20.

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Dopo 20 minuti Eleanor era pronta per andare a caccia, aveva preso l’arco e le frecce e una borsa da mettersi a tracolla con dentro dell’acqua e qualche scarto di cibo da usare per attirare gli animali. Aveva affidato a Clarke il compito di formare le squadre di caccia, tanto lei sarebbe andata da sola.

Finalmente fuori dal campo respirò l’aria intorno a lei e iniziò a camminare. Dopo soli pochi minuti aveva già sotto tiro uno scoiattolo, stava per scoccare la freccia quando un urlo e l’ombra di una persona fece scappare la preda. La persona aveva tentato di rincorrere lo scoiattolo, ma ovviamente con scarsi risultati. Eleanor alzò gli occhi al cielo e rimase nascosta, chiunque fosse non aveva per niente delle ottime capacità da cacciatore, perciò non poteva essere un terrestre. L’urlo di frustrazione della persona le fece abbassare l’arco, che era ancora in posizione, a terra. Sbuffando la mora uscì dal nascondiglio:

“Octavia la vuoi smettere di fare casino? Spaventerai tutte le prede nel raggio di chilometri!” disse stizzita Eleanor facendo sobbalzare l’amica. La mora continuò poi girandole intorno e analizzandola:

“Effettivamente non ti ho mai vista cacciare e beh sicuramente sai poco degli animali e dei loro comportamenti. Non hai un’arma, hai un fisico troppo secco, presumo tu non sia neppure flessibile. Non hai pazienza, sei facilmente impressionabile, non hai l’occhio del cacciatore. Perciò: cosa ci fai qui precisamente?”

“Oh Eleanor grazie per la bella considerazione che hai di me.” Rispose Octavia con sguardo di fuoco. Eleanor la fermò prima che si girasse per andarsene e prese un respiro profondo:

“No ok, scusa. Sono stata fin troppo fredda. È che quella preda la stavo tenendo d’occhio da un po’ e diciamo che beh ora sarà in cima a qualche albero. Abbiamo bisogno del maggior numero di prede possibili, e sicuramente è così anche per i terrestri.”

“Ell…Tu mi insegneresti?” chiese con sguardo speranzoso Octavia, ma vedendo che Eleanor tentennava e non sembrava per niente contenta fece nuovamente per andarsene “lascia perdere, ho già capito” disse in tono duro.

“Octavia, aspetta un attimo. Non sono la persona migliore che ti può insegnare, però posso provarci. Se tu avrai pazienza con le prede io ne avrò con te, ok?”

“Affare fatto, grazie mille Ell!” rispose Octavia abbracciandola di getto.

“Fammelo dire però: cambi umore fin troppo facilmente” rise Eleanor, contagiando anche l’amica.

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“Ma quanto tempo ci vuole ancora? È lì, basta mirare e colpirlo” sbuffò Octavia riferendosi alla ghiandaia che stava beccando nel terreno di fronte a loro.

“Se continui a fare casino non basta così poco. Fidati, gli animali hanno dei sensi molto più sviluppati dei nostri, loro percepiscono ogni minimo rumore, e alcuni anche degli spostamenti di aria. Basta davvero poco per far scappare delle prede, soprattutto degli uccelli.” Le sussurrò di rimando la compagna.

“Octavia facciamo una cosa: se provassi a colpirlo ora scapperebbe via prima che la freccia lo colpisca, perciò dobbiamo fregarlo. Aggiralo e posizionati esattamente di fianco a me, prova a spaventarlo così che scappi nella mia direzione e non veda la freccia arrivare dalla mia parte, ok?”

“Si ma…lo colpirai al volo?”

“Tentar non costa nulla” ammiccò con un sorrisetto Eleanor.

Spazio, Sangue nero ed i 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora