Stavano camminando da un po', alla fine si erano aggiunte altre persone, quando Roma si rese conto che mancava John. Tutti iniziarono a urlare il suo nome e a cercarlo spaventati. Qualcosa cadde dall'alto vicino a Eleanor che si girò e vide il corpo di John a terra privo di vita.
"Usano gli alberi!" Disse Bellamy spaventato.
Tutti iniziarono ad andare nel panico. Non si capiva da dove venissero le lance e altri ragazzi continuavano a venire colpiti.
Bellamy senza volerlo prese per mano Eleanor e iniziarono a correre cercando di seminare chiunque cercasse di ucciderli. La mora non si tolse la mano di dosso, se ne era a malapena accorta. Finn e Jasper incespicavano dietro di loro continuando a guardarsi in giro, Diggs era stato anch'esso impalato di fronte ai loro occhi e Roma urlava nel panico.
Quest'ultima iniziò a scappare e i terrestri la seguirono. I ragazzi la ritrovarono poco dopo accanto ad un albero.
"Roma, stai bene?" Chiese Eleanor con il fiato corto alla ragazza ma quella non rispose. La mora si avvicinò e scoprì che era stata infilzata in pieno petto da una lancia.
"Ommioddio" sussurrò mettendosi una mano alla bocca e indietreggiando. Le iniziarono a pizzicare gli occhi ma deglutì il groppo di saliva e fece un passo avanti.
"May we meet again" mormorò poi chiudendole le palpebre. Bellamy era scioccato quanto lei.
"Era venuta per me.."
Aveva gli occhi lucidi ed i sensi di colpa lo stavano invadendo. Eleanor si rese conto solo in quel momento che i due avevano una specie di flirt, l'altro giorno era lei quella uscita dalla tenda di Bellamy mezza nuda. Lo guardò di sottecchi un po' dispiaciuta ma qualsiasi pensiero venne interrotto da Jasper che iniziò ad urlare attirando tutti i terrestri. Vennero circondati in un batter d'occhio e non avevano alcuna via di scampo. Ma poco dopo si sentì un corno suonare
e stranamente i terrestri iniziarono a scappare.
"La nebbia acida!" disse Finn tirando fuori un telo preso probabilmente dalla navicella. Tutti si accovacciarono dentro ed Eleanor tentennò un attimo poi entrò anche lei. Bellamy le era accanto e continuava a fissarla. Eleanor però guardava un punto preciso e si stava imponendo di non stare male, che questa volta sarebbe andato tutto bene, che la claustrofobia era solo una paura alimentata dal cervello.
Si resero conto che la nebbia non stava arrivando quindi uscirono dalla "tenda" improvvisata.
Bellamy fece uscire prima lei, sapeva che non sarebbe servito a riacquistare la sua fiducia. Infatti non era gentile perché tentava di farsi perdonare, ma semplicemente glielo doveva, si era promesso che l'avrebbe protetta come avrebbe protetto Octavia. Ora anche lei era una sua responsabilità.
Bellamy fissò la ragazza, era agile e forte, però aveva come un peso sulle spalle, le incurvava leggermente di più. Era pallida, con lo sguardo fiero e vigile, le lentiggini risaltavano ancora di più e aveva le gote leggermente arrossate. Eppure sembrava stanca, distrutta dentro, non la riconosceva del tutto. Certo, se qualcuno l'avesse guardata avrebbe visto che era la Eleanor di sempre, però lui notava un velo di preoccupazione e disperazione. Sembrava stanca di tutti i problemi.
"Io l'ho ridotta così" realizzò "sono stato io. Per colpa mia ha perso la sua vivacità, io le ho fatto del male. Octavia aveva ragione. L'ho solo delusa."
Guardò fisso davanti a sé. L'avrebbe protetta, però l'avrebbe protetta anche da sé stesso.
Davanti a lui si profilò in lontananza la sagoma di un terrestre. Iniziarono a seguirlo e senza volerlo li portarono in una caverna. Entrarono tutti, anche Eleanor. Era stanca di essere limitata da questa claustrofobia, doveva abituarcisi, quindi entrò senza esitazione. Bellamy in capo alla fila, lei in fondo.
Seguirono un passaggio che portava poi in una vera e propria caverna, ci viveva il terrestre.
Quando Eleanor arrivò vide per terra l'uomo che avevano seguito e Octavia legata vicino a lui. Subito la slegarono e lei abbracciò prima il fratello e poi Eleanor. L'amica controllò che non avesse nulla, lei continuava a dire che quel tizio l'aveva salvata, che si era fatta male e l'aveva curata.
"Bellamy torniamo all'accampamento dai, potrebbe svegliarsi" disse Eleanor
"No non lo farà." Sentenziò lui puntandogli un arma contro. Octavia si mise in mezzo e continuò a spiegare che l'aveva salvata e che non le aveva fatto nulla ma Bellamy la spostò rudemente ignorandola. Finn si inginocchiò accanto al terrestre indicando il corno che prima aveva dato un falso allarme.
"È stato lui, lui ci ha salvato, ha suonato il corno"
E nel mentre che parlava senza che se ne rendessero conto il terrestre aveva preso un coltello. Con uno scatto improvviso lanciò il coltello pugnalando Finn al petto.
"FINN!" urlarono Octavia e Eleanor che corsero per prendere in tempo l'amico che stava cadendo a terra.
Intanto il terrestre aveva iniziato a lottare contro Bellamy. Fortunatamente Jasper gli tirò un bastone in testa e lo fece nuovamente svenire.
Finn aveva perso i sensi, dovevano assolutamente trasportarlo in campo e vedere cosa fare per aiutarlo. Eleanor controllò che fosse ancora vivo e vietò categoricamente a Jasper di togliergli il coltello dal cuore.
Octavia zoppicava leggermente, Bellamy era pensieroso, Jasper era terrorizzato ed Eleanor era nel panico.
Prima Jasper, poi Atom, poi Charlotte, poi il bunker in cui era stata rinchiusa, poi le 300 persone dell'arca giustiziate e adesso Finn? Era troppo. Continuava a fallire. Voleva salvare tutti ma non ci riusciva. Era un fallimento, era inutile, era debole.
Arrivati al campo Jasper chiamò Clarke che arrivò correndo e rendendosi conto delle condizione di Finn sbiancò e indietreggiò un attimo. Poi si riprese e con voce ferma spiego di portarlo nella navicella.
Intanto si stava avvicinando una tempesta e tutti si erano rifugiati li dentro. Octavia e Bellamy stavano litigando di brutto. Clarke era nel panico e spiegava a Raven che non poteva salvare Finn senza Abby, sua mamma che era un medico, e la radio non era ancora pronta. Finn era disteso su un tavolo, immobile, respirava appena, e dal petto, vicino al cuore, spuntava il manico del coltello.
Eleanor non ci capiva più nulla, tutti erano nel panico, c'era un sacco di confusione. Allora prese le redini della situazione e cominciò a impartire ordini:
"Miles, aiuta Raven a mettere a posto la radio. Clarke datti una calmata sono sicura che ce la puoi fare. Octavia, vai a prendere del disinfettante per igienizzare tutto. Harper controlla l'entrata, nessuno deve assolutamente uscire. E tutti gli altri su di sopra forza, qua hanno bisogno di spazio." Non lo faceva perché voleva comandare ma perché loro avevano bisogno di un attimo di sicurezza e sebbene lei si sentisse come se tutto andasse a rotoli doveva dimostrare "forza" e appunto sicurezza.
Intanto Bellamy Jasper e Monty erano spariti, non erano dentro la navicella e neppure fuori al campo. Il vento iniziava a sfuriare e la tempesta si stava riversando sull'accampamento.
"Chiudete quel maledetto portellone" urlò Clarke
"No ci sono ancora fuori Jasper, Monty e Bellamy" disse la mora urlando per sovrastare il rumore.
"Troveranno un riparo fuori, ora chiudi il portellone o non posso aiutare Finn" Clarke si stava innervosendo e la guardava parecchio incazzata, non prometteva nulla di buono.
Eleanor stava per controbattere ma proprio in quel momento arrivarono i tre ragazzi. Ma non soli. Si portavano dietro un corpo inerme, il terrestre.
"Ragazzi cosa cazzo state facendo esattamente? Perche lo avete portato qui?" Chiese Eleanor urlando per farsi sentire nella furia della tempesta. Aiutò i ragazzi a portare dentro l'uomo e chiuse il portellone.
"Voglio avere risposte" rispose Bellamy
"Volevi dire vendetta" gli disse Octavia fissandolo intensamente.
Bellamy non voleva sentire ragioni e salì all'ultimo piano della navicella per poter lavorare in santa pace.
Nel frattempo Raven aveva riparato la radio anche senza l'aiuto di Miles che in effetti non era un genio in questo campo, e Clarke stava parlando con sua mamma. Durante la prima comunicazione dell'arca sulla terra anche il cancelliere si intromise e chiese di suo figlio. Clarke dovette dare la brutta notizia all'uomo che non rispose più e passò il microfono ad Abby.
Eleanor seguì Bellamy fino in cima con l'intenzione di fargli cambiare idea.
"Bellamy, non parlerà, dovrete torturarlo e non ve lo permetterò. Octavia è sicura del fatto che lui l'abbia salvata, l'ha pure curata! E io le credo. Non voleva farle del mal-" iniziò a parlare lei ma venne interrotta proprio da Bellamy
"Che ne sai, forse voleva usarla come esca e le serviva da viva. Non lo faccio solo per lei, ma anche per John, per Diggs, per Jasper, per Trina e Pascal, per Finn e per Roma." Disse alludendo a tutti i ragazzi colpiti dai terrestri.
"Voglio fargli alcune domande e avere delle risposte. Hanno iniziato loro, adesso abbiamo il coltello dalla parte del manico per una volta. Lo faremo parlare in un modo o nell'altro. E non sarà un bel spettacolo, perciò" continuò lui spingendola poi giù dalla botola fino alle scalette "non starai qui" e le chiuse lo sportello in faccia.
"Vaffanculo Bellamy non la passerai liscia, non mi puoi tagliare fuori così! Non sono una bambina e non prendo ordini da te! Non è questo il modo e lo sai." Urlò lei per farsi sentire. Si girò e si accorse di essere osservata da tutti
"Che c'è? Che avete da guardare? Lo spettacolo è finito" esclamò con disappunto sempre Eleanor. Subito i ragazzi distolsero lo sguardo facendo finta di essere occupati a fare altro, proprio discreti.
Lei si sedette vicino a Monty e Jasper, i due continuavano a parlare e scherzare tra loro.
Stranamente dopo qualche minuto si fece silenzio. Neppure i due ragazzi più logorroici del gruppo avevano voglia di parlare e l'atmosfera era tesa, sia per la situazione la piano di sotto con Finn mezzo morente e sia di sopra dove stavano palesemente torturando un prigioniero.
Eleanor sbuffò, alzò gli occhi al cielo e cercando di rompere il silenzio iniziò a cantare come un idiota sperando che qualcuno la seguisse. Era una canzone triste però era per ammazzare il tempo quindi si dovevano accontentare.
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Spazio, Sangue nero ed i 100
Science FictionEleanor è una ragazza complicata ma allo stesso tempo semplice. Tralasciando il fatto che vive nello spazio dato che la terra 97 anni fa è stata praticamente fritta dalle radiazioni, lei conta solo su se stessa, ha perso la fiducia nel genere umano...