il tutto". Dopodiché senza aspettare una risposta uscì di corsa dalla tenda prendendo con sé i medicinali.
Raven era stata infettata dal virus ma tutto sommato sembrava avere una buona risposta alla malattia, non era messa malaccio bastava poco e tanta pazienza e si sarebbe ripresa. Inoltre aveva solo alcune ferite superficiali provocate con lo stretto contatto con la bomba, ma in 10 minuti aveva già finito di controllarle. Conoscendola non avrebbe voluto rimanere ferma tanto a lungo ma doveva per forze di cose perché al risveglio non si sarebbe neppure retta in piedi per la fatica.
Eleanor spiegò a Finn, che era rimasto tutto il tempo con lei, quello che doveva fare se la ragazza avesse vomitato e di chiamarla se vedeva che stava peggiorando o se si fosse svegliata.
Uscendo dalla navicella vide che Bellamy stava dando alcuni ordini per la palizzata e Clarke stava parlando ad altri ragazzi formati a gruppi, per le battute di caccia.
Eleanor era esausta ma aveva bisogno di prendersi del tempo per sé, quindi uscì dal campo con frecce e arco, dicendo a uno di vedetta che stava andando a caccia e si inoltrò nella foresta.
Camminare la rilassava, soprattutto se era sola e se poteva sentire il rumore del fogliame sotto le scarpe, o il rumore delle fronde spostate dal vento. Ogni cosa in quel luogo ispirava pace e tranquillità. Con delicatezza prese una freccia dalla faretra, la incoccò nell'arco, fece dei respiri profondi e in un attimo la freccia era sparita, andando a conficcarsi nel collo di un coniglio. "Incredibile, esistono pure dei conigli" pensò soddisfatta. Si ricordava di averli visti nei libri di testo che si trovavano sull'arca. Spesso si tenevano delle lezioni su delle vecchie conoscenze terrestri, sia per istruirli per un possibile ritorno sul pianeta, sia per parlare un po' di quel posto che tutti chiamavano casa.
Per lei casa era sempre stata lo spazio, e ogni volta che di notte alzava lo sguardo rimpiangeva di non essere là sopra. Per carità, ovviamente la terra era fantastica, aveva finalmente i suoi spazi, ma sull'Arca conosceva qualsiasi cosa, aveva ricordi lassù, mentre qui era tutto muovo e difficile.
"Era molto più facile la vita lassù. C'erano regole, ordine, disciplina. Era tutto un equilibrio, spesso soffocante, ma pur sempre un equilibrio, che a volte ti dava una sensazione di sicurezza. Qui trovi un pericolo in ogni angolo, ma soprattutto ho a che fare con ragazzi che hanno bisogno di farsi dire ogni cosa." Pensò la mora. Scosse le spalle e riprese a camminare, con il coniglio sulle spalle. Aveva molto da fare e da pensare.

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"Com'è che quando c'è bisogno di lei sparisce?" Pensò Bellamy guardandosi intorno nel campo. Aveva passato l'ultima mezz'ora a cercare Eleanor che non vedeva da ore, fino a scoprire da una vedetta che era uscita a caccia. In realtà non pensava veramente quelle cose, però il pensiero che lei fosse fuori da sola nonostante sapesse benissimo che non era il periodo adatto per farsi una passeggiatina nel bosco gli dava fastidio.
"È già notte fonda, cosa sta cacciando? Lucciole?" pensò nuovamente il moro. Si stava innervosendo.
Odiava non avere il controllo della situazione, soprattutto se si trattava di una ragazza come Eleanor, pericolosa e imprevedibile. Faticava ancora a fidarsi ma aveva bisogno del suo aiuto al comando. Nonostante non lo avesse deciso lei le persone le davano ascolto, inoltre aveva un buon modo di gestire le situazioni.
Sebbene lo avesse salvato e avesse dimostrato di tenerci a lui aveva bisogno ancora di diverse prove prima di fidarsi di lei ciecamente.
Uno scambio di saluti lo distolse dai suoi pensieri: Eleanor era appena entrata nel campo, con ben 2 conigli e 1 scoiattolo, e aveva salutato Rick, che era di vedetta. Velocemente le si avvicinò:
"Dove sei stata tutto questo tempo? Tu più di tutti dovresti sapere che non è sicuro girare nella foresta al buio. Quei pazzi uomini della foresta ti farebbero secca così velocemente che nemmeno te ne accorgeresti."
"Ohh calma calma. Innanzitutto so badare a me stessa. Secondariamente: non ho incontrato nessuno e in compenso ho preso ben 3 prede" gli rispose lei di rimando, alzando il braccio a mostrargli gli animali.
"Tra l'altro ho controllato bene il terreno, non ci sono tracce di piedi o altro. In quella zona non sembrano passare, quindi è abbastanza sicura. Visto che sono utile?" continuò Eleanor per poi allontanarsi verso la "dispensa", il luogo dove mettevano il cibo per poi mandarlo ad essiccare.
Bellamy continuò a guardarla cercando di placare il fastidio che gli provocava quella ragazza. Non poteva avere controllo su di lei e questa cosa gli dava fastidio.
"Si, voglio avere tutto sotto controllo e lei non è quel tipo di persona che si lascia comandare. Perciò è normale che mi dia fastidio. Troverò una soluzione anche a questo" pensò avviandosi verso la tenda.
Entrando trovò una ragazza seduta sul suo letto, Chrystal si chiamava forse? Sembrava un po' a disagio, come se non fosse sicura se rimanere lì o meno e si stava guardando le scarpe.
Lo stava aspettando? Poi Bellamy capì quando lei gli posò gli occhi addosso: voleva altro. Anche lui aveva bisogno di rilassarsi, perciò senza pensarci due volte chiuse la tenda e inizio a spogliarsi. Per un po' dimenticò tutte le sue preoccupazioni riguardo ai terrestri, alle provviste e ad Eleanor.

Spazio, Sangue nero ed i 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora